Il futuro della Penisola resta, in ogni caso, assai incerto. Non tanto per gli inasprimenti fiscali che non potranno essere, effettivamente, evitanti, quanto per un’”opacità” politica che ci impensierisce. Da noi, quando i nodi vengono al pettine, è di rigore la polemica. Oggi meno palese ma, pur sempre, polemica. Poi, tutto sembra finire lì. Noi crediamo, invece, che sia indispensabile, già da questo mese, un’analisi sulla reale situazione dei fatti. Cioè, verificare il ruolo dell’Italia in UE ma anche in politica interna.  
Le “eredità”, soprattutto se di metodo, non si possono acquisire a scatola chiusa. Del resto, i mali peggiori del nostro vetusto sistema socio/politico sono nati e cresciuti dentro il Palazzo. Intanto, il quadro governativo ha preso coloro. Sono tinte pastello; ma è sempre meglio di niente. Di giusto, a parere nostro, è il tramonto del concetto logistico di “Destra”, ”Centro” e “Sinistra”.
Lo sfascio istituzionale è stato evitato, magari per un pelo; ma ora si deve andare avanti. E’ sul come e sul quando che s’intravedono incoerenze che potrebbero dare problemi ad un Esecutivo che continuiamo a ritenere d’emergenza. Le alleanze sono state stipulate. La Maggioranza parlamentare per poter governare esiste. Allora? Se le poltrone di Palazzo sono state equamente distribuite, le riforme dovrebbero essere consequenziali. Eppure, le ipotesi sulla crisi economica, ma anche istituzionale, sono all’ordine del giorno ed ignorarle non risolvono un bel nulla.
Ora, Renzi, più per necessità, che per convinzione, non disdegnerebbe anche qualche assenso parlamentare fuori dell’area di Maggioranza governativa. E’ meglio che non s’illuda; perché non lo avrà. Anche l’Opposizione, pur riformata nei numeri e negli elementi, ha una sua dignità che intende rispettare finanche per gli impegni presi coni futuri elettori. In questo 2014, sempre più difficile, non esistono accoppiate vincenti. E gli “ultimi”, potrebbero risultare “primi”.
In politica il raziocinio è molto relativo e condizionato da eventi che, non sempre, fanno parte della vita comune. Sino a quest’autunno, non dovrebbero esserci “incidenti” di percorso. Nel frattempo, la stretta economica non s’allenterà. Con l’anno prossimo, tante realtà potrebbero essere ribaltate. Gli errori del passato, che non sono stati pochi, avranno ancora una loro valenza per uscire dal tunnel della crisi. Di fatto, a nostro avviso, la Legislatura non avrà vita lunga, perché nata da accordi che già hanno rivelato incrinature non solo di principio. Sono queste”incrinature” a porci in prudente posizione critica.
A questo punto, ci piacerebbe conoscere, per farlo sapere, come deve essere considerata la linea socio/politica di questo Esecutivo il cui Primo Ministro c’ha messo la “faccia”. Anche perché tra i “tecnici” ed i “politici” non vediamo che il deserto. Nei pochi atti formali che abbiamo appreso, ci sono note quali saranno le “cose” che non ci saranno più e quelle che non ci saranno mai. Questo dato di fatto, per noi, è poco. Ancor meno potrebbe esserlo per gli Elettori che dovrebbero tornare alle urne non prime della primavera 2018. In quest’intervallo, di durata incerta, chi non è “maturo”, forse, “maturerà”.
Per gli “immaturi” cronici non ci saranno più spazi, né consensi per tentare di tirare avanti. Lo scriviamo perché ci siamo resi conto che la politica nostrana tenta di ripercorrere alcune tappe collocabili solo col suo passato. Non a caso, si riscoprono possibili intese non certo vantaggiose per il Popolo italiano. Insomma, averci messo la faccia potrebbe non bastare.