In finale: 4-2 dell’Hertha Berlino all’ Hoffenheim di Stefano Russo e Domenico Alberico

Il torneo di calcetto del Glaspalast di Sindelfingen (Stoccarda) gode ormai da 28 anni di fama mondiale. In questa palestra hanno giocato ragazzi di U19, esplosi poi in campo internazionale come Thomas Doll, che nel 1991 dall’Amburgo passò alla Lazio; Mesut Özil, Manuel Neuer, Sami Khedira, Mario Gomez, Joshua Kimmich, Sebastian Rudy, Marvin Comper e tanti altri.

Da bordo campo hanno sbraitato anche tecnici che si sono poi affermati nel grande calcio: Thomas Schaaf, Ralf Rangnick, Michael Skibbe , Ulrik Le Fevre, Christian Streich, Thomas Tuchel, Carlos Dunga, Rodolfo Cardoso, Oliver Neville, Marco Pezzaiuoli due anni fa: mentrel’anno scorso a salire sul podio più alto col suo Hoffenheim è stato Domenico Tedesco, oggi allenatore dello Schalke 04, attualmente unico allenatore di Bundesliga d’origine italiana in Germania.

La carica più forte sia per allenatori che per gli atleti è il confronto internazionale di tecniche, tattiche, velocità, dribbling e agilità.

In ogni edizione i due gironi sono composti da 4 giovanili di Bundesliga e da 4 straniere europee o extraeuropee. Quest’anno hanno aderito: VfB Stoccarda, Hertha Berlino, Víkingur Reykjavík, Grasshoper Zurigo, Hoffenheim, Colonia, Panathinaikos Atene e Bayern Monaco.

A dominare la scena sono state le quattro tedesche.

Nel confronto per la finalina ha avuto la meglio il VfB Stoccarda per essersi imposto sul Bayern Monaco per 4-3 negli ultimi 5 secondi di gioco.

La finale se l’è aggiudicata l’Hertha Berlino, che è stata capace di pareggiare lo svantaggio negli ultimi secondi del primo tempo e di rifilare negli ultimi due minuti del secondo tempo 3 reti all’Hoffenheim, detentore della 27a edizione.

Grande è stata la delusione dei due italiani dell’Hoffenheim: il 17enne Stefano Russo, classico difensore centrale ed il 19enne Domenico Alberico, attaccante di fascia.

Entrambi sono espressione della nostra terza generazione in Germania e sognano (legittimamente) di potersi affacciare fra qualche anno al grande calcio. L’attaccante Alberico ha come modello di riferimento Vincenzo Grifo, centrocampista esterno e forse principale protagonista, due anni fa, della promozione del Friburgo in Bundesliga segnando 14 reti in 31 presenze. Oggi indossa la maglia neroverde del Borussia Mönchengladbach con cui si è legato da contratto fino al 30 giugno 2021. Alberico come Grifo è nato a Pforzheim dove fin dall’età di 5 anni ha cominciato a sviluppare la passione per il pallone. Dal 2012 è in forza all’Hoffenheim ove riesce a coniugare scuola/formazione professionale e calcio.

La vita di convitto non è facile, perché impone rigoroso rispetto delle regole, fatte di tante rinunce e di tanti sacrifici. La Società si accolla tutte le spese di vitto e alloggio, ma in cambio chiede applicazione a scuola, educazione ed impegno agonistico.

A rincorrere il grande sogno di poter fare, in un giorno non lontano, il salto nel grande calcio professionistico, Domenico Alberico ha in squadra un compagno italiano, che è il 17enne Stefano Russo, difensore centrale, nato e cresciuto a Ludwigshafen e dal 2012 milita anche lui nelle giovanili dell’Hoffenheim. (Per entrambi il contratto scade il 30 giugno prossimo).

Anche loro come altri 20 giovani in età fra i 15 ed i 19 anni vivono in un convitto, frequentano un Fachgymnasium o istituto professionale e con la vita scolastica devono coniugare quotidianamente: allenamenti e la disputa di gare sia campionato di categoria che di Coppa Germania.

Domenico Alberico e Stefano Russo militano nella stessa squadra U19 che si è qualificata per la semifinale di Coppa Germania e in campionato guida attualmente la classifica.

Il successo della squadra accende ovviamente i riflettori su ogni singolo giocatore. E chissà che la dea Fortuna non bussi presto anche alla loro porta?

Ad entrambi si può solo augurare di continuare a far bene, ad essere educati e disciplinati, sviluppare le potenzialità tecniche, tattiche ed atletiche per affermarsi sia in campo che fuori.

In questo processo di crescita anche umana è senza dubbio di vitale importanza la famiglia, le buone amicizie che condividono gli alti e bassi , le vittorie e le sconfitte di quell’ambiziosa passione che si chiama Calcio.

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