Si è svolta a Pesaro, nell’ambito della Festa Democratica nazionale, la tavola rotonda sul tema “Riforma elettorale e voto degli italiani all’estero. Rappresentanza e politiche per gli italiani nel mondo”. Il dibattito è stato moderato dalla giornalista di Radio 24 Daniela Binello.
La tavola rotonda, è stata aperta dal responsabile del Pd per gli Italiani nel mondo Eugenio Marino che, dopo aver sottolineato la necessità di tutelare la conquista del voto all’estero per corrispondenza, ha ricordato la presentazione da parte del Pd, alla Camera ed al Senato, di una proposta di legge volta a migliorare e mettere in sicurezza l’espressione del voto delle nostre comunità nel mondo.
Marino ha anche auspicato chiarezza sui contenuti della bozza di riforma costituzionale Calderoli, dove potrebbe essere prevista la soppressione della circoscrizione Estero, e la realizzazione di politiche che sappiano valorizzare il voto all’estero nell’ambito di quello che è oggi il mondo moderno della globalizzazione e della internazionalizzazione delle imprese. Una proiezione verso l’estero, quella del nostro Paese, che potrebbe trarre grande giovamento dalle comunità italiane nel mondo e soprattutto da un riavvicinamento delle nuove generazioni italiane nate all’estero. “Il Partito democratico – ha infine precisato Marino dopo aver ricordato le tante iniziative poste in essere dal Pd attraverso i mezzi di comunicazioni per dare visibilità ai problemi delle nostre comunità – sta tentando di tenere alta l’attenzione della politica sugli italiani nel mondo e vuole portare avanti con le forze di maggioranza un dialogo trasparente per mettere in sicurezza l’esercizio del voto all’estero”. “Per superare il deficit di attenzione nei confronti degli italiani all’estero – ha affermato il deputato del Pd Marco Fedi, eletto nella ripartizione Africa, Asia, Oceania e Antartide, occorre essere realisti e superare posizionamenti di parte.
A dieci anni di distanza dal varo della legge ordinaria sul voto all’estero una valutazione va fatta”. Fedi ha inoltre auspicato alcune modifiche alla norma ordinaria del voto all’estero, come ad esempio l’adozione dell’opzione preventiva da parte di chi vuole votare per corrispondenza, – lo scopo è quello di realizzare un elenco degli elettori più preciso – l’aggiornamento degli indirizzi degli aventi diritto al voto, la stampa in Italia del materiale elettorale per l’estero, lo scrutinio dei voti in più sedi – una per ogni ripartizione – e l’inserimento nella busta grande del plico inviato agli aventi diritto al voto, che poi viene separato dalla busta più piccola contenente la scheda, della firma e di una fotocopia del documento d’identità dell’elettore. “Rimane aperta – ha aggiunto Fedi – la questione nodale della preferenza ovvero del meccanismo di voto. L’auspicio è che questo segua un’eventuale nuova legge elettorale italiana in modo che il meccanismo per il suffragio all’estero sia simile a quello utilizzato in Italia”.
Il deputato del Pd ha anche chiesto la modifica della legge di riforma di Comites e Cgie già approvata dal Senato. Una rete di rappresentanza che, per Fedi, appare fondamentale anche per il mantenimento dei contatti fra gli elettori delle varie comunità e i parlamentari della circoscrizione Estero. Dal Dal canto suo il senatore del Pdl Lucio Malan, relatore delle proposte di modifica della legge sul voto all’estero ha sottolineato come un’eventuale riforma costituzionale che prevedesse la riduzione del numero dei parlamentari avrebbe indubbiamente delle ripercussioni anche sulla consistenza numerica degli eletti all’estero, con possibili problemi, soprattutto al Senato, per quanto riguarda l’aumento dell’estensione territoriale delle singole ripartizioni della circoscrizione Estero.
Malan ha poi evidenziato l’impossibilità per la maggioranza, vista la presenza al suo interno di eletti all’estero il cui voto è molto importante per la stabilità del Governo, di sostenere l’ipotesi di un eliminazione della circoscrizione Estero o l’espressione del suffragio in loco presso i consolati. Il deputato del Pdl ha invece ritenuto accettabili alcune proposte del Pd di modifica dell’attuale legge sul voto all’estero, come l’introduzione di un opzione preventiva che, nel rispetto dei dettami costituzionali, faccia votare all’estero solo chi lo chieda e l’inclusione della fotocopia del documento di identità nel plico elettorale.
