Insomma, il sistema bancario in mancanza di una riforma della finanza, continua ad essere l’epicentro della crisi a testimoniare che la malattia è grave e non basta curarne i sintomi ma vanno eliminate le cause.
Ormai sembra certo che l’Mps mentì alla Banca d’Italia sulle modalità di acquisizione di Antonveneta e dalla inchiesta emerge anche il ruolo di JP Morgan che ha svolto una parte fondamentale nell’operazione.
Una girandola di miliardi, in 11 mesi 8 bonifici per 17 miliardi. Il prezzo di Antonveneta nel 2007 è passato da 6,6 miliardi a 9,3 più gli oneri vari per un altro miliardo per un prezzo definitivo di 10,3 miliardi.
A questi bisogna sommare i debiti di Antonveneta pari a 8 miliardi che l’istituto di Siena si è accollato. Dal 30 maggio 2008 al 30 aprile 2009 il Monte ha effettuato bonifici per oltre 17 miliardi che sono finiti ad Amsterdam, Londra e Madrid.
I magistrati stanno valutando vari reati fra cui quelli di truffa nei confronti degli azionisti. Non ci sono ancora le prove ma si parla ormai con insistenza di una tangente di 1 o 2 miliardi. Se queste voci fossero vere, in tutto o in parte, si tratta della tangente più grande nella storia della Repubblica, 3.800 miliardi delle vecchie lire contro la maxi tangente emersa da tangentopoli di Enimont che comunque era di appena 150 miliardi di lire.
La campagna elettorale è deludente perché non ci sono programmi, mancano indicazioni concrete e cifre per un possibile percorso. L’unico piano, abbastanza condivisibile, è quello di Confindustria che fa cifre su fisco, investimenti e indica le riforme necessarie per riportare il Paese ad una crescita del 3% del Pil nel 2018.
Per il resto abbiamo tante vaghe ricette e tante promesse da parte di tutti su una riduzione delle tasse e sorprende soprattutto Monti quando dice di voler ridurre l’IMU sulla prima casa dal 2013 e IRPEF e IRAP nel 2014.
Tutti dimenticano che hanno votato il trattato sul pareggio di bilancio e sul Fiscal Compact e che proprio dal 2014 bisognerà ridurre il debito di 45 miliardi l’anno.
Nessuno parla più di un fondo patrimoniale per l’abbattimento del debito pubblico e questo conferma che stanno tutti mentendo.
Intanto da alcuni sondaggi elettorali emerge che lo scandalo dell’Mps ha già fatto perdere a Bersani l’1,6% dei voti. Il PD è sceso sotto la soglia psicologica del 30% e al Senato il centro-sinistra è a 157 senatori contro i 158 necessari. Anche il Sel scende dal 4,5 al 4,1%.
Il centro-destra è a 32,4% contro il 35% del centro-sinistra.
Ci sono meno di 3 punti di distacco tra i due schieramenti e questo a 4 settimane dal voto.
Lo scandalo dell’Mps e le epurazioni delle liste del PDL, di personaggi come Cosentino, Dell’Utri e Scajola, hanno cambiato rapidamente le intenzioni di voto.
Inoltre va segnalato che gli indecisi sono sempre alti, fermi ancora al 38,4%. Da qui al voto prevedo che scenderanno ancora di qualche punto, ma gli elettori non decideranno per il centro-sinistra.