È l’olio d’oliva in versione solida, che può essere spalmato sui panini o sulle fette di pane come fosse burro, un prodotto creato da un team di dieci ingegneri chimici dall’Università della Calabria con il ricorso a una tecnica innovativa chiamata “organogelazione.
Questo procedimento, brevettato a livello europeo, consente di amalgamare alcuni tipi di molecole in particolari condizioni di temperatura che modificando la consistenza dell’olio d’oliva lo trasformano in una gelatina o in una crema. Il vantaggio di questa tecnica è di non comportare alcuna alterazione dell’olio d‘oliva perché si tratta di un processo fisico che non modifica in alcun modo le proprietà oraganolettiche dell’olio di oliva.
Tra i vantaggi del nuovo prodotto “ready to eat” c’è anche quello di poter utilizzare l’olio d’oliva in bustine da aprire facilmente in qualsiasi situazione, per esempio in un picnic, senza correre il rischio di ungersi o di macchiarsi. Anche per l’olio d’oliva solido, comunque, ci sarà sempre il problema delle falsificazioni, un pericolo, oltretutto, destinato ad aumentare dopo la comparsa della xylella, un batterio che colpisce gli alberi dell’olivo causando gravi danni alla produzione dell’olio d’oliva soprattutto in alcune zone della Puglia dove dallo scorso anno l’epidemia sta imperversando.
Il piano degli interventi, almeno per quanto riguarda la decapitazione degli alberi dell’olivo nel Salento, procede a rilento e in qualche zona è stato per il momento bloccata dai ricorsi presentati dai proprietari degli uliveti. Per altri tipi d’intervento meno incisivi, invece, il piano prosegue. Per i produttori del Salento si tratta di una seria minaccia perché più il tempo passa, più il micidiale batterio si diffonde con grande pericolo per l’esistenza stessa dei secolari uliveti pugliesi.
Intanto, in seguito al calo considerevole della produzione italiana di olio d’oliva, stimata per il 2015 attorno al 35%, sul mercato e anche su quello tedesco già va evidenziandosi un visibile aumento dei prezzi dell’olio d’oliva extravergine. Come s’è tutto ciò non bastasse, si avrà anche un calo della produzione in Spagna che quest’anno raggiungerà il livello più basso degli ultimi quindici anni. A beneficiare della crisi in atto saranno soprattutto i produttori greci d’olio d’oliva, sinora completamente risparmiati dai micidiali attacchi dei batteri della xylella.
L’aumento dei prezzi dell’olio d’oliva extravergine, un prodotto che è alla base della dieta mediterranea, provocherà inevitabilmente una proliferazione delle frodi con oli qualitativamente meno pregiati importati da Spagna, Grecia e Marocco. Oli che costano meno di un terzo rispetto all’olio italiano. Opportunamente trattati questi oli d’oliva d’importazione saranno venduti sul mercato da alcuni produttori senza scrupoli come olio extravergine “made in Italy”. In una delle prossime puntate vedremo di capire come sia possibile riconoscere questi oli contraffatti .