di Pierluigi Vignola

Secondo la più accreditata interpretazione la parola ‘carnevale’ deriverebbe dal latino carnem levare (“eliminare la carne”), poiché indicava il banchetto che si teneva l’ultimo giorno di Carnevale (Martedì grasso), subito prima del periodo di astinenza e digiuno della Quaresima

Sembra che sia distante, che il tempo scorra lento, eppure entriamo nel mese del Carnevale nonché dell’inizio della Santa Quaresima. In molti, soprattutto i più piccini, attendono con ansia che giungano determinate feste, sia per poter divertirsi e sia per poter gustare in modo particolare i dolci di questo periodo. Il carnevale è una festa che si celebra nei Paesi di tradizione cristiana e in particolare in quelli di rito cattolico. Secondo la più accreditata interpretazione la parola ‘carnevale’ deriverebbe dal latino carnem levare (“eliminare la carne”), poiché indicava il banchetto che si teneva l’ultimo giorno di Carnevale (Martedì grasso), subito prima del periodo di astinenza e digiuno della Quaresima.

In alternativa si è ipotizzato che il termine possa invece aver tratto origine dall’espressione latina carne levamen (avente l’analogo significato di “eliminazione della carne”), oppure dalla parola carnualia (“giochi campagnoli”) o ancora dalla locuzione carrus navalis (“nave su ruote”, quale esempio di carro carnevalesco) se non addirittura da currus navalis (“corteo navale”), usanza di origine pagana e occasionalmente sopravvissuta fino al XVIII secolo tra i festeggiamenti del periodo. In ogni caso nel mese del Carnevale ogni città è invasa da maschere e coriandoli, luci e colori che creano un’atmosfera di festa unica. Vi è anche chi fa risalire le origini del Carnevale ai Saturnali romani – e quindi antichissime – che si celebravano in onore del nuovo anno, ma anche ai Lupercalia e alle Dionisiache. Durante le feste dionisiache e saturnali si realizzava un temporaneo scioglimento dagli obblighi sociali e dalle gerarchie per lasciar posto al rovesciamento dell’ordine, allo scherzo e anche alla dissolutezza.

Da un punto di vista storico e religioso il carnevale rappresentò, dunque, un periodo di festa ma soprattutto di rinnovamento simbolico, durante il quale il caos sostituiva l’ordine costituito, che però una volta esaurito il periodo festivo, riemergeva nuovo o rinnovato e garantito per un ciclo valido fino all’inizio del carnevale seguente. Il ciclo preso in considerazione è, in pratica, quello dell’anno solare. Nel mondo antico, romano, la festa in onore della dea egizia Iside, importata anche nell’impero Romano, comporta la presenza di gruppi mascherati, come attesta lo scrittore Lucio Apuleio nelle Metamorfosi (libro XI). Presso i Romani la fine del vecchio anno era rappresentata da un uomo coperto di pelli di capra, portato in processione, colpito con bacchette e chiamato Mamurio Veturio. Durante le antesterie passava il carro di colui che doveva restaurare il cosmo dopo il ritorno al caos primordiale. Il carnevale nel calendario liturgico cattolico-romano è collocato tra l’Epifania (6 gennaio) e la Quaresima. Una festa, pertanto, caratterizzata da uno smodato godimento di cibo, bevande e piaceri sensuali, concessa come sfogo alle classi meno abbienti, e caratterizzato dal temporaneo sovvertimento dell’ordine sociale, ma nel corso dei secoli il carnevale si è arricchito di sfumature sempre nuove e diverse.

Esistono in Italia carnevali di antiche tradizioni e noti a livello internazionale, capaci di attrarre ogni anno migliaia di visitatori da tutto il mondo, occasione per visitare il Bel Paese. Tra i più importanti c’è sicuramente il Carnevale di Venezia. Istituito dalle oligarchie veneziane per concedere alla popolazione un periodo dedicato al divertimento e ai festeggiamenti, la sua caratteristica dominante è il mascheramento, nato per annullare ogni forma di appartenenza sociale, sessuale o religiosa. Oggi il Carnevale di Venezia è una suggestiva festa popolare considerata unica per storia, atmosfere e travestimenti. Nelle due settimane di Carnevale nella Laguna si può assistere a numerosi manifestazioni di piazza ed eventi di ogni tipo come anche a feste private e balli in maschera all’interno dei grandi palazzi veneziani dove calarsi negli antichi splendori. Tra i momenti di maggiore fascino si ricorda lo spettacolare Volo dell’Angelo, anch’esso legato alla tradizione (il primo ad effettuarlo fu un acrobata turco nella metà del 1500), prevede che un artista in carne ed ossa, assicurato ad un cavo metallico, effettui la sua discesa sulla corda dal Campanile di San Marco verso il Palazzo Ducale. Un altro famoso carnevale è quello storico d’Ivrea, cittadina piemontese, in provincia di Torino.

