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di Raffaele Iaria

All’indomani della strage nei bar della comunità turca in cui sono sono morte 11 persone e 4 sono rimaste ferite, parlano religiosi e laici tra cui padre Tobia Bassanelli, delegato nazionale che rappresenta e coordina i sacerdoti che assistono gli italiani in tutto il territorio tedesco. La crescente xenofobia contrastata dalla capillare opera di accoglienza e d’integrazione delle chiese. Il cordoglio del cardinale Gualtiero Bassetti

Una vera e propria strage con undici morti e quattro feriti. E’ quanto avvenuto nella serata d mercoledì 19 febbraio in Germania nella città di Hanau non lontana da Francoforte. Nove le persone uccise durante due diverse sparatorie oltre alla madre e al presunto killer trovati morti nella loro abitazione. Il tutto è avvenuto in tarda serata in un bar shisha e pochi minuti dopo davanti a un bar tabaccheria distante qualche centinaio di metri. Un atto che ha “senz’altro un movente xenofobo”, come ha confermato il ministro dell’Interno del land dell’Assia, la regione dove si trova Hanau. A compiere l’attentato un cittadino tedesco, di 43 anni, con porto d’armi definito dalla stampa come “un estremista di destra”, spinto dall’ odio per gli stranieri.

L’ intera comunità di Hanau, 90mila abitanti nella diocesi di Fulda (dove risiedono oltre 25mila cittadini stranieri), è sotto shock per quanto avvenuto. Il vescovo di Fulda,  mons. Michael Gerber, ha seguito le notizie del “terribile attentato” con “molto sgomento”: ci turbano profondamente – ha scritto – le informazioni che stiamo attualmente apprendendo sulle motivazioni di questo crimine”. Il presule ha anche scritto al sindaco di Hanau Claus Kaminsky per esprimere “cordoglio e solidarietà” evidenziando che “per i cittadini di Hanau, questo attentato rappresenta una profonda cesura”. Tutte le comunità della diocesi sono state invitate a includere una preghiera per le vittime di Hanau nelle funzioni della prossima domenica mentre stasera è prevista una veglia di preghiera alla quale parteciperà anche la comunità italiana che esprime vicinanza ai cittadini di Hanau e alle famiglie dei morti e feriti. Il missionario italiano di Hanau, padre Antonio Gelsomino, ha appreso la notizia mentre partecipava ad un incontro pastorale territoriale: “siamo tutti colpiti per questa tragedia”. Nelle prossime ore il religioso si farà promotore di un incontro di preghiera per le vittime” mentre domenica nella celebrazione eucaristica con la comunità italiana “si pregherà per le vittime e per le famiglie”. Nella città di Hanau, ci dice, vivono circa 4000 italiani con passaporto mentre nell’ intera Germania, secondo il Rapporto “Italiani nel Mondo” della Fondazione Migrantes, risiedono circa 765mila nostri connazionali.

“Solidarietà” viene espressa anche dalla Delegazione delle Missioni cattoliche Italiane in Germania (80 in tutto il territorio tedesco): “una vera e propria tragedia” che colpisce l’ intera popolazione, dice il delegato nazionale padre Tobia Bassanelli. Una “tragedia” che si aggiunge ad altri episodi di intolleranza avvenute nelle settimane scorse. Atti questi che “creano allarme in tutti noi ma che preoccupano sia la politica che la società civile. L’ odio è veleno per la società e crea paura. E la reazione in diverse città contro la xenofobia rappresenta un segno positivo”. “In questo momento, pieni di commozione, siamo vicini ai nostri fratelli tedeschi per quello che è avvenuto: questo terribile scempio, questo attentato che offende profondamente la dignità umana”, ha detto da Bari il presidente della Cei, il  card. Gualtiero Bassetti:  “chi semina odio, raccoglie tempesta” ha detto commentando la motivazione che ci sarebbe dietro la strage. “Siamo uniti, siamo solidali e assicuro le preghiere della Conferenza episcopale italiana e delle Conferenze episcopali di tutti i Paesi bagnati dal Mediterraneo riuniti qui a Bari”.

“Siamo giunti nel terzo millennio, le varie guerre mondiali e ciò che quotidianamente succede in vari paesi del mondo ancora non hanno permesso di capire che, solo avendo come base l’ amore verso il prossimo si potrà avere un mondo migliore, ciò che le comunità italiane in Germania cercano di esprimere nella quotidianità”, dice il missionario di Hamburg, don Pierluigi Vignola aggiungendo che, “purtroppo, con grande tristezza, bisogna ammettere che la xenofobia non conosce confini”. In Germania il razzismo e la xenofobia sono “più accentuati proprio nelle regioni e città dove vi è una particolare situazione sociale; dove  il tasso di precarietà è più alto”. L’ italiano “qui presente” è “consapevole del suo essere comunque in terra straniera” e si impegna ad un percorso di integrazione che porta ad società aperta, democratica e solidale, senza razzismo e discriminazione. Questo è il futuro dell’ Europa e dei nostri connazionali che vivono all’ estero”.

I fatti avvenuti – ci spiega Edith Pichler, originaria dal Trentino-Sudtirolo,  docente all´Istituto di Sociologia all’ Università di Potsdam ed esperta di relazioni italo-tedesche – “sono molto preoccupanti. In Germania si è  creato un clima di odio e di disprezzo. Un clima – spiega –  fomentato a volte da alcuni movimenti nati negli ultimi anni e che cercano consensi. E il rischio è quello di creare situazioni tragiche come questa”. In questo caso è stato “determinante” anche il fattore religioso: i turchi sono prevalentemente mussulmani anche se “non hanno mai rappresentato un problema. Insieme agli italiani hanno contributo allo sviluppo economico della Germania in tanti modi: da imprenditori, professionisti, operai nelle principali aziende del paese”.

E nella zona si registra preoccupazione: “ora ho paura, ho paura che possa succedere di nuovo”, dice qualcuno  mentre la città si prepara alla veglia che si tiene alle 18 di giovedì 20, sull’ antica piazza del mercato. Altre iniziative sono previste a Francoforte e davanti alla Porta di Brandeburgo a Berlino.

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