Nella foto: Alfonso Fazio (primo a sinistra) insieme ad un gruppo di volontari

Un progetto „scuola“ in Uganda di Alfonso Fazio di Waiblingen/Stoccarda

Si dice che solo coloro che hanno vissuto nella miseria possono comprendere il vero disagio del singolo e di intere comunità. Ma è altrettanto vero che solo chi ha, può donare denaro ed investire tempo per la realizzazione di opere, necessarie per migliorare le condizioni umane dei più deboli.

Alfonso Fazio, figlio di emigrati calabresi, fin da piccolo ha manifestato uno spiccato senso per il sociale.

A Fellbach, cittadina di 44.000 abitanti, fin dagli anni ’60 risiede una consistente comunità di calabresi originari per lo più di Cariati (Cosenza). Ed è in questa cittadina tedesca che l’adolescente Alfonso ha mosso i suoi primi passi in politica iscrivendosi, appena 15enne, all’allora nascente partito dei Verdi. Nel frattempo sono trascorsi quasi 4 decenni di ininterrotta attività politica locale. È capogruppo dei Verdi sia al Consiglio Comunale (Stadtrat) che Provinciale (Kreistag) della città di Waiblingen. E grazie a questo suo instancabile impegno sociale, culturale e politico, tre anni fa si è lasciato coinvolgere nel progetto Uganda da Marco Farci ed Emanuele Tocchetti, due suoi amici e partner del Villaggio 4 Mori di Muravera nei pressi di Cagliari, già impegnati da qualche anno in Africa. Fazio finanzia un allevamento di maiali e raccoglie fondi per costruire una seconda scuola a Kasese, cittadina poverissima, ai confini col Congo.

Per la costruzione dell’edificio scolastico servono 111 milioni di scellini ugandesi pari a circa 30mila euro per accogliere 150/200 ragazzi. Nel frattempo, grazie a donazioni, hanno raccolto già 15mila euro. Ma ce ne vogliono altri 15mila. La realizzazione dei diversi progetti è seguita minuziosamente da fidati responsabili locali e da benefattori che si recano sul posto e documentano la vita del progetto attraverso filmati. A dicembre prossimo Alfonso vorrà constatare di persona lo stato di avanzamento dei lavori.

Ma come nasce l’idea-progetto, che oggi è una emozionante realtà? Ce lo spiega lo stesso Fazio:

Il progetto inizia 9 anni fa con Masika Calvin, una ragazza ugandese, che dà vita alla Fondazione Hopeworth Childrens riuscendo a costruire una struttura di accoglienza per 20 bambini, orfani della guerra fratricida. Allora Masika lavorava come infermiera volontaria in un ospedale ugandese vicino ai confini della Repubblica Democratica del Congo. Fra i bambini accolti in ospedale ve ne erano diversi senza alcun parente. Fu questa la molla della difficile ma straordinaria opera della perspicace infermiera. Dopo un colloquio con la zia materna, Zebia, che lavorava come infermiera senior nello stesso ospedale, Marika decide di dedicarsi agli orfanelli ospitandoli nella casa del nonno, situata nelle montagne di Kyallumba. Quando si rende conto che si era assunto l’enorme compito di tutrice di questi bambini senzatetto, comprende che avrebbero avuto bisogno di un posto adeguato, di pasti quotidiani, di vestiario e dell’accesso all’istruzione e che avrebbe dovuto disporre di parecchio denaro. Con lo stipendio del suo nuovo lavoro affitta una casa al campo base, lungo la strada di Kilembe ed iscrive i bambini alla vicina Calvary Nursery and Primary School. Col tempo trova alcuni volontari che raccolgono fondi per costruire una nuova casa nella città di Kyababinga. Oggi sono ospitati 27 bambini nell’orfanatrofio e 220 bambini nella scuola primaria di cui 130 femminucce , 90 maschietti il cui 98% è stato identificato come orfano, privo quindi di un qualsiasi parente.

A chi è affidata la gestione?

