Per evitare la concorrenza sleale nei confronti dei lavoratori e delle aziende europee, si impongono multe ai paesi terzi che si ritiene facciano dumping sui mercati europei. Il Parlamento europeo sta studiando una nuova metodologia di calcolo dei dazi anti-dumping in cui la base dei calcoli sono le “distorsioni significative del mercato”

Banane dal Sud America, calzature dalla Cina, tessuti dalla Turchia. Talvolta le merci sono vendute all’Europa a prezzi bassissimi – il cosiddetto dumping – che può minacciare le industrie e i posti di lavoro europei. Per contrastarlo si impongono dazi anti-dumping.

Nel mondo del commercio globale, vi sono due principali tipi di economie: un’economia di mercato ed una non di mercato.

In una economia di mercato, i prezzi sono determinati dalle regole della domanda e dell’offerta, con un’interferenza limitata da parte dello stato. In un’economia non di mercato i prezzi possono essere stabiliti dallo stato.

Uno dei maggiori partner commerciali della UE è la Cina, trattata come un’economia non di mercato. Ciò significa dazi antidumping più elevati. La Cina ha chiesto alla UE di concederle lo stato di economia di mercato. Ma con la nuova legge, le classificazioni non avranno più importanza. La Commissione UE potrà decidere quali dazi imporre basandosi su criteri quali l’interferenza statale nel paese, e non sul tipo di economia.”Non è protezionismo, ma è uno strumento che, anzi, pone al centro la necessità che ci sia una libera concorrenza di mercato ma, allo stesso tempo, a parità di condizioni”, dichiara l’Euro deputato Salvatore Cicu.

Il Parlamento Europeo sta vagliando la nuova legislazione per garantire che il significato e l’ambito di applicazione dei criteri siano totalmente trasparenti. Lo scopo: condizioni commerciali più eque per le aziende della UE.

Regole europee anti-dumping: difesa contro la concorrenza sleale nel commercio

I deputati europei chiedono regole contro il dumping per proteggere l’industria e i posti di lavoro europei dalle importazioni a basso costo. In alcuni casi aziende estere che vogliono accedere ai mercati europei vendono i propri prodotti a prezzi molto bassi, anche più bassi di quelli del loro stesso mercato interno, a discapito delle aziende europee.

Questo fenomeno viene chiamato dumping. Si verifica quando le aziende esportatrici di prodotti a prezzi ribassati in maniera anormale beneficiano di scarsa competizione domestica e pesante interferenza statale in loro favore nel processo di produzione. In alcuni casi i prezzi bassi sono anche una conseguenza del mancato rispetto degli standard internazionali di salvaguardia dell’ambiente e dei diritti dei lavoratori.

I dazi anti dumping sono una delle misure che l’Unione europea può adottare per contrastare l’importazione di questi prodotti.

L’imposizione di regole anti-dumping: protezionismo o protezione del libero mercato?

A questo proposito la Commissione per il commercio ha votato martedì 20 giugno un aggiornamento delle regole che gestiscono il modo in cui i dazi posso essere imposti. Un aggiornamento si era reso necessario per meglio riflettere l’attuale situazione del commercio internazionale, a partire dalle regole dell’OMC (Organizzazione mondiale del commercio/WTO) per il commercio fra la Cina e il resto del mondo.

Il maggior numero delle circa 40 misure anti dumping e anti-sussidi dell’Unione europea sui prodotti dell’acciaio riguarda le importazioni provenienti dalla Cina.

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