Foto di ©Sankt Bonifatius

I cattolici tedeschi sostengono il Cammino Sinodale? L’esperienza di Pfr. Werner Otto, parroco di Sankt Bonifatius a Francoforte

La comunità è intorno alla mensa eucaristica, dietro c’è pfr. Werner Otto. Insieme formano un grande cerchio, non è una posizione frontale con il sacerdote da una parte e i fedeli dall’altra. Questa disposizione circolare è possibile nella spaziosa chiesa di Sankt Bonifatius, a navata unica con ampi archi a sesto acuto in cemento, un esempio di espressionismo nell’architettura a Francoforte sul Meno. Nella zona absidale sopraelevata c’è l’altare originale, raggiungibile tramite una scalinata. Durante la celebrazione eucaristica, due donne e un giovane della comunità spiegano il succo dei testi approvati durante la quarta assemblea del Cammino Sinodale. “È nostro dovere informare bene i fedeli sul Cammino Sinodale”, afferma Pfr. Otto nel corso di questa intervista, “qualche settimana fa ho invitato a un incontro per presentare i temi di questa quarta assemblea. Sono venute più di 50 persone ed erano tutte piacevolmente sorprese della portata dei testi approvati. L’ho anche detto brevemente durante la messa, che ora c’è una nuova attitudine della Chiesa nei confronti dell’omosessualità, che non giudica più i comportamenti omosessuali, e che il Cammino Sinodale, grazie all’istituzione di un “Consiglio sinodale”, diventa una prassi permanente nella Chiesa. Anche lì la gente ha applaudito con sollievo. Sta finalmente accadendo qualcosa di positivo nella Chiesa cattolica, e i credenti non devono costantemente giustificarsi davanti ai loro amici di essere cattolici”.

Pfr. Werner Otto, lei è il parroco della parrocchia di Sankt Bonifatius ed è anche un delegato del Cammino Sinodale, in particolare fa parte del primo forum “Potere e divisione dei poteri nella Chiesa”. Come ha vissuto l’assemblea di settembre, soprattutto dopo il rifiuto del testo base del quarto forum “Vivere relazioni di successo”?

È stato un momento molto difficile per il Cammino Sinodale, perché il rifiuto del testo base del forum “Vivere relazioni di successo” ha ferito le persone del Cammino Sinodale che avevano fatto outing della loro omosessualità o della loro transessualità e che hanno raccontato di essere state vittime di esclusione e di abusi a causa della loro sessualità. Molti fra loro hanno lasciato l’assemblea piangendo. In quel momento tutti o quasi tutti hanno preso veramente coscienza che in gioco non ci sono dei testi, ma le persone, il destino di persone. Questo è ora diventato evidente. Forse alcuni vescovi non se ne rendono conto ma noi nelle comunità incontriamo in continuazione persone ferite dalla dottrina della Chiesa la quale dice loro praticamente: “Tu non vai bene così come sei” oppure “va bene come sei, ma non va bene che tu viva come vuoi”. Senza questa crisi, il resto della quarta assemblea sinodale avrebbe probabilmente avuto un esito diverso. In seconda lettura abbiamo approvato testi che due anni fa non avrei mai pensato che sarebbero passati, ad esempio il testo controverso sull’omosessualità. Lì viene detto che nessun essere umano sceglie il proprio orientamento sessuale e che le persone sono state create da Dio nel loro orientamento sessuale. Esse sono amate, preziose e devono essere trattate allo stesso modo delle persone eterosessuali. Questa ora è la posizione della Chiesa cattolica in Germania e ha avuto l’approvazione dei due terzi dei vescovi. L’ho detto anche in parrocchia che la Chiesa cattolica in Germania ora non discrimina più le persone omosessuali. È un enorme passo avanti. Nell’assemblea sinodale di quel pomeriggio inoltre è stato deciso che occorre nella Chiesa un nuovo ordinamento sul lavoro che non sia discriminatorio. Poi è stato approvato l’importante testo base del Forum delle donne. Per quanto ne so, mai prima d’ora la Chiesa di un paese ha messo così chiaramente in discussione l’insegnamento di Ordinatio Sacerdotalis chiedendo al Papa di cambiarlo. Questo è un segnale importante per le donne e il testo è di alto livello teologico. Spero che venga letto anche in Italia e in Vaticano. Io lavoro con il Forum “Potere e divisione dei poteri” e per noi è stato ovviamente molto importante che il testo “Rafforzare la sinodalità in modo sostenibile” sia stato accettato. In linea di principio, ciò significa che la via sinodale diventa una direzione permanente.

Nella foto in alto: Pfr. Werner Otto. Foto di ©Sankt Bonifatius

Il Cammino sinodale è una pratica di sinodalità e mi fa pensare all’antica massima: “Ciò che tocca tutti, deve essere da tutti trattato e approvato”, che viene citata per dare fondamento alla sinodalità della Chiesa in rapporto alla tradizione. Rammento anche la frase pregnante della sinodale suor Katharina Kluitmann durante la sessione sinodale: “Non è possibile che i fedeli debbano stare con i vescovi, ma che i vescovi non stiano con noi”. Questo significa che il solo argomento di autorità non è più sufficiente?