“Io credo – ha precisato Malan – che alla luce di possibili rischi di brogli sia invece pericoloso associare la preferenza al voto per corrispondenza. Meglio avere all’estero una lista bloccata”. Malan ha anche auspicato il superamento del mero criterio del risparmio per la messa in atto della ristrutturazione della rete consolare ed ha condiviso l’ipotesi di costituire dei Comitati elettorali presso i singoli consolati. “La legge sul voto all’estero – ha affermato Franco Pittau, curatore del Rapporto Migrantes sugli Italiani nel Mondo – è scarsamente sentita dalla popolazione italiana e questa può essere una cosa molto pericolosa. Un esempio che noi possiamo prendere è la legge sugli immigrati 40/98 quando il parlamento varò una norma che andrò molto oltre la sensibilità della popolazione italiana. E allora dobbiamo stati attenti perché questa legge sul voto, che è una cosa giusta, non è però una cosa scontata, perché in questa situazione italiana dove i problemi stanno diventando enormi tutto si pensa fuorché agli italiani nel mondo”.
“Abbiamo – ha aggiunto Pittau – tanti italiani nel mondo quanti sono gli immigrati in Italia, vi sono poi gli oriundi. Ci accorgiamo che dal punto di vista quantitativo questa realtà è importante, mentre dal punto di vista del travaso nella coscienza della popolazione vediamo che tutto questo non è avvertito . Noi operatori del settore dobbiamo dunque dire che qualche cosa l’abbiamo sbagliata, perché forse non abbiamo utilizzato tutte le leve per connettere la popolazione con la presenza italiana nel mondo”.
Secondo Pittau bisogna dunque svecchiare il modo di presentare i nostri connazionali all’estero, che sono mediamente più giovani della popolazione italiana, proponendo iniziative concrete unitarie e innovative che interessino davvero la gente. Dal canto suo il deputato del Pd Franco Narducci, eletto nella ripartizione Europa, ha auspicato un cambiamento di rotta della Lega Nord, che da sempre è contraria al voto, e l’apertura di un dialogo fra maggioranza ed opposizione sulla riforma della legge 459. “Questa Italia nel mondo più ampia e a 360 gradi – ha spiegato Narducci – è una risorsa straordinaria, ha grandissime potenzialità e deve trovare voce nel nostro Parlamento.
Se si dovesse procedere alla soppressione della circoscrizione Estero si aprirebbero due scenari. Il primo contemplerebbe la sola possibilità di votare tornando in Italia. Una seconda ipotesi potrebbe essere il voto per corrispondenza dall’estero per i collegi italiani. Un possibilità che però è sempre stata osteggiata dal mondo politico. Allora il rischio è quello – ha concluso Narducci – di un progressivo e accelerato distacco delle nostre comunità dal paese d’origine, soprattutto delle nuove generazioni nate all’estero e dei nuovi flussi migratori composti dai ‘cervelli in fuga’.
Il deputato del Pd Gianni Farina ha evidenziato come la Francia, seguendo l’esempio dell’Italia, si appresti ad istituire 11 collegi elettorali nel mondo che eleggeranno altrettanti rappresentanti all’assemblea nazionale con voto diretto e segreto che verrà espletato da circa un milione di cittadini francesi all’estero, su una comunità complessiva di un milione e mezzo di persone. “Questa scelta – ha precisato Farina – non è arrivata a caso, ma dopo un analisi di cosa è il mondo odierno e di quali sono oggi gli interessi delle singole nazioni. La comunità italiana nel mondo è un asse fondamentale per l’avvenire sociale, economico, politico del nostro paese questo lo dobbiamo sapere. Le nostre comunità rappresentano una ricchezza nel processo di competizione mondiale. Se non capiamo questo, allora è inutile discutere di voto all’estero”.
Farina ha poi evidenziato la possibilità, in caso di elezioni anticipate che impediscano una riforma più radicale, di migliorare la legge sul voto all’estero attraverso circolari interpretative dell’attuale norma che ad esempio consentano di stampare le schede in Italia, di scrutinare i voti in più sedi e di costituire, al fine di rendere più sicuro il voto, Commissioni elettorali paritetiche, con i rappresentanti dei partiti in campo, presso i vari consolati.