Nella foto: Alan Saiz-Sanchez, Angelo Attademo, Lorella Bortolamai e Margret Bretzel

Omaggio della Comunità cattolica italiana di Stoccarda a Giovanni Battista Scalabrini, santo degli emigrati. Rappresentazione 7 ottobre ore 19 al Römerkastell di Stoccarda-Bad Cannstatt

Ad un anno dalla canonizzazione del Vescovo di Piacenza, sabato 7 e domenica 8 ottobre la nostra comunità cattolica, che nella sola città di Stoccarda conta 16.000 residenti, si sta preparando alla solenne celebrazione del primo anniversario di elevazione agli onori degli altari di san Giovanni Battista Scalabrini. La celebrazione squisitamente religiosa avverrà domenica 8 ottobre alle ore 11.30 nella Chiesa di Sankt Georg in Stoccarda, Heilbronnerstrasse.

Essa sarà preceduta, sabato 7 ottobre alle ore 19, da una rappresentazione al Römerkastell di Stoccarda-Bad Cannstatt. L’arduo compito di rappresentare l’opera scalabriniana è stato affidato ad Angelo Attademo, regista e fondatore della nota compagnia teatrale Le Maschere.

L’idea nasce in occasione della celebrazione del 40° di sacerdozio di padre Daniele Sartori, missionario scalabriniano, a Stoccarda da oltre un decennio.

La modalità non sarà una recita, ma la lettura di testi, intercalata da musica dal vivo.

Ma allora, quali sono gli aspetti che costituiranno il filo conduttore delle rievocazione? L’abbiamo chiesto al regista Angelo Attademo:

La vita stessa di San Giovanni Battista Scalabrini è degna di una rappresentazione teatrale, nel suo slancio coraggioso e innovativo con il quale ha guardato ed affrontato la realtà, allora emergente della prima emigrazione italiana. All’interno della cornice storica di un’ Italia appena costituita, la biografia del Vescovo Scalabrini, letta a più voci, condurrà il pubblico dal piccolo paese del comasco che gli diede i natali, alla visita a dorso di cavallo nelle sue parrocchie sparse sulle pendici dell’appennino emiliano , all’incontro con le masse di contadini in movimento verso le Americhe. Letture e dialoghi verranno intercalati dal coro della Comunità Cattolica Italiana diretto dal M° Detlev Dörner. Saranno canti e musiche dei lavoratori e lavoratrici interpretati dal “gruppo di musica popolare” e dalla “Scalabrini Band” (Missionarie Secolari Scalabriniane). Sullo sfondo saranno proiettate fotografie d’epoca per trasportare il pubblico in un passato tanto lontano, ma ahimè , ancora molto presente.

Nella foto: Paola Griffini e Cesare Ghilardelli

Che ruolo è riservato alle Missionarie Secolari Scalabriniane?

Abbiamo ritenuto doveroso coinvolgere nel progetto la “Scalabrini Band” perché vogliamo mettere in risalto il lungo viaggio di padre Scalabrini realizzato intorno al 1904 nelle Americhe, tramite i testi delle loro canzoni in lingua spagnola e portoghese.

Che tipo era Scalabrini?

Scalabrini era ed è un santo sempre attuale per la sua visione profetica e politica, poiché l’esperienza migratoria di milioni di Italiani non lo aveva solo colpito emotivamente, ma lo aveva spinto ad affrontare il problema alla fonte, combattendo le disuguaglianze sociali di una massa contadina e di un proletariato operaio sfruttato dalla prima industrializzazione. Infatti, Scalabrini non si accontentava di lenire con la parola il triste destino dei suoi parrocchiani, ma proponeva ai nuovi governi, proposte di legge a favore dell’emigrazione che garantissero la legalità dal porto di partenza fino a quello di arrivo nelle Americhe, per evitare che venissero truffati dagli “agenti dell’emigrazione”. Mentre l’allora Papa proibiva ai cattolici la partecipazione attiva alla vita politica con la fatidica dottrina “né eletti, né elettori”, Giovanni Battista Scalabrini fu già attore in prima persona dei rivolgimenti sociali del suo secolo.

Da comasco di nascita e da vescovo piacentino perché aveva sposato la causa “emigrazione”?

Dal sogno iniziale di “partire per le Indie” quale missionario in terra straniera, obbedì all’ordine del suo Vescovo di “trovare le sue Indie in Italia”. Già dalle filande comasche della seta che sfruttavano la nuova classe operaia senza riconoscere alcun diritto sociale, alla classe contadina sparsa nelle vallate della diocesi piacentina, costretta dalle carestie ad emigrare in America, Scalabrini si scontrò tutta la vita con questa realtà che non si poteva ignorare e che richiedeva il suo intervento come cristiano e come pastore del suo gregge

Che cosa emerge dal suo apostolato fra la gente che partiva e quella delle “vedove bianche”?

La prima emigrazione era “senza ritorno”, a differenza di altri cicli migratori all’interno dell’Europa. L’America costituiva, fin dall’inizio, una nuova vita per tutta la famiglia. Vediamo già dalle fotografie delle masse migratorie, stipate nelle navi, dirette a New York o Buenos Aires, nuclei familiari completi. Il suo apostolato si indirizzava a queste famiglie nel nuovo paese di emigrazione, affinché mantenessero la dignità umana, la lingua e cultura italiana e con essa la loro fede di origine, che li avrebbe sostenuti nelle avversità e li avrebbe rafforzati nell’affrontare il rischio di perdere i valori umani e cristiani.

Quali sono le difficoltà di un regista di teatro napoletano, chiamato a rappresentare la vita di un vescovo piacentino?

Più che difficoltà ho ricevuto stimoli, da un uomo fatto santo in ritardo. Da napoletano emigrante è un onore dirigere una rappresentazione su san Scalabrini. Mai mi era capitato di leggere la biografia di una persona per uno spettacolo e rimanere così entusiasta e arricchito sotto tutti i punti di vista. Il fatto che il teatro napoletano narri molto dell’emigrazione, mi ha facilitato nella stesura del testo.

Da chi è formato il cast, che si appresta ad assolvere all’arduo compito della rappresentazione della figura e dell’opera di san Giovanni Battista Scalabrini?

I testi sono stati redatti da Paola Griffini e da me. Cesare Ghilardelli, presidente dell’associazione Emilia Romagna, interpreterà il ruolo del vescovo Scalabrini, mentre Carmen Rizzino e Gaetana Imbrogiano, due attrici della compagnia teatrale Le Maschere di Stoccarda, leggeranno il testo storico. La proiezione delle immagini verrà curata da Alan Saiz-Sanchez. Nella cornice musicale, ai due gruppi si alternerà Anette Dörner all’arpa. Vorrei cogliere l’occasione per ringraziare i consiglieri dei comitati pastorali, i tecnici, i collaboratori di Missione e tutti coloro che vorranno contribuire alla buona riuscita della serata.

Quali sono le vostre attese?

Entusiasmati dal messaggio di san Scalabrini, ci auguriamo che venga un numeroso pubblico.

Ricordiamo agli interessati che la rappresentazione avrà luogo sabato 7 ottobre 2023 alle ore 19:00 al Römerkastell a Stoccarda-Bad Canstatt, Naststrasse 17.