C’era una volta a Saarbrücken, capitale del Saarland, uno dei maggiori bacini industriali della Germania, anzi il maggiore subito dopo quello della Ruhr, un bel consolato italiano. Era veramente bello e i venticinquemila italiani residenti si rivolgevano a quell’ufficio con le loro richieste di servizi. Il Consolato si occupava anche di altre cose di tipo culturale e commerciale, visto il giro d’affari con l’Italia che raggiugeva e raggiuge tuttora svariati miliardi di Euro, con numerose imprese italiane di altissimo livello, e visti anche i profondi vincoli culturali col nostro Paese.
Insomma tutto quello che fa inorgoglire l’Italia oltre i propri confini, tra cui facoltà universitarie di romanistica e didattica italiana con progetti di prima eccellenza, come la creazione dell’unico Lessico Etimologico Italiano al mondo. E poi i corsi di lingua e cultura italiana, con migliaia d’iscritti e una dozzina d’insegnanti di ruolo e con contratto locale.

Il Senatore Mantica, Darth Vader e il Potere della Forza

Un brutto giorno del 2010 il governo italiano decise di chiudere quel bel consolato. Arrivò un signore che si chiama Mantica Alfredo, di professione Senatore e sottosegretario agli Esteri del Governo Berlusconi. Aveva la faccia scura e problemi respiratori. Versione parlamentare di Darth Vader, il Potere della Forza. Egli disse: basta, un consolato è veramente troppo, vi lascio ora solo un piccolo ufficio per i servizi alla gente! E la gente pensò: Va bene. È vero che abbiamo perso una fetta di prestigio del nostro Paese in un Land con la più antica presenza italiana in Germania. Ma almeno non ci dobbiamo sorbire distanze intergalattiche di 400 Km, andata e ritorno, se ci serve una carta dal consolato.
Mantica-Darth Vader- Senatore fu bombardato di petizioni e appelli. Lui, però, sapeva di dover fare il cattivo in questa brutta storia e tenne duro. E così, alla fine, tutti d’accordo. Il battagliero presidente del Comites di Saarbrücken, il Cavaliere Giovanni Di Rosa, chiuse la faccenda, parlando di “ragionevole compromesso”. La gente si abituò presto a non avere un console. Tanto il passaporto e la carta d’identità e una miriade di altri servizi li ottenevano lo stesso senza particolari sforzi.

Da Guerre Stellari a Pinocchio

Il “ragionevole compromesso” durò appena quattro anni. Arrivò il signor Renzi Matteo, di professione Capo del Governo, dinamico, giovane con l’accento toscano, tutto di un pezzo, un pezzo di legno, un pezzo di pino. Pinocchio. Renzi Matteo-Pinocchio disse al suo viceministro agli affari esteri Lapo Pistelli: Lapuccio, per cortesia mi chiudi 34 sedi estere tra ambasciate, consolati, istituti di cultura e tutto quello che ti viene in mente? Devo fare bella figura con i signori della “Spending Review” e non posso tagliare gli stipendi ai diplomatici perché quelli sono tutti come Talleyrand, i capi perdono la testa, ma loro restano sempre in piedi. Lapo Pistelli disse: Capo, No problem! E infilò disgraziatamente nella lista dei condannati alla chiusura anche il povero Sportello di Saarbrücken, dove, nel frattempo, erano rimasti solo due impiegati.

