I firmatari hanno voluto aggiungere agli atti con il loro parere favorevole osservazioni del tipo: “ Il processo di riorganizzazione della rete diplomatico-consolare sia realizzato, mantenendo il livello delle prestazioni per cittadini ed imprese (….)” Osservazioni queste che non potevano mancare da parte di politici all’opposizione e che hanno il loro bacino elettorale proprio all’estero, tra quegli elettori che hanno quotidianamente bisogno dei loro consolati.
Leggendo però attentamente il comunicato è in evidenza una specificazione che proprio tra gli italiani all’estero ha creato stupore e disappunto, quando i firmatari “en passant” dichiarano che: “L’inclusione della rete consolare tra i settori di rivisitare, visto che ci sono tutti gli altri, in linea di principio non comporterebbe alcuno scandalo se si stabilisse in partenza una condizione di parità”.
Nel richiedere di “mantenere il livello delle prestazioni per cittadini ed imprese” e parlando di “alcuno scandalo delle chiusure se si stabilisse una condizione di parità”, i deputati del Pd rischiano, infatti, di legittimare gli assurdi piani di informatizzazione dei servizi consolari a distanza, via internet propagati dal Mae proprio come strumenti idonei per chiudere i consolati, salvaguardando contemporaneamente i servizi per i connazionali all’estero. I deputati eletti all’estero del Pd sembrano non aver capito che la chiusura delle sedi all’estero è già programmata e che, a tutti i costi, il Mae vuole imporre l’assurdo sistema del “Consolato a distanza” per salvaguardare quanto da essi richiesto: “ il livello delle prestazioni per cittadini ed imprese (….)”
Ad eccezione dell’onorevole Franco Narducci, che ha puntato il dito sugli efficienti sistemi adottati da altri Paesi per le loro rappresentanze all’estero (soprattutto con l’impiego di personale locale efficiente e poco costoso), i deputati del Pd hanno mancato l’occasione per centrare il nocciolo della questione, non chiedendosi perché i consolati sono così costosi. Per i sontuosi affitti o lo sfrenato lusso che vi regna? No.
Il problema riguarda la priorità dei compiti da assegnare a queste entità statali e il personale addetto ad assolverli. Sembra mancato il coraggio, o la volontà, o la lungimiranza di proporre una “rivisitazione” dei compiti consolari, affermando una volta e per tutte, anche in seno alla III Commissione, la totale inutilità del ruolo di ”rappresentanza diplomatico/ consolare”, almeno all’interno della Ue, confermando invece la necessità di creare unità di mero servizio amministrativo a favore degli italiani all’estero. Era legittimo aspettarsi che almeno i deputati del Pd eletti all’estero chiarissero con fermezza che proprio all’estero c’è bisogno di gente che fa passaporti e carte d’identità, certificati di nascita e assistenza sociale, deleghe e procure. Compiti questi che possono essere assolti da semplici impiegati, alleggeriti da quella pesante e costosa zavorra che è il piccolo esercito di funzionari spediti da Roma in tutto il mondo.
La chiusura dei consolati è uno scandalo, sempre, e non può essere relativizzata. Uno scandalo perché evitabile sia con la riduzione dei costi del personale, sia con la razionalizzazione dei compiti consolari. Possibile che i deputati PD siano convinti del reale bisogno della figura istituzionale del console in questa Europa dei nostri giorni? Un’Europa in cui tutto è già disciplinato, dal diritto dei lavoratori, alle dimensioni dei preservativi e dei cestini per le fragole? Possibile che i deputati del Pd siano veramente convinti che le aziende si appoggino ai consolati in Europa o altrove per aiuti e consigli nel tentativo di espandere i loro affari?
Possibile che non abbiano osservato come il ruolo del Console italiano nei Paesi dell’Unione Europea scivoli sempre più verso quello di un personaggio da operetta di altri tempi? Possibile che i deputati del Pd non sappiano a quanto ammonta l’aggravio sul bilancio del Mae causato dallo spostamento di centinaia di funzionari mandati all’estero per svolgere semplici funzioni amministrative a un costo mensile che è tre volte superiore a quello di un impiegato locale molto meglio preparato?
Se il Pd non vuole rischiare di distinguersi dal Pdl nella questione della chiusura dei consolati solo per una “L” in meno, farebbe bene a chiedere la rivisitazione completa e radicale dei compiti consolari, lasciando stare pericolose relativizzazioni sulla loro soppressione. I loro elettori all’estero ne sarebbero grati e, meno male, sembra che almeno Franco Narducci se ne sia accorto.