Nella foto: Binari. Foto di ©Pixabay

Rubrica a cura dei patronati Acli Germania, Inca Cgil e Ital-Uil. Questo mese Daniela Bertoldi di Acli Germania

In quasi tutti gli Stati europei esistono delle prestazioni previdenziali che sono legate alla residenza e che hanno lo scopo di sostenere economicamente i cittadini. Si tratta di sostegni ai pensionati e a coloro che hanno una capacità lavorativa ridotta. Alcune di queste sono esportabili, cioè possono essere trasferite in un altro Paese, mentre altre sono legate alla residenza nel Paese che le paga e non sono trasportabili.

Spesso ci capita di essere contattati dai figli di pensionati che vivono in Italia, che chiedono notizie su come fare per far trasferire i genitori e le loro pensioni in Germania. Dare una risposta chiara alle loro domande non è sempre facile perché molti non sanno neanche di avere prestazioni a sostegno del reddito o comunque che le pensioni che prendono non possono essere pagate all’estero. Quindi, prima di poter dare una risposta, è necessario capire il tipo di pensione che la persona prende e sapere se questo tipo di prestazioni vengono pagate anche all’estero.

Se una persona percepisce una pensione dovuta a contributi versati, questa può essere trasferita dall’Italia alla Germania senza problemi. Sicuramente trasferibili sono anche la quattordicesima e gli assegni familiari/al nucleo familiare per il coniuge a carico. Per queste due prestazioni va ricordato che ogni anno va presentata la dichiarazione dei redditi attraverso gli uffici di Patronato per non incorrere nell’eliminazione della prestazione e al conseguente indebito.

Non può essere trasferito invece il trattamento minimo che viene pagato direttamente sulla pensione se non si superano determinati redditi (per i pensionati non coniugati o legalmente separati, l’attuale limite di reddito annuo è pari a da 7.329 euro – sopra questa cifra, l’integrazione al minimo è versata, ma in misura minore, fino ad azzerarsi a quota 14.657 euro– per i pensionati coniugati o uniti civilmente, il reddito complessivo non deve superare 29.314 euro, ma l’integrazione si riduce a partire da 21.986 euro).

Anche la maggiorazione sociale, pagata sulle pensioni dei pensionati che non superano i 7.004,92 euro (non coniugati) e i 12.958,79 euro (coniugati) non può essere trasferita.

Nel caso quindi di trasferimento di residenza all’estero, questi pensionati si vedranno ridurre la pensione all’ammontare di pensione che spetta sulla base dei contributi versati. Si può pertanto incappare in una decurtazione anche importante.

Altro discorso invece sono le pensioni che hanno uno scopo assistenziale. Parliamo quindi delle pensioni di invalidità civili e degli assegni sociali. Queste pensioni, che vengono pagate a coloro che hanno raggiunto determinati requisiti di invalidità o di età, ma non hanno i requisiti contributivi, sono totalmente dipendenti dalla residenza in Italia. Quindi se una persona ha una di queste pensioni, trasferendo la residenza in Germania perderà totalmente il diritto alla prestazione.

Spesso l’INPS non si accorge subito del trasferimento ma quando se ne accorge l’indebito è programmato e normalmente sono cifre ingenti, che vanno restituite e il debito verso l’INPS è ereditabile.

Da parte della Germania invece abbiamo la Grundsicherung, di cui abbiamo già parlato e che va ad integrare la pensione, sia di anzianità/vecchiaia sia di invalidità tedesca. Anche qui la residenza in Germania è fondamentale per poterla ricevere e viene tolta appena ci si trasferisce all’estero. Essendo due enti diversi che pagano la pensione e la Grundsicherung, non si presentano le stesse difficoltà a identificarle che invece si possono presentare con le pensioni INPS, visto che in Italia queste prestazioni sono erogate dallo stesso ente.

Come fare allora a prevenire indebiti per trasferimento di pensioni italiane?

È consigliabile contattare un Patronato e chiedere se la pensione è trasferibile. Questo, solitamente, si capisce già dalla sigla delle pensioni, se sono assegni sociali (AS) o pensioni di invalidità civili (INVCIV), mentre le integrazioni o le maggiorazioni si possono verificare sul modello ObisM che si può scaricare dal sito INPS (se si è in possesso delle credenziali di accesso) oppure richiedere a un patronato di riassumere le informazioni delle pensioni INPS che sono in pagamento.

Per non avere cattive sorprese è quindi fondamentale fare la verifica prima del trasferimento all’estero e dell’iscrizione all’AIRE.