Nella foto: Quadro di Gaetano Franzese. Foto di ©Franzese

Si è conclusa il primo marzo la mostra del pittore napoletano Gaetano Franzese al vecchio Municipio di Saarbrücken

Gaetano Franzese è un artista cittadino del mondo. Dopo aver concluso la sua carriera come ballerino solista presso il Saarländisches Staatstheater, è rimasto nella sua patria adottiva nel Saarland e ha seguito una formazione come scenografo teatrale. Attraverso corsi e workshop, ha approfondito le sue competenze nelle arti visive e ha trovato il suo stile personale. Ora si dedica non solo alla pittura, ma anche al lavoro tridimensionale. Franzese ha esposto sia in patria che all’estero e ama collaborare con amici artisti di diverse discipline, mantenendo fedeltà alla scena teatrale come regista e assistente alla regia presso il teatro statale

Amor vincit omnia, cosa si nasconde dietro a questa affermazione?

Chiaramente l’amore che vince su tutto e che è un po’ diventato il mio mantra in questi ultimi anni. Devo anche dirti che la mostra ha anche un sottotitolo e cioè “Amor vincit omnia- io tu noi”. Quindi è un po’ lo stare insieme, un po’ il cercare nell’altra parte, nell’altra parte di te e in un’altra persona. E poi questo “amour vincit omnia “ vale per me ma, ovviamente, non l’ho inventato io. Già nei quadri di Leonardo e di Caravaggio compare l’”amor vincit omnia” o “il vincit omnia amor”. È un grido di speranza di sempre, di speranza che l’amore possa vincere su tutto. Concetto valido soprattutto in questo periodo di guerre, di brutture e di grigiore mondiali. Insomma, che l’amore possa avere la meglio su tutto quello che l’uomo ha in sé. Proprio con il rapporto con il prossimo, con gli altri esseri viventi, con il pianeta, con il vicino e con il partner.

Qual è il fil rouge che collega i quadri che hai esposto in questa mostra?

Bene, i quadri esposti non sono quadri fatti appositamente per questa mostra. Quando mi hanno chiesto se avessi un titolo ho optato per “Amor vincita omnia” che è un sentimento sempre ricorrente nel mio lavoro. Allora sono andato a prendere un po’ di quadri vecchi. Ho esposto anche quadri che hanno una ventina d’anni, una decina d’anni, e li ho poi rielaborati e a volte solo rispolverati. La mostra si è articolata sui tre livelli dell’edificio. Al secondo piano ci sono dei quadri che io ho fatto qualche anno fa insieme al mio amico e collega, Volker Schmidt, conosciuto meglio con il suo nome d’arte Gliaugir. È una cosa che facevamo già qualche anno fa, dal titolo “Bewegung-Begehung”. E anche qui ci sta questa comunicazione fra due artisti sulla stessa tela. Infatti, al secondo piano ci sono i quadri, proprio tutti questi quadri, che abbiamo fatto all’epoca, più altri lavori nuovi che abbiamo fatto proprio qualche settimana prima della mostra.

Quindi per riassumere, quanti anni vengono ricoperti da questi quadri?

Proprio una ventina d’anni. Gli ultimi vent’anni.

Guardando i quadri che avevi esposto, ho notato che alcuni, invece del prezzo, avevano l’indicazione “invendibili”. Come mai?

Ah sì, questa è una cosa che abbiamo deciso io e Volker, perché ci sono dei pezzi che abbiamo fatto insieme, che ci piacciono talmente tanto e che vorremmo conservare. È capitato, infatti, che proprio uno di questi quadri ha suscitato l’interesse di una visitatrice che avrebbe voluto assolutamente acquistarlo. Abbiamo gentilmente rifiutato ma anche ringraziato con tutto il cuore.