„Götterdämmerung“, la caduta degli dei per il governo di Berlino colpito da due storiche batoste elettorali nei Länder Renania-Palatinato e Baden-Würtemberg. Sembra che gli elettori non abbiano perdonato alla Cancelliera ed al suo socio Westerwelle di non aver reagito ai crescenti timori della popolazione, in un momento in cui l’energia atomica è diventata sinonimo di paura.
Il governo di Berlino aveva appena prorogato i termini di graduale chiusura delle centrali atomiche, quando le immagini della catastrofe giapponese sono entrate nelle case dei tedeschi. In quel momento è scattata la prassi del “Aussitzen”, la tattica dell’attesa inerme degli eventi, creata dal mentore della Cancelliera, il suo mitico predecessore Helmut Kohl. Lo stesso comportamento era stato accettato di buon grado dall’opinione pubblica nella crisi libica.
Ma la paura e l’ansia che scatta nelle menti degli elettori spaventati dalle centrali atomiche davanti alle loro porte avrebbe richiesto una maggiore sensibilità. Ed è forse questo il prezzo che hanno pagato Cdu ed Fdp alle ultime regionali: la pessima comunicazione e la distanza gelida in un momento in cui la paura ha dominato anche i cuori degli elettori più fedeli. A nulla è servito un percorso a zigzag che ha portato poi alla chiusura delle centrali atomiche tedesche di prima generazione. Intendiamoci, anche la Spd con i Verdi al governo erano soliti cambiare rotta, inseguendo il vento del momento. Però lo stile di comunicazione di un Fischer e di uno Schröder erano nettamente diversi da quello di una Merkel e di un Westerwelle perennemente in giro con la puzza sotto il naso.
Chi invece è riuscito a commutare in successo elettorale le ansie delle famiglie sono stati i Verdi. I partiti al governo sembrano, infatti, aver dimenticato che la culla del movimento ecologista mondiale è proprio la Germania e che proprio in Germania il movimento, prima pacifista poi ecologista, è diventato partito politico con ambizioni di governo a livello nazionale. I Verdi allo zenit in questo momento in cui si sono rivelati profeti. Intendiamoci, negli anni in cui gli stessi Verdi con la Spd hanno governato, non sono riusciti a staccare la spina delle centrali atomiche. Gli stessi Verdi hanno dimostrato più di una volta di essere figli privilegiati della Realpolitik.
Furono loro a mettere la firma sotto l’intervento bellico in Jugoslavia, furono loro a mettere la firma sotto l’abolizione del diritto d’asilo nella costituzione tedesca e furono sempre loro ad accontentarsi di un addio all’energia atomica in un piano ventennale. Eppure i Verdi sono stati gli unici a trovare la via della com u n i c a z i o n e emotiva in un tema emotivamente sovraccarico. Già Merkel e Westerwelle avevano reagito infastiditi alle proteste della popolazione di Stoccarda contro il progetto “Stuttgart21” che vedeva sfregiata la vecchia stazione ferroviaria da un progetto futuristico odiato dai cittadini.
Ed è stata forse questa la differenza: l’incapacità di trasmettere agli elettori la sensazione di essere compresi. Merkel e Westerwelle somigliano tanto al Comintern di sovietica memoria, che riteneva dissidenti tutti coloro che intralciavano la realizzazione del piano quinquennale. Nel frattempo, mentre la redazione di questo numero è praticamente chiusa, giunge la notizia del ritiro di Westerwelle dalla segreteria del suo partito liberale. Prima eccellente conseguenza da una sconfitta elettorale che ha visto i liberali alle regionali sotto la soglia del 5%. Il caro Guido si accontenterà dell’incarico di Vice Cancelliere e di Ministro degli Affari esteri, lasciando le cose terrene del partito a qualcun altro? La cosa non migliorerà certamente la struttura comunicativa all’interno dell’alleanza a governo.
La Merkel avrà in futuro forse due interlocutori liberali. Il suo vice Westerwelle ed il segretario del partito liberale alleato. Le linee del governo saranno stabilite con il capo del partito della coalizione, gli interventi di politica estera con Westerwelle. Il segretario liberale uscente ha ammesso nel frattempo di aver concentrato troppo il suo partito su poche tematiche: l’economia, le agevolazioni fiscali, la cura degli interessi del ceto medio. E tutto il resto? L’ambiente, la politica sociale, la crescita economica? Questi sono tutti temi che rischiano di sfuggire dalle mani della Merkel per essere agguantati da una (altrettanto perdente Spd) ma soprattutto dai Verdi. L’ipotesi di uno spostamento dei Verdi verso il centro è possibile.
Vuoi vedere che in futuro torneremo al classico schieramento destra contro sinistra? E che il centro sarà formato dai Verdi (geneticamente conservatori) e dai democristiani (mai più in grado di raggiungere maggioranze assolute) mentre la sinistra sarà formata da “Die Linke” e dalla socialdemocratica Spd? Forse. Certamente la Signora Merkel non sta a guardare e mentre la Fdp cola a picco già lancia sguardi languidi verso i Verdi di Jürgen Trittin. Bisognerà vedere cosa sarà pronta a dare per questo amore nascente. Una centrale atomica? Due? Staremo a vedere.