I maturandi del Freiherr-Vom-Stein con a destra l’insegnante Barbara Altieri

biLiS, 25 anni di bilinguismo nelle scuole pubbliche di Francoforte

25 anni fa nella scuola elementare pubblica Mühlbergschule di Francoforte cominciava l’avventura bilingue tedesco italiano in una classe di composizione mista, bambini italiani o di famiglie binazionali e bambini senza alcun contatto con la lingua italiana e con lezioni in copresenza di un’insegnante italiana e una tedesca.

Con queste peculiarità stava nascendo il biLiS, il programma bilingue sostenuto dall’associazione omonima. Laura Melara Dürbeck, una delle promotrici dell’innovativo programma, insieme a Elena Fillia-Diefenbach e Rosa Maria Liguori Pace, racconta: “Volevamo avere i bambini italiani e tedeschi sullo stesso banco, affinché il bilinguismo potesse essere una realtà da vivere, dove il bambino italiano o italotedesco potesse avvertire un riconoscimento del valore culturale di tutte e due le identità mentre il bambino tedesco potesse prendere contatto con una realtà diversa dalla sua ed essere sensibilizzato fin dai primi anni della scolarizzazione a un’apertura verso l’altro, verso la diversità quindi come valore aggiunto”.

Le tre iniziatrici nel 1996 raccolsero le firme di genitori italiani interessati da presentare alle istituzioni tedesche. In Rosa Maria Liguori Pace trovarono una dirigente scolastica consolare che aveva a cuore l’idea e anche i contatti: “Non volevamo un programma privato, volevamo una scuola pubblica e per essere una scuola pubblica dovevamo collaborare con i tedeschi ed essere credibili a loro; Maria Rosa ci aprì le porte perché conosceva i colleghi di parte tedesca a livello di Kultusministerium”.

Fu una convergenza fortunata di interessi, prosegue Laura Melara-Dürbeck, perché a partire dagli anni Novanta, i cittadini di paesi dell’Unione europea venivano ammessi al voto comunale e alcune forze politiche colsero l’importanza del programma scolastico italiano bilingue; in particolare, fu fondamentale il sostegno politico di Jutta Ebeling dei Grüne, capo dipartimento degli affari multiculturali della città. Da allora, era il 1997, ad oggi sono cinque le scuole che offrono un percorso scolastico bilingue nelle scuole pubbliche di Francoforte, tre elementari (Mühlbergschule, Holzhausenschule, Willemerschule, la Realschule “Deutschherrenschule” e il liceo “Freiherr-vom-Stein”).

È degno di nota che il neo direttore del liceo Freiherr vom Stein, Procolino Antacido, oltre ad avere esperienze di direzione scolastica in campo internazionale, ha già dimostrato grande sensibilità verso il programma biLiS, verso il corpo docenti proveniente dall’Italia e soprattutto verso gli studenti.

Il preside Antacido: “Come ginnasio italo-tedesco, siamo un luogo di incontro tra due culture. Per le famiglie italiane siamo un pezzo di casa linguistica a Francoforte. Per le famiglie tedesche siamo la finestra sull’Italia. I nostri alunni sono mediatori tra la cultura italiana e quella tedesca, sono ambasciatori della Germania in Italia e ambasciatori dell’Italia in Germania. Danno un piccolo contributo in termini di relazioni italo-tedesche e di integrazione europea che in seguito portano grandi frutti. Inoltre lo scambio tra insegnanti tedeschi e italiani, che insegnano insieme in tandem, è fruttuoso perché in questo modo le loro idee di pedagogia moderna vengono messe in discussione da un’altra prospettiva e il meglio di entrambe le culture viene riunito in un discorso comune. Guardare un argomento in modo autentico da un punto di vista italiano e tedesco apre una visione poliprospettica da cui gli alunni traggono grande beneficio perché aumenta enormemente la loro competenza interculturale”. Una dichiarazione di intenti decisamente nello spirito del programma, fin dai suoi esordi. Un atteggiamento molto collaborativo che sta già dando i suoi frutti, evidenzia il dirigente scolastico del Consolato Generale d’Italia a Francoforte, Alessandro Bonesini: “perché le lezioni di storia in decima classe, da questo anno, saranno in italiano per garantire continuità, mentre le ore, preziose, del personale docente dall’Italia saranno impiegate in massima parte per le lezioni, piuttosto che per altre attività”.