Lo si vede chiaramente e trovo anche molto debole argomentare con il giuramento di fedeltà al Papa. Come sacerdote, sono ordinato per il popolo e non per il Papa, con il quale mi sento ovviamente legato. Dobbiamo fare attenzione a come la nostra dottrina viene recepita dalle persone. Non posso presentarmi dicendo: “Cari risposati, divorziati, omosessuali e altri, mi dispiace che il nostro insegnamento vi ferisce, ma ho giurato fedeltà al Papa”. Questo non è un argomento. E mi è piaciuto molto quello che ha detto il vescovo Helmut Dieser di Aquisgrana alla fine dell’assemblea di settembre: “Io sono un conservatore, ma il conservatorismo qui al Cammino Sinodale è davvero debole”. Ritengo importante che ci sia la voce conservatrice nel Cammino Sinodale, ma non è un argomento dire che è sempre stato così e neppure dire: “Questo punto non è ancora chiaro, dobbiamo riaggiornarci”. Cari vescovi conservatori, discutete, intervenite, portatevi al livello della discussione teologica. Se si vuole essere ascoltati, si deve prendere parte.

Da un lato, il livello teologico è necessario perché fornisce gli “attrezzi” argomentativi per le riforme nella Chiesa, dall’altro, è proprio questo che viene criticato: il SW sarebbe un processo per soli addetti ai lavori, per teologhe e teologi, mentre le comunità, la base, non lo seguono. Come parroco e sinodale, cosa ne pensa?

Non è vero che non lo seguono. È nostro compito spiegarlo alla base. Il testo approvato del Forum delle donne è di trenta pagine, non si può pretendere che tutti lo leggano. È compito nostro come preti e collaboratori pastorali spiegare i testi alla gente nelle comunità. Se la base non segue, è colpa nostra che non ne parliamo. Il Cammino Sinodale è il processo più importante nella Chiesa cattolica in Germania e tutti coloro che lavorano nella Chiesa hanno il dovere di occuparsene e di informare gli altri.

Tra i sacerdoti di parrocchie di altra madrelingua ho riscontrato talvolta disinteresse per il Cammino Sinodale se non addirittura rifiuto a priori senza aver preso visione dei testi. Essi hanno l’impressione che l’autorità (su autorità e sinodalità si veda pag. 21) del sacerdozio e dell’episcopato venga messa in discussione dal Cammino Sinodale. Temono per la loro funzione e la loro identità di sacerdoti. Come si possono rimuovere queste paure?

Teologicamente distinguiamo un duplice sacerdozio: il “sacerdozio generale”, a cui partecipano tutti i credenti, e il “sacerdozio di servizio”. La seconda non si chiama così per caso, ma riceve il suo orientamento dall’istruzione di Gesù in Mt 20, 26-28: “Chi vuole diventare grande tra voi, sarà vostro servitore e chi vuole essere il primo tra voi, sarà vostro schiavo. Come il Figlio dell’uomo, che non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la sua vita in riscatto per molti”. Poiché Gesù ha inteso la sua missione come servizio al popolo, anche i sacerdoti devono farlo. Ma un servo serve solo quando chiede al suo padrone come deve servire. Altrimenti non è un servo, ma un dominatore che fa solo finta di essere un servo. Questo significa concretamente: non può esistere una funzione di guida nella Chiesa senza la partecipazione effettiva dei fedeli! Altrimenti non è un sacerdozio nel senso di Gesù. E poi nessuno nel SW intende togliere ai sacerdoti e ai vescovi il loro il compito e la loro responsabilità di guida. Vogliamo che i vescovi svolgano il compito di guida, ma insieme ai fedeli. Ed è una gioia quando le persone partecipano. In questo modo tutti sono più soddisfatti e anche le decisioni saranno migliori quando si prendono insieme. Insomma non dobbiamo temere il cambiamento. Dobbiamo avere paura di ciò che accadrà se non cambiamo perché allora le nostre chiese saranno presto completamente vuote. Vorrei infine dire ai sacerdoti di altri Paesi che sono scettici nei confronti del Cammino Sinodale: cari confratelli, la crisi degli abusi travolgerà anche voi. In Germania pensavamo che riguardasse solo Stati Uniti e Irlanda, fino a quando i casi di abuso e il loro insabbiamento non sono diventati noti anche qui. Anche in Italia verranno scoperti ancora molti scandali e anche in Vaticano. Posso solo consigliare di non fare gli errori che abbiamo commesso in Germania. Non cercate di rimandare e coprire. Prendete in mano il problema e lavorate attivamente sugli abusi nella vostra Chiesa.

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