Nella foto: Gael García Bernal in una scena di Another day

Berlinale 2024

Tanto cinema italiano alla Berlinale 2024 e non si tratta solo della quantità di pellicole presentate al festival cinematografico della capitale tedesca (un numero decisamente superiore alla media), ma anche e soprattutto della loro buona qualità.

Per ragioni di spazio ci concentriamo in questa sintesi sui due film che hanno partecipato alla sezione “Wettbewerb”, quella più prestigiosa, gareggiando per la conquista dell’Orso d’oro, ovvero Another End di Piero Messina e Gloria!, opera prima della musicista e cantautrice Margherita Vicario:

Prodotto da Rai Cinema, Another End (“Un’altra fine”) è l’opera seconda di Piero Messina, realizzata a quasi dieci anni di distanza dal suo esordio con “L’attesa” del 2015. L’attore messicano Gael García Bernal interpreta Sal, un uomo tormentato dal senso di colpa e dal ricordo della moglie molto amata di nome Zoe (Renate Reinve), rimasta uccisa in un incidente stradale. Prova a consolarlo, ma senza troppo successo, la premurosa sorella Ebe (Bérénice Bejo). La vicenda è ambientata in un futuro prossimo, in una città non identificabile, un mondo in cui le persone in lutto hanno una grande possibilità: salutare chi non c’è più per un’ultima volta, grazie a una tecnologia che riporta in vita l’anima dei defunti all’interno del corpo di persone ancora vive che fungono da ospiti. In questo modo, il dolore del distacco viene alleviato e si ha più tempo per potersi dire addio per sempre. Ed è a questo rimedio cui si rivolge Sal, anche per la speranza di superare il trauma di cui egli si sente direttamente responsabile, avendo causato il decesso della moglie in un incidente stradale dovuto ad un paio di bicchieri di troppo.

La pellicola di Messina mostra di avere grande fascino e un’ambizione piuttosto rara nel cinema italiano contemporaneo. In questo universo distopico ciò che interessa al regista è soprattutto ragionare sul tema del distacco dalle persone amate e sul sottile confine che separa la vita dalla morte. Mescolando melodramma e fantascienza, il film riesce a suscitare forti emozioni. La scelta che deve compiere Sal è piena di risvolti etici che coinvolgono lo spettatore e inducono a riflettere, senza che dalla pellicola stessa esca una posizione unilaterale e definitiva.

Gloria! è una pellicola completamente differente, ma non meno interessante e avvincente. La regista Margherita Vicario ambienta la vicenda nella Venezia dell’anno 1800, al cambio di secolo dopo il terremoto politico e culturale della Rivoluzione francese e l’ascesa di Napoleone. Nel Collegio di Sant’Ignazio, un orfanatrofio fatiscente e decrepito, vivono trovatelle e giovani ragazze con o senza padri legittimi o illegittimi, sotto un regime monacale dove a comandare sono le suore e un anziano maestro di cappella don Perlina (Paolo Rossi) in crisi di ispirazione e ormai del tutto incapace di comporre nuovi brani. La protagonista è la giovane Teresa (Galatea Bellugi) che si finge muta e che possiede un talento musicale straordinario grazie al quale percepisce l’armonia dell’universo e lo rimodella in una musica innovativa e fuori dai canoni dell’epoca. Per la visita del nuovo Pontefice Pio VII, si organizza un concerto che si trasformerà -grazie anche all’arrivo di uno strumento sconosciuto, il pianoforte, destinato di lì a poco a sostituire il clavicembalo e il fortepiano-, in una festa allegra e surreale. La regista ha voluto dedicare il suo film «a tutte quelle donne che facevano musica, molto libere creativamente, che si trovavano nelle corti o nei collegi, donne di talento che preferivano farsi suore pur di continuare a suonare, e che sono state dimenticate».