Nella foto: Angela Yvonne Davis. Foto di ©Wikipedia

Speciale giornata delle donne

In un tempo come il nostro dove si cerca di fare memoria delle tragedie del passato dobbiamo anche ricordare quanti e quante combattono quotidianamente per il rispetto dell’individuo in quanto tale e delle tragedie che si compiono quotidianamente in varie parti del mondo, ed allora ci si chiede: “se la memoria del male non riesce a cambiare l’umanità a che serve la memoria?”

Angela Yvonne Davis è una figura fondamentale per il movimento femminista nero degli anni Settanta. Nata il 26 gennaio del 1944 da una coppia di insegnanti, relativamente benestante, visse i drammi del razzismo del profondo Sud. Abitava in una zona chiamata Dynamite Hill perché spesso, lì, le case dei neri venivano fatte saltare con la dinamite. La sua vita è costellata da episodi durissimi e drammatici, a partire dall’infanzia trascorsa nella segregazione di uno stato del Sud, l’Alabama, con tutto il carico di pregiudizi e ingiustizie subite a opera dei bianchi.

Laureata con lode in letteratura francese, passò poi agli studi di filosofia e visse a Parigi e Francoforte dove fu allieva di Adorno, per ritornare poi negli Stati Uniti, dove fu allieva di Herbert Marcuse. In California continuò la sua attività di lotta politica aderendo al SNCC, (Student Nonviolent Coordinating Committee) un comitato di coordinamento della lotta non violenta degli studenti, e successivamente al movimento delle Black Panthers. Iscritta al Partito Comunista e vicina alle Pantere Nere, nel 1970 fu accusata di cospirazione, rapimento e omicidio in relazione al fallito tentativo di un gruppo di attivisti delle Black Panthers, di liberare il detenuto nero George Jackson in un’aula di tribunale: la pistola utilizzata era intestata a suo nome.

Dopo due mesi di latitanza fu arrestata e processata. L’appassionata difesa, che condusse personalmente ed efficacemente nel corso del processo, le consentì di diffondere le sue idee in tutto il mondo, diventando così popolare da mobilitare a suo favore un gran numero di persone. Assolta nel 1972, quando la sua vicenda era ormai un simbolo che portò alla ribalta la sua figura di donna che aveva sempre combattuto per i diritti civili e per i diritti delle donne nere. Tutt’oggi continua la sua battaglