Foto di ©Daniele Messina

Secondo le indagini statistiche

La quota di povertà in Germania è fortemente aumentata. È inutile cercare di offuscarne le vere cause dando la colpa al Covid nel 2020-2021 ed alla guerra in Ucraina nel 2022, poiché uno studio intitolato Verteilungsbericht pubblicato da un istituto di grande autorevolezza come il WSI (Wirtschafts- und Sozialwissenschaftlichen Institut) fondazione Hans-Böckler-Stiftung, che è vicina ai sindacati tedeschi, dimostra che il trend all’aumento della povertà era già assai forte nel 2019, e che le crisi successive lo hanno solo ulteriormente potenziato.

Per prima cosa bisogna intendersi sul concetto di povertà. Secondo la definizione ufficiale valida nell’EU una persona vale come minacciata di povertà quando il suo reddito medio è inferiore al 60% al reddito medio dell’intera popolazione. Perciò, si è criticato, questa è una definizione relativa, perché un cittadino tedesco classificato come “povero” sarà un nababbo in confronto a un cittadino medio dell’Honduras. Giusto, però è anche vero che in quel paese il costo della vita è assai minore che in Germania. Il problema quindi non sta nel reddito come tale, ma in quello che ci si può fare in un dato paese. E nella ricca Germania sta aumentando vertiginosamente il numero di famiglie che non sa nemmeno come pagare l’affitto, che continua a salire inesorabilmente come l’acqua nell’Ahrtal, e quest’inverno non possono neppure concedersi il riscaldamento domestico (che nell’Honduras è superfluo).

Orbene, “Nell’anno 2019 c’erano in Germania tante persone colpite da povertà come mai prima di allora” malgrado che quell’anno presentasse un bilancio economico complessivo fortemente in attivo, stigmatizzano Dorethee Spannagel e Aline Zuco, autrici del rapporto in questione. Il problema sta tutto nella Verteilung, cioè nella distribuzione fortemente sbilanciata del reddito complessivo. In quell’anno la parte povera della popolazione tedesca è aumentata del 40% all’11,1% della popolazione totale, mentre contemporaneamente il reddito medio è aumentato da 21.219 € del 2010 a 24.037 € del 2019. Di tale aumento la frangia più povera del paese non solo non ha minimamente approfittato, ma addirittura ne è rimasta svantaggiata. Il difetto di povertà, cioè quella quantità di denaro che in media manca per conguagliare a zero il limite di povertà (ed è uguale alla differenza fra il limite iniziale di povertà ed il reddito effettivo) era aumentato già nel 2019 a ben 3.912 euro.

A questa rivelatrice indagine del WSI si aggiunge, indipendentemente, lo sconsolante rapporto del Sozialverband Deutschand, secondo cui nell’anno 2021 la povertà in Germania avrebbe segnato un nuovo triste culmine. Secondo i dati ufficiali dello Statistisches Bundesamt, nel 2021 il numero di persone minacciate dalla povertà era già salito a 13 milioni, il che equivale al 15,8% della popolazione.

Queste cifre implicano conseguenze piuttosto gravi non solo per le persone afflitte dalla povertà, ma per l’intera popolazione. Chi ha un reddito inferiore ai 2.000 € al mese soffre di un peggiore stato di salute, minori possibilità di formazione, e sono insoddisfatti della propria vita. Avere a disposizione pochi soldi ha un effetto negativo su tutto il tenore di vita, dal vitto all’abbigliamento ed al riscaldamento invernale, mentre le vacanze estive si fanno in Balconia. Ma anche le persone di reddito medio, dopo l’aumento dei costi del 2020, si sentono sotto minaccia e perciò tendono a risparmiare risparmiando anche sul mangiare. Secondo uno studio attuale dell’IMK (Institut für Makroökonomie und Konjunkturforschung) l’inflazione attuale colpisce principalmente le famiglie di piccolo reddito, quelle che vivono appena al disopra della linea di povertà. L’istituto Creditreform, dal canto suo, ha rilevato per il 2022 circa 5,9 milioni di nuclei familiari indebitati e prognosticato per il prossimo anno un ulteriore aumento di circa 600mila unità.

È già noto da indagini precedenti che quanto meno una persona partecipa al benessere di una società, tanto più tende a porre il sistema in discussione. Secondo un’indagine di opinione, solo il 59% delle persone che vivono sotto il limite di povertà trovano che la democrazia funzioni bene, undici punti in meno della popolazione totale. La povertà e la polarizzazione sociale possono scuotere le fondamenta del nostro ordine sociale. È impressionante il parallelismo delle curve d’incremento della povertà e dei voti per l’AfD, malgrado che oramai sia chiaro a tutti che razza di “alternativa” per la Germania essa voglia rappresentare. In queste sottili crepe che si aprono nel sistema democratico s’infiltrano delle componenti disgreganti come l’acqua quando gela.

Il Verfassungsschutz ha scoperto dozzine di scuole clandestine “alternative” dove estremisti di destra indottrinano i bambini con la complicità dei loro genitori “Querdenker” e “altenativi”. Ricordiamo che nel fatidico anno del Signore 1453 la ricca e splendida Costantinopoli cadde nelle mani dei Turchi perché un poveraccio che viveva in una baraccopoli ai margini delle mura rivelò spontaneamente agli assedianti un pertugio nascosto per penetrare in città. Lui, tanto, non ci aveva nulla da perdere.

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