Cominciamo dal vecchio governo Monti e dalla sua politica finanziaria. In Italia si è detto che Monti piace all’Europa, ma non agli italiani.
Gli italiani all’estero si sentono spesso più italiani degli italiani in Italia poiché rappresentano, nel bene e nel male, la propria nazione in terra straniera. Per questa ragione un presidente del Consiglio come Monti, stimato dai partner europei per la sua serietà e competenza e per il suo impegno europeista, è stato molto stimato da chi vive all’estero. L’Europa invece è spesso vista dall’Italia solo come una gabbia o un freno allo sviluppo o è usata come una scusa ogni volta che è necessario fare scelte economiche impopolari.
Non è forse così?
Io vedo molta confusione tra la gente e sulla stampa sugli organi dell’Unione Europea e su chi effettivamente prende le decisioni e secondo quali meccanismi. Un po’ di chiarezza servirebbe a far capire che tutte le decisioni sono condivise dai governi nazionali e non imposte. Anche la critica secondo cui l’Europa è lontana dai cittadini europei non è completamente condivisibile. I cittadini eleggono i propri eurodeputati che poi li rappresentano in sede europea. Il vero problema è il limitato potere che il parlamento europeo ha rispetto alle scelte della Commissione. Un riequilibrio tra parlamento e commissione permetterebbe ai cittadini di influenzare maggiormente le scelte politiche europee.
In campagna elettorale c’è stato dibattito sull’ipotesi di una uscita dell’Italia dall’Euro. Quale sarebbe, in effetti, lo scenario in questo caso?
Un dibattito serio sulle conseguenze dell’uscita dall’unione monetaria sarebbe veramente utile perché servirebbe a far capire i rischi e le conseguenze di una decisione così irresponsabile ma che spesso viene proposta come la soluzione a tutti i problemi economici dell’Italia. Una nuova moneta nazionale svalutata, infatti, se da un lato facilita le esportazioni dall’altro rende le importazioni molto più costose. Considerato che l’Italia importa molte delle materie prime e dell’energia questo significherebbe immediatamente un aumento dei costi di produzione e un impennata nel costo della benzina.
Ad oggi, si può pensare ad una governabilità dell’Italia?
Solo due settimane fa avrei risposto molto diversamente a questa domanda ma oggi, il nuovo governo del presidente Letta mi sembra abbia tutte le caratteristiche e le prospettive per fare le riforme strutturali che tutti si attendono e per affrontare il problema della scarsa competitività dell’economia italiana. Naturalmente, nonostante tutte le buone intenzioni e le promesse, la legislatura continuerà solo fino a quando i due principali partiti di governo avranno interesse a farla continuare in termini di strategia elettorale. Nel momento in cui non converrà più si andrà a nuove elezioni anche senza aver completato le riforme. Ci saranno sicuramente delle riforme per la riduzione dei costi della politica, non solo perché queste sono riforme chieste da tutto il Paese, ma anche per sgonfiare il fenomeno cinque stelle. Devo dire che il movimento cinque stelle che si proponeva come una forza di cambiamento si è invece rivelato come ostacolo alla governabilità ed ha anche mostrato i limiti del sistema di selezione dei parlamentari. La democrazia online proposta dal movimento cinque stelle, invece di essere universale e aperta a tutti mi sembra che rappresenti invece solo al momento una specie di élite digitale.
Infine una domanda al Taglieretti ‘politico’. Quale futuro per la circoscrizione estera.
Una delle proposte della commissione dei saggi è stata quella dell’abolizione della circoscrizione elettorale estera da fare nell’ambito della riduzione generale del numero di parlamentari e per ridurre i costi della politica. Unica opposizione tra i saggi è stata quella del Senatore Mario Mauro di Scelta Civica, ex eurodeputato. L’abolizione del voto estero è un grosso errore ed un passo indietro nella storia, inoltre, con il continuo aumento dei flussi migratori di italiani che si trasferiscono all’estero per lavoro mi sembra una scelta illogica. Quello su qui il parlamento si deve impegnare è migliorare le modalità di voto estere che sono costose e rendono possibili molte irregolarità.
In caso di elezioni, si apre una nuova campagna elettorale.
La passata campagna elettorale è stata un’esperienza stimolante ed impegnativa durante la quale ho avuto la possibilità di incontrare tantissimi connazionali sia in Germania che in altri paesi europei. Questi incontri mi hanno sicuramente arricchito e fatto capire meglio la realtà dell’emigrazione italiana che è molto complessa e stratificata e con esigenze e bisogni diversi che devono essere ascoltati. Da qui il ruolo importante dei deputati eletti all’estero.
Qual è il futuro di Luca Tagliaretti?
Continuerò a impegnarmi sia nella vita della comunità italiana di Francoforte sia nell’attività di sostegno ai carcerati italiani presso il carcere di Butzbach. Attività questa che svolgo ormai da dodici anni. Insieme ad un gruppo di amici inoltre stiamo creando un’ associazione che aiuti i nuovi immigrati in Germania a trovare lavoro, specialmente per la preparazione dei curriculum e del colloquio si selezione. Per quanto riguarda l’impegno politico, il mio desiderio è di contribuire a costruire, a partire dal sostegno ottenuto in campagna elettorale, una presenza permanente di Scelta Civica a Francoforte che serva come punto di raccolta delle esigenze dei cittadini e che si faccia carico di trasmettere queste esigenze ai parlamentari esteri.