Le redini della gestione sono nelle mani di Masika Calvin che ne è la direttrice, coadiuvata da Ampaire Stuart, Responsabile dei progetti, da Josephat addetto alla direzione dei programmi e da Gioviano che funge da segretario tuttofare.

Come si reggono finanziariamente l’orfanatrofio e la scuola?

Fortunatamente l’orfanatrofio è stato notato da alcune persone di buon cuore. Attraverso i social si è formata una piccola rete di persone, anche straniere, che hanno iniziato a collaborare e a sostenere i progetti. Alcuni volontari sostengono la fondazione con le loro competenze e donazioni; alcuni contribuiscono finanziariamente a pagare le spese mediche e altri lanciano campagne di raccolta fondi attraverso famiglie, amici e conoscenti.

A chi è affidato il percorso scolastico e di quanti anni consta?

La sovrintendenza della scuola è del Provveditore agli studi, espressione del Consiglio nazionale ugandese, che definisce le linee programmatiche e sovraintende gli esami. Il percorso scolastico è di 7 anni. Attualmente loro sono al secondo anno di attività scolastica.

Che cosa s’ insegna?

Matematica, scienze, inglese, educazione civica, religione, arte, scrittura e lingue straniere come il tedesco, lo spagnolo e l’italiano insegnate da volontari.

Come viene reperito il personale docente?

Gli insegnanti sono reperiti attraverso ripetuti annunci nelle radio locali e attraverso il passaparola in altre scuole.

Di quanti anni consiste il percorso scolastico?

Attualmente la scuola va fino alla quarta elementare. Dovrà però arrivare fino alla settima per concludere il ciclo.

Al termine del percorso scolastico il diploma o pagella finale ha un qualche riconoscimento giuridico?

Al termine del percorso scolastico vi è un esame finale per il conseguimento della Licenza della Scuola Secondaria di Primo grado, simile alla Licenza Media italiana.

Quali altre offerte formative vengono messe in campo?

Durante le vacanze e il lockdown i bambini hanno imparato a realizzare a mano borse colorate in PVC. Poi io ho avuto l’idea di finanziare un progetto di allevamento di maiali attraverso cui i bambini apprendono abilità con gli animali. Un altro progetto riguarda l’agricoltura al fine di far apprendere ai ragazzi i processi di semina e di raccolta del frumento.

C’è acqua ed elettricità?

Attualmente si utilizza acqua piovana, raccolta in un serbatoio. Per le luci e la ricarica di dispositivi (come i cellulari per gli insegnanti), sono stati installati due pannelli solari. Ora si sta cercando di far installare dall’amministrazione pubblica locale un sistema idrico presso il sito della scuola. Per l’orfanatrofio poi, oltre alla raccolta dell’acqua piovana, vi è la fornitura dell’acqua potabile attraverso la rete idrica pubblica. Per l’elettricità vi sono gli allacciamenti ai pali della luce ed ai pannelli solari che servono a render funzionante la Casa di accoglienza degli orfanelli.

Quante persone vi lavorano?

Nella scuola operano 13 docenti e 4 non docenti. Per l’orfanatrofio invece lavorano: 4 persone: la direttrice, una guardia giurata, un operaio addetto all’allevamento dei maiali ed un altro alla fattoria.

Queste persone sono retribuite regolarmente?

Sì, certo! Sono pagate mensilmente dall’Amministratrice Masika Calvin.

Come reperite i fondi necessari per la sopravvivenza?

I proventi sono: l’agricoltura, la coltivazione del riso e del mais, offerte di benefattori, sostenitori locali, donazioni e raccolte fondi che servono anche per pagare le rette scolastiche.

Di che cosa c’è urgente bisogno?

L’esigenza più impellente ora è il completamento dei lavori del nuovo edificio scolastico.

Qual è la tabella di marcia per completare la vostra opera in Uganda?

Non c’è un termine di scadenza. Però è chiaro che prima si riesce a completare i lavori e meglio è per i ragazzi.

Comunque chi fosse interessato a saperne di più, può contattare direttamente il Cav. Alfonso Fazio:

a_fazio@web.de oppure chiamando il seguente numero telefonico: 0049171 9560229

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