 La Fata Turchina
Ed ecco arrivare, come in tutte le storie straordinarie, la Fata Turchina! Veramente non è turchina, anche se questa storia è piena di Pinocchi e di gatti e di volpi a bizzeffe. Ecco, non è turchina e si chiama Annegret Kramp-Karrenbauer (che non è proprio il nome adatto per una fata), di professione governatrice del Land Saar. La signora Annegret vuole bene all’Italia. Vuole bene anche ai 17.000 voti comunali e provinciali che ogni cinque anni vanno ai partiti della Saar, compreso il suo che poi è lo stesso partito della Signora Merkel, residente a Berlino, capa di tutte le fate turchine (tranne per i greci che la definiscono strega cattiva) a livello mondiale. Annegret Kramp- Karrenabauer- Fata Turchina scrive a giugno del 2014 una bella lettera a Lapo Pistelli e dice: caro Lapo, se vuoi risparmiare denaro, io ti accolgo gratuitamente nel mio palazzo. Così tu mantieni a Saarbrücken i due impiegati e non paghi l’affitto.
Il Lupo Cattivo
Lapo dice: grazie Annegret- Fata Turchina. Accetto volentieri. Tutti felici, tutti contenti. Il Console di Francoforte dice al Presidente del Comites di Saarbrücken: Presidente All Right! Lascio i due impiegati sul posto. Ma, sia Lapo Pistelli, ora diventato cacciatore di buoni propositi, sia la Governatrice, ora trasformata in ingenua Cappuccetto Rosso, non fecero i conti col lupo. Il Lupo non è un vero lupo. Fa l’ambasciatore a Berlino. Ebbene, il Lupo-Diplomatico dice No! No al piccolo distaccamento di due persone a Saarbrücken. Le cose vanno fatte rispettando le forme, e le forme impongono un Console Onorario! La gente, compresa la fata Turchina-Governatrice, è convinta che il Console onorario sia per il Lupo-Ambasciatore solo una formalità e che i servizi alla gente sarebbero stati poi resi comunque dai due impiegati del Consolato.
Il Cavaliere Inesistente
A questo punto buona notte! Nessuno ha capito le vere intenzioni del Lupo-Ambasciatore e scatta l’operazione “console onorario”. Serve una personalità di tutto rispetto che piaccia agli italiani e che sia gradita ai tedeschi. Il Governatore De Luca direbbe “personaggetti” di ogni tipo si fanno avanti. Inizia lo scarto. Nel frattempo, il Barone Rampante- Presidente del Comites, già Visconte Dimezzato dopo la chiusura del Consolato, rischia di passare a Cavaliere Inesistente a causa delle nuove elezioni Comites. Egli pensa: Qui dobbiamo offrire qualcosa alla gente. Questi pensano che io non abbia fatto nulla per salvare i servizi consolari. Qualche cosuccia è sempre meglio di niente e fa bene alla campagna elettorale.
I tre Moschettieri
I tre moschettieri Ambasciatore d’Italia a Berlino-Athos, Console generale d’Italia a Francoforte –Porthos (quello che è andato via a luglio), e Presidente uscente Comites- Aramis-, tutti per uno, uno per tutti, s’inventano allora “le Presenze Consolari” e siamo giunti al mese di febbraio del 2015 mentre ormai per sei mesi nessuno ha preso le chiavi messe a disposizione dalla Fata Turchina-Governatrice. Le presenze consolari sono nient’altro che l’invio ogni quattordici giorni di quattro impiegati da Francoforte a Saarbrücken per fare passaporti e carte d’identità. Il costo? Circa mille Euro il mese. Lo stesso costo dello sportelo consolare fisso a Saarbrücken e mille euro in più al mese rispetto ai locali gratuiti della Fata Turchina Kramp-Karrenbauer. Alle presenze consolari, in una stanza messa a disposizione dal padrone di casa del Comites, si ammassano ogni quindici giorni centinaia d’italiani. Il caos è tale da richiamare l’attenzione della televisione. Resoconto del giornalista: Servizi consolari a Saarbrücken caotici. L’immagine del Paese (tanto a cuore al nostro Ambasciatore-Lupo a Berlino insieme alle formalità di procedura diplomatica) ne esce alquanto malconcia.
Il Cavaliere Rampante riesce a restare tale, perché vince nel frattempo le elezioni nel mese di aprile di quest’anno. Vittoria facile. Unica lista che passa con meno di trentacinque voti a testa per ogni candidato. Potere della democrazia: se ogni candidato avesse messo una sola crocetta sul proprio nome, sarebbe passato lo stesso. Il padrone di casa Comites, nel frattempo, si scoccia del caos in casa propria con dozzine d’italiani che tutti i giorni vanno a bussare alla sua porta e invita tutti ad andar via. Siamo arrivati a giugno del 2015. Si apre la via verso il Signore e chissà se il Console di Francoforte, poco prima di andar via si sia ripassato i Patti Lateranensi, quando chiede ospitalità alla Missione Cattolica di Saarbrücken per piazzare la bancarella delle sue presenze consolari. È, però, quasi escluso che abbia considerato prima di tutto il vantaggio spirituale dei disperati utenti, i quali possono ora andare nella cappella della Missione Cattolica Italiana di Saarbrücken per accendere un cero alla Madonna, in attesa di scoprire chi sia il Santo Protettore degli emigrati martiri della fede nei servizi dello Stato.
I sette nani
E i sette nani? Se questa favola vuole essere presa in considerazione, non può escludere i sette nani. I sette nani sono in realtà sei e si chiamano Farina Gianni- Gongolo, Marco Fedi-Mammolo, Laura Garavini- Cucciolo, Francesca La Marca-Dondolo, Fabio Porta- Brontolo, Mario Caruso-Pisolo. Naturalmente non sono nani, anche se raramente di statura imponente e non lavorano in miniera. Prima lavoravano per i patronati, ora lavorano al Parlamento, anche se non si capisce bene per chi. Questi sei-sette nani, infatti, invece di adoperarsi per fare rimanere aperto lo sportello consolare a Saarbrücken nel palazzo della fata Turchina Kramp-Karrenbauer a costo zero, fanno una proposta tutta nuova: se i consolati sono chiusi, passiamo i servizi ai patronati. Alcuni di loro come Garavini- Cucciolo e Caruso-Pisolo hanno addirittura festeggiato il Console onorario a Norimberga, invece di indignarsi per la chiusura di quello sportello consolare. Ora sono in attesa di poter venire anche a Saarbrücken per brindare col nuovo console onorario. Ne siamo certi, visto che il console onorario designato e già noto negli ambienti ben informati come “Der Chianti- Konsul” e di chianti se ne intende veramente. I nani sembrano fondamentalmente dire che la massima da applicare è la machiavellica “il fine giustifica i mezzi” o la meno elegante “meglio un uovo oggi che una gallina domani”.
…to be continued