Dopo decenni di attesa si è avverato il desiderio della nostra famiglia. Io e mia moglie siamo andati a visitare la tomba di un suo zio (Giuseppe D’Amico), perito in un lager nazista e sepolto nel cimitero d’Onore di Francoforte-Westhausen. Non solo: dopo esserci messi in contatto con le Missioni di Francoforte: (Padre Tobia, Padre Silvestro e Padre Danilo) abbiamo avuto anche la consolazione di veder benedire le salme dei quasi cinquemila caduti insieme a quella del nostro caro zio. Siamo immensamente grati a tutti coloro che ci hanno aiutato e sostenuto in questa nostra visita

Particolarmente commovente il momento in cui io e mia moglie Enza il 23 Giugno 2018, ci siamo trovati – dopo anni di attesa – davanti alla tomba dello zio di mia moglie: il fante Giuseppe D’Amico, sepolto nel Cimitero Militare d’Onore di Frankfurt-Westhausen, insieme ad altri 4787 caduti dell’ultima Guerra Mondiale. E ancora più toccante la funzione per i defunti e la benedizione impartita a tutte le Salme da parte del parroco della Missione Cattolica Italiana di Bad Homburg e Francoforte-Nied, Padre Danilo Dorini, assistito dal giovane Adolfo Marra. Presente alla cerimonia il nostro amico Stefan Falckenberg che, insieme con sua moglie ci ha portati con la sua macchina a Francorte e ci ha ripresi durante la Cerimonia Funebre.

Ma andiamo indietro di settant’anni: Negli anni Cinquanta, a seguito di una laconica comunicazione, giunta dal competente Ministero, che recitava: Giuseppe D’amico, classe 1920, morto di pleurite il 23 marzo 1944 – per decenni – i suoi genitori, suo fratello e le sue tre sorelle (tra cui la mamma di mia moglie e la mia seconda mamma, emigrata con tutta la nostra famiglia in Germania negli anni Sessanta), avevano richiesto notizie più precise sull’ubicazione della sepoltura di questo nostro famigliare. Invano!

Molti anni dopo, nel 2013, io e mia moglie, emigrati anche noi in Baviera, dopo lunghe ricerche, siamo riusciti ad ottenere notizie più dettagliate, con il coinvolgimento delle Croce Rossa Internazionale, del Deutsche Dienstelle (WASt), del Grünflächenamt di Francoforte e dei Consolati Generali di Francoforte sul Meno e di Monaco di Baviera, che qui ringraziamo – ancora una volta – per il prezioso aiuto prestatoci. Non solo: siamo venuti pure a conoscenza del luogo della sepoltura del nostro congiunto e abbiamo acquisito – addirittura – anche una documentazione fotografica.

Le informazioni ricevute: “La salma del soldato di fanteria, Giuseppe D’Amico, fatto prigioniero nel 1943 a Dubrovinic (Croazia), internato, prima a Bathorn (Niedersachsen) e, successivamente, a Gevelsberg (Nordrhein-Westfahlen) ed ivi morto di pleurite il 23 marzo 1944, dopo una temporanea sepoltura nel cimitero cattolico di Gevelsberg, è stata trasportata nel Cimitero Italiano di Francoforte-Westhausen (fila E2, tomba 20)”; dove, attualmente, si trova.

Queste notizie ci sono state riconfermate da un funzionario della città di Francoforte anche nel giugno 2018. In questi ultimi anni, purtroppo, le nostre mamme e i parenti della generazione di questo nostro zio sono passati tutti a miglior vita. Di queste nostre famiglie rimangono solo i figli e i nipoti. Stando così le cose, io e mia moglie, nel 2013, abbiamo inoltrato una domanda al competente Ministero ai fini dell’ottenimento di una Medaglia d’onore, riservata ai caduti o agli internati in lager nazisti. Medaglia che è stata concessa anche alla memoria di mio padre: il geniere Francesco Paolo Grasso, anche lui internato per due anni nel Campo di Concentramento di Bergen-Belsen, ma, fortunosamente, sopravvissuto e rientrato in Sicilia nel 1945. Le medaglie per mio padre e per nostro zio – concesse rispettivamente in data 23/4/2013 e 6/5/2013 – il 2 Novembre dello stesso anno, sono state consegnate a me e a mia moglie nel corso di una solenne e suggestiva Cerimonia celebrata sul Colle del Leitenberg, accanto all’ex Campo di Concentramento di Dachau, in occasione del 50° Anniversario dall’Erezione della Cappella Italiana dall’allora Console Generale d’Italia, Barone Filippo Scammacca del Murgo e dell’Agnone. Presenti: l’Arcivescovo di Monaco e Freising, nonché Presidente della Conferenza Episcopale Tedesca, Card. Reinhard Marx, l’Arcivescovo di Trento, Mons. Luigi Bressan, molte Autorità civili e religiose e tanti connazionali e amici tedeschi.

In seguito, alcuni mesi fa, la Caporedattrice del Corriere d’Italia, L. Linardi, prendendo spunto dal rientro in Italia della salma di Vittorio Emanuele III a spese dello Stato, ha lanciato con l’articolo: “La morte è una livella” un appello ai partiti in corsa per le elezioni della primavera di quest’anno, di proporre una legge, allo scopo di richiedere il trasferimento in Italia delle salme dei Caduti al di fuori dei nostri confini anche a spese dello Stato. Rispondendo a quell’articolo io ho proposto alla Redazione di farsi, piuttosto, promotrice di una campagna atta a sensibilizzare i nostri connazionali, in Italia e all’estero, a cercare – per prima cosa – il luogo di sepoltura dei propri congiunti, sparsi per i cimiteri di tutto il mondo (vedi Estratti provenienti dagli archivi del Commissariato Generale per le Onoranze ai Caduti in Guerra) e, successivamente, in qualche modo, di onorare, visitando, o facendo visitare da conoscenti in loco, le tombe dei loro cari in occasione delle celebrazioni che ogni anno le Missioni e i Consolati effettuano nel mese di novembre. Cosa che, oggi, io e mia moglie – ambedue settantacinquenni e felicemente sposati da quarantotto anni, e, in più: in compagnia di un caro amico: il Magistrato in pensione Stefan Falckenbeg (con il quale siamo venuti a Francoforte) – facciamo, visitando questo Cimitero d’Onore, come da me preannunciato nel numero di Febbraio del 2018 del Corriere d’Italia.

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