Si tratta di una delle feste più antiche del mondo, istituzionalizzata nel 1808 e famosa per la suggestiva Battaglia delle arance. Il carnevale rievoca infatti la guerra civile scoppiata tra i popolani e le truppe reali all’indomani dell’uccisione dell’odiato tiranno Raineri di Biandrate, da parte della Mugnaia. La battaglia prevede che squadre di aranceri a piedi (ossia il popolo) difendano le loro piazze dagli aranceri su carri (ossia l’esercito) a colpi di arance (che rappresentano le frecce), mentre tra le vie della città sfila il corteo della Mugnaia che distribuisce dolci e regali alla popolazione. Inoltre, alla sfilata tradizionale lungo le vie cittadine, nei tre giorni di carnevale, partecipano carri, gruppi folcloristici e bande musicali che provengono dalle altre regioni italiane e da diversi paesi europei. In Toscana si festeggia invece il Carnevale di Viareggio, uno dei più importanti e apprezzati al mondo (l’edizione del 2011 ha visto partecipare alla sfilata 325.000 persone). Nato nel 1873 come manifestazione in maschera di ricchi borghesi scontenti di pagare tasse troppo alte, nel corso degli anni la sua caratteristica principale sta nei grandi, colorati e movimentati carri allegorici che sfilano lungo la passeggiata a mare viareggina e sui quali troneggiano enormi caricature in cartapesta dei big della politica, della cultura o dello spettacolo. Carri straordinari con movimenti sempre più complessi movimenti ed effetti scenografici grandiosi che ogni anno mostrano un esempio del perfetto connubio tra le capacità artistiche delle maestranze toscane e la padronanza delle tecnologie.

I festeggiamenti maggiori avvengono il Giovedì grasso e il Martedì grasso, ossia l’ultimo giovedì e l’ultimo martedì prima dell’inizio della Quaresima. In particolare il Martedì grasso è il giorno di chiusura dei festeggiamenti carnevaleschi, dato che la Quaresima nel rito romano inizia con il Mercoledì delle ceneri. Tradizionalmente nei paesi cattolici, il Carnevale aveva inizio con la Domenica di settuagesima (la prima delle nove che precedevano la Settimana santa secondo il calendario gregoriano); finisce il martedì precedente il mercoledì delle ceneri che segna – come già ricordato – l’inizio della quaresima. Il momento culminante si ha dal giovedì grasso fino al martedì, ultimo giorno di carnevale (Martedì grasso). Questo periodo, essendo collegato con la Pasqua (festa mobile), non ha ricorrenza annuale fissa ma variabile. In realtà la Pasqua cattolica può cadere dal 22 marzo al 25 aprile (calcolo della Pasqua) e intercorrono 46 giorni tra il Mercoledì delle ceneri e Pasqua. Ne deriva che in anni non bisestili il martedì grasso cade dal 3 febbraio al 9 marzo. Per questo motivo i principali eventi si concentrano in genere tra i mesi di febbraio e marzo. Il Tempo di carnevale, inoltre, era detto anche “Tempo di settuagesima” e considerato come un momento per riflettere e riconciliarsi con Dio. Si celebravano le Sante Quarantore (o carnevale sacro), che si concludevano, con qualche ora di anticipo, la sera dell’ultima domenica di carnevale.

La Chiesa cattolica ha però, durante il corso della storia, anche condannato il carnevale in quanto contrario ai dettami di rigore imposto dall’istituzione stessa. Secondo antiche tradizioni il carnevale durava l’intero periodo invernale, dal giorno di commemorazione dei defunti sino al primo giorno di Quaresima e il travestimento serviva non a nascondere la propria identità sebbene a rimandarne a un’altra. L’antica tradizione riporta anche alla celebrazione del ricordo della strage degli innocenti allorquando un bambino nominato episcopellus esercitava il suo effimero potere semel in anno sino al giorno del 28 dicembre, dì indicato per il ricordo della strage di infanti ordinata da Erode. Papa Benedetto XVI ha rimarcato che per i cattolici il Carnevale ha direttamente a che fare con il sentimento di “umanità” cristiana in quanto tale festa è “espressione di gioia”.

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