Giuseppe Boscia, ci racconti un po‘ di lei. Da quanto tempo è qui in Germania e di cosa si occupa.

La nostra è stata la prima famiglia di Gastarbeiter, nel Giugno del 1960, in un piccolo paese della Selva Nera. Mio padre, (il fabbro del nostro paese di origine, Santo Stefano di Camastra), era arrivato un anno prima, con un contratto di lavoro di due anni. A questi due anni, si sono aggiunti tutti i resti degli anni, fino ad oggi. Ho lavorato in proprio negli ultimi 35 anni, importando una parte della bellezza d’Italia, dalle ceramiche fino a vini pregiati, le degustazioni nel mio negozio (Carpe Diem) a Baden-Baden, con musica e canto classico erano quasi leggendari. Il negozio l’ho chiuso nel 2003 ma oggi vendo ancora vini ai miei vecchi clienti. Inoltre c’è in produzione un Cd con vecchie canzoni siciliane, registrate con un mio amico, Franco Zambito maestro di chitarra a Monaco di Baviera. Il Cd è un omaggio a Rosa Balistreri, che ho conosciuto negli anni 80 a Palermo, penso che sarà pronto per la fine di aprile.

Ultimamente è diventato anche autore scrivendo il libro "Erzähl mir von dir Papa" (Raccontami di te, papà). Come è nata l’idea di scrivere questo libro e perché?

Sono sposato con una Schwarzwälderin e abbiamo un figlio che si chiama Dario. Oggi ha 18 anni e studia in un collegio a Dublino. Quando era bambino e lo portavo a letto, gli leggevo delle fiabe in italiano, ho sempre parlato in italiano con lui e oggi ne è felice di questo. Una sera le mie letture, incominciarono ad annoiarlo e mi sentì dire „Papà raccontami di te, di quando tu eri bambino in Sicilia“. Questa richiesta ha fatto rinvenire in mente tutti i miei ricordi e così incominciai a raccontare le storie della mia infanzia. Mio figlio non si stancava mai di ascoltare, anzi desiderava saperne ancora di più, ed io travolto dalle mie emozioni, anche se raccontavo in terza persona, di un certo Peppino, gli ho raccontato tutto. Questa è stata la scintilla che mi ha portato a scrivere questo libro.

Di cosa parla nel libro?

È la mjia storia, una storia di emigrazione, vista dagli occhi di un bambino. La vita negli anni 50 in Sicilia, le cause che ha portato questa famiglia ad emigrare e infine l’esperienza di un Gastarbeiterkind all’inizio degli anni 60 in Germania.

Perché ha deciso di scrivere il libro in lingua tedesca?

La delusione di non aver potuto accedere al diritto di istruzione nella scuola tedesca è stata l’esperienza più mortificante nella mia vita. Nel mio caso le autorità tedesche, hanno fallito disumanamente, avevo appena compiuto 12 anni e in un primo momento mi è stata negata l’opportunità di frequentare una scuola. La mia sete di sapere mi ha fatto trovare l’amore per la lettura e così divoravo libri, anche se all’inizio non capivo niente. Scriverlo in tedesco questo libro, mi è sembrata una piccola rivincita. Perché ha voluto narrare la sua storia? Dopo la richiesta fattami da mio figlio e poi vederlo ascoltare con molto interesse, è stata quasi una logica conseguenza. Non era programmato fare un libro, ma l’inaspettato commento di mia moglie dopo il primo capitolo „Das hätte ich dir nicht zugetraut“ (non me lo sarei aspettato) ha fatto il resto.

Quale è la notizia che vuole dare ai lettori?
Che tutti i padri o madri, abbiamo una storia da raccontare ai propri figli.
Quali sono state le reazioni al suo libro da parte dei tedeschi?

È stato accolto con molto interesse e emozione, specialmente nella zona dove sono cresciuto. Anche se il mio Verlag (editore) è piccolo, con poche risorse economiche siamo riusciti vendere ca. 1500 copie. E forse uscirà anche una versione tascabile. Si può anche comprare da Amazon come E-Buch. Inoltre vengo invitato a tenere delle letture e presentare il mio libro, che accompagno con vecchie canzoni siciliane come anche in Badisch (dialetto tedesco della zona). La prossima presentazione sarà il 15 aprile ed è organizzata dalla Volkshochschule di Villingen-Schwenningen.

Verrà pubblicato anche in lingua italiana?
Penso di no, all’infuori che non trovi una casa editrice che l’ho traduce.
Ci sarà un seguito?
Ci sto pensando, aspetto la prossima scintilla.