A dir la verità, la scuola italiana all’estero non è una priorità del governo Renzi come non lo è stata di quelli che l’hanno preceduto e dei nostri parlamentari eletti oltre confine.

I tagli sono inseriti nella manovra per il 2015, nel capitolo riferito al Ministero degli Affari Esteri da cui dipendono i corsi dei figli degli italiani all’estero.

Si parla di una decurtazione di 3,7 milioni di euro per il 2015 e 5,1 milioni di euro per il 2016 e 2017.

Si va a colpire sempre i corsi, infatti 4 anni fa la spending review del Professor Mario Monti aveva deciso un  taglio di quasi il 50% del contingente.

Certo in un momento di crisi come quello che sta attraversando il nostro paese è anche giusto, ma poi, per esempio,  si continua a tenere in vita una ”giungla” di società partecipate dagli enti locali: Comuni, Province e Regioni, che l’ex commissario per la spending review,  Carlo Cottarelli, aveva invece previsto di eliminare.

Oppure a spendere circa 9 milioni di euro per le elezioni burlesche (rinviate dall’oggi al domani) dei Comites, non riuscendo nemmeno a far partecipare i nostri concittadini, oramai stanchi delle solite facce e sorpresi da una modalità di votazione a dir poco pasticciata.

Purtroppo i corsi che vedono interessati i ragazzi italiani, devono tirare la cinghia, ma queste enigmatiche e  inutili aziende sembrano ai nostri politici eletti all’estero necessarie, come  il rinnovo dei Comites, o altri enti all’estero di dubbia utilità per la gente comune. La Garavini si vanta di aver salvato da tagli poderosi gli Istituti di Cultura… Vogliamo andare a vedere la cultura prodotta e promossa in questi anni da quello di Zurigo, per fare un esempio? Che successi vanta? Sono poco informato io, sono uno dei  tanti che da tanto elitarismo culturale non viene lambito? E non parlo di italiani e basta, l’Istituto dovrebbe in primo luogo rendere partecipi gli svizzeri!

La cultura italiana in Svizzera ha il suo motore nei Corsi, nelle lezioni di cui nostri ragazzi fanno tesoro. Tesoro che in seguito diffonderanno nel mondo svizzero e non solo; la cultura elitaria di un vernissage, vive il tempo di una serata, in cui si brinda all’arte e tutti a casa, felici di aver partecipato all’evento. Sempre che di arte si tratti e non di emeriti artisti improvvisati che vantano ammanicamenti.

I corsi di lingua e cultura italiana  hanno un bacino di utenza di circa 300.000 alunni, mentre la rete delle  scuole italiane all’estero ne conta  circa altri  30’000 alunni.

Con  la loro numerosa utenza,  rappresentano uno strumento fondamentale di diffusione della lingua italiana e grazie anche all’inserimento nelle varie scuole locali, per quanto riguarda i Corsi,   hanno dato con il passare degli anni,  un contributo fondamentale per  far  diventare la nostra lingua  non solo idioma di emigrazione, ma anche ambasciatrice  della cultura italiana.

Ora però gli ultimi governi hanno pensato  solo a tagliare in questo primario settore.

Inoltre fino al 1993 i suddetti Corsi   erano gestiti direttamente dal MAE poi sono  passati  in parte a una gestione indiretta, affidati   a organismi  senza fini di lucro, ai sensi della legge locale, i cosiddetti “Enti Gestori”.

Così ai docenti di ruolo inviati dal Ministero degli Affari Esteri, dopo aver superato un concorso, si sono  affiancati i docenti assunti dagli Enti Gestori.

Purtroppo il Ministero degli Affari Esteri dai circa 34 milioni  di euro del 2008 che metteva a disposizione a favore  della promozione della lingua e cultura italiana annui è passato, grazie ai continui tagli,  agli attuali  7-8 milioni di euro.

Si sono risparmiati in sei  anni 27 milioni di euro, rispetto alla somma del 2008, cioè l’80%.

È incredibile, ma vero!

E ora solo grazie al contributo volontario delle famiglie degli alunni che frequentano i suddetti Corsi è possibile continuare ad offrire questo importante servizio per la comunità italiana all’estero.

Speriamo però che non ci siano ulteriori tagli, altrimenti diventerà impossibile per gli Enti Gestori poter garantire agli utenti le lezioni di italiano e ai docenti un regolare  stipendio

È semplicemente fuori da ogni logica  sensata di risparmio poter pensare di ridurre la spesa pubblica, togliendo a un settore così importante come la scuola quasi tutte le risorse e lasciando all’emigrazione italiana il compito di provvedere a finanziare i suddetti Corsi.

Io penso che  i  tagli alla spesa pubblica,  in un momento così difficile per il nostro paese, bisognava farli, ma era necessaria una revisione della spesa  e non colpire  il suddetto settore in modo così drastico da causare un ‘agonia che porterà alla cancellazione di queste  Istituzioni scolastiche  italiane all’estero.

Bisogna rimediare in fretta, ma sarà in grado di farlo il governo Renzi ?

Credo proprio di no!

E i nostri parlamentari della Circoscrizione estero, a cosa servono allora?