Mi faccio una domanda. Dobbiamo davvero rassegnarci alla situazione attuale della scuola italiana? E dobbiamo davvero abituarci al fatto che ci siano tante differenze tra il Nord e il Sud del Paese? Anche nello scorso anno scolastico in Italia la maturità degli studenti ha viaggiato infatti su due binari. Al Nord voti dignitosi e pochi cento e lode, al Sud medie più brillanti e tanti punteggi massimi a cui attribuire una borsa di studio. Il cervellone del ministero dell’Istruzione ha analizzato più della metà dei risultati nazionali e i non ammessi continuano a salire.
Per ora si attestano al 6,8 per cento (quasi 35 mila studenti), ma tra qualche settimana saranno distribuiti alle agenzie stampa i dati definitivi delle votazioni, che non sorprenderanno nessuno. Saranno, come sempre, i ragazzi delle scuole meridionali a fare bella figura. E ad essere premiati con borse di studio di circa seicento euro. L’anno scorso per esempio gli studenti più bravi erano pugliesi e in Puglia c’è stato anche il record dei promossi a pieni voti: 523, quasi 15% del totale nazionale, molto più della laboriosa Lombardia, dove gli studenti modello erano 210 studenti. Un dato anche più impressionante se si considera che nel tacco d’Italia i diplomati non superano quota 31 mila, mentre nelle scuole lombarde sono stati quasi il doppio, 51.315. Ma le eccellenze sono tante anche in Campania e in Calabria.
Manica larga dei professori, si era malignato quand’era salito agli onori della cronaca il caso del liceo classico «Gioacchino Fiore» di Rende, Cosenza, dove 24 studenti avevano portato a casa il 100 e lode. Manica larga dei professori, avevano ribadito gli esperti del Ministero. Persino Lucrezia Stellacci, direttrice dell’ufficio scolastico della Puglia, aveva ammesso che «certi risultati non sono dovuti solo alla bravura dei discenti, ma anche ai diversi metri di valutazione». Che sono poi quelli discrezionali delle commissioni d’esame, che al Sud largheggiano. Basta leggere l’ultimo rapporto dell’Invalsi, sulla prova quiz dell’anno scorso in terza media: i supervisori hanno denunciato a chiare lettere «comportamenti opportunistici» in Campania, Puglia, Calabria, Sicilia e in misura minore in Basilicata e Molise. In pratica, in tutto il Sud, i ragazzi copiano a man bassa davanti alle domande trabocchetto.
Lo hanno capito subito gli esperti che si sono ritrovati in mano dei questionari fotocopia. Irritante e anche un po’ inutile il giochino. Scoperto e denunciato. Già, ma di chi è la colpa di questa figuraccia? Chi permette agli studenti di copiare, peggio, chi fornisce loro le risposte giuste? I docenti ovvio, che spesso in questo modo fanno fare bella figura ai ragazzi e si mettono in bella mostra pure loro. Il perché si sa. Così al ministero dell’Istruzione c’è irritazione. Confermano che «la maturità è diventato solo un rito di iniziazione», con risultati «falsati geograficamente dal comportamento degli insegnanti ». Forse è per questo che il ministro Gelmini vuole distribuire borse di studio solo a chi supera test oggettivi e non ha chi può vantare voti eccelsi. La cancelliera Merkel, qui da noi in Germania, ha aperto la strada con le borse di studio basate solo sul valore.
La Gelmini in Italia intende fare altrettanto. Basta pastette nelle commissioni d’esame, basta suggerimenti nei questionari. Ora invece accade il seguente paradosso: quando si misurano gli apprendimenti a livello oggettivo, il Sud crolla di diversi punti percentuali rispetto al centro-Nord (salvo le copiature di massa, stanate dagli esperti della società Invalsi); quando si passa alle prove discrezionali, la situazione si capovolge. Anche l’ultima analisi dei temi della maturità conferma questa contraddizione. La scarsa padronanza della lingua italiana è drammatica al Sud e persino gli studenti liceali che hanno ripetuto qualche anno di scuola «mostrano livelli di competenza più bassi non solo di quelli dei loro compagni in regola, ma in molti casi anche di quelli degli stessi studenti in ritardo nei Tecnici e nei Professionali». E alla maturità magari pigliano il massimo dei voti.