Il biLiS è nato da una visione di donne, madri, cittadine colte e attente, che hanno saputo attirare sinergie intorno al programma ed essere convincenti con un progetto. E gli attori di questa sinergia sono stati e sono tuttora: l’associazione biLis (Amici di una scuola italo-tedesca a Francoforte sul Meno), della quale fanno parte i genitori degli scolari bilingui, sostenitori, e che funge, come ente giuridico dietro al programma, da interfaccia fra scuola e istituzioni, da veicolo informativo sul programma verso l’esterno; attori fondamentali sono le scuole tedesche che hanno accolto il progetto, ovvero i direttori, le direttrici delle scuole, ma anche il corpo docenti; non ultimo, le istituzioni, il Kultusministerium dell’Assia e la Repubblica italiana, nella fattispecie, l’ufficio scolastico del Consolato generale di Francoforte, diretto attualmente da Alessandro Bonesini: “Tra le sezioni italiane all’interno di scuole straniere il programma biLiS di Francoforte è uno dei più importanti perché è molto vasto, perché abbiamo impegnate qui dodici persone, dieci docenti e due amministrativi (personale Maeci, ossia del ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale), in cinque scuole, 24 classi, circa 400 scolari, sono numeri significativi, tanto più che queste scuole sono tutte coordinate fra loro e sono altamente coinvolte nel programma. È stato un lavoro di costruzione progressiva. Ma la formula di sezione bilingue nella scuola tedesca non è scuola italiana. Non lo è nei contenuti, né nei fatti ma neanche formalmente. Noi come ufficio scuola del consolato e come Consolato generale tout court abbiamo il compito di mantenere i rapporti, stimolare il confronto, favorire la ricerca di soluzioni condivise per eventuali problemi che si sviluppino. E naturalmente, garantiamo un sostanzioso contigente di personale”. Un lavoro progressivo che ha visto negli anni momenti molto difficili, coi tagli alla Pubblica Amministrazione che minacciavano la sopravvivenza del programma, negli anni ’10, e che hanno portato a cambiamenti nel programma, come la distribuzione di insegnanti di italiano su due classi, per aprire l’offerta a un maggior numero di classi (2013 il programma viene introdotto anche nella scuola elementare Willemerschule; nel 2017 alla Realschule); questo significò anche la rinuncia al tandem perfetto di lezioni in copresenza. L’estensione dell’iniziativa a più classi ha di fatto garantito l’esistenza del programma.

Dopo la scuola elementare è importante che il programma possa offrire sbocchi diversificati, per proseguire il percorso formativo bilingue. In questo rientra l’intento introdurre il programma biLiS nei tre tipi di scuola di grado superiore: il liceo Freiherr-vom-Stein (che offre la possibilità del doppio diploma di Stato), la Realschule Deutschherrenschule, e una Gesamtschule (attualmente l’ufficio scolastico del Consolato è impegnato a trovarne una, dopo il tentativo sperimentale con la IGS-Süd). Per lo Stato italiano infatti, prosegue Alessandro Bonesini, il programma bilingue “è ufficializzato tramite un accordo bilaterale tra il Land Hessen e la Repubblica italiana, rappresentata qui dal console generale di Francoforte, per il mantenimento di un contingente di insegnanti italiani mandati e retribuiti dall’Italia e gestiti dal ministero degli esteri della cooperazione internazionale. L’esito di questo percorso scolastico bilingue costruito insieme alle scuole è un diploma con valenza binazionale (Abitur e Maturità liceale, n.d.r.), come il doppio diploma italo-francese EsaBac (Esame di Stato e Baccalauréat)”. Quest’anno sono dieci i liceali del Freiherr-vom-Stein che hanno conseguito il doppio diploma (vedi foto), peraltro non obbligatorio, portando all’esame l’italiano e una materia in più rispetto agli altri Abiturienten, ossia storia, “fu una visione lungimirante di privilegiare le due materie linguistiche dove è anche più facile avere insegnanti bilingui” chiarisce Bonesini, apprezzato direttore scolastico da docenti e genitori per la sua attenzione al programma e disponibilità. Il percorso di lezioni bilingui prevede lungo gli anni anche geografia, matematica e fisica.

È appena cominciato il nuovo anno scolastico e “la richiesta (nelle scuole elementari) è stata superiore ai posti disponibili. C’è un crescente interesse delle famiglie non italiane per il programma biLis, non solo tedesche, ma di altre nazionalità, spagnole, russe. Alla Mühlbergschule, per esempio, quest’anno la prima elementare è una classe di 25-27 bambini, molto numerosa e pesante per le insegnanti perché i bambini con background italiano sono solo cinque. Si cerca di ottenere un certo equilibrio, ma dipende dagli anni”, racconta Enzo Graceffa, presidente dell’associazione biLiS succeduto ad Alexander Koldau, impegnato presidente per molti anni. L’associazione, o meglio, il comitato direttivo, interviene quando ci sono problemi che non consentono un normale svolgimento delle lezioni, cerca di coinvolgere le persone che possano risolvere il problema, li porta a un tavolo; inoltre organizza e finanzia anche attività culturali per bambini, sempre nell’orizzonte della cultura italiana e tedesca: visite ai musei, attività teatrali; cura il gemellaggio e lo scambio con una scuola di Leno in provincia di Brescia. Sono tutte attività che i due anni di pandemia hanno interrotto e che verranno riprese perché l’educazione bilingue “ha una marcia in più” come conclude Bonesini, citando il professore di didattica multilingue della Goethe Universität, Jacopo Torregrossa, “non solo perché sanno una lingua in più, come lingua di studio, ma possono farla diventare lingua della loro professione; li avvantaggia nella comprensione dei testi e dei contesti con cui vengono a contatto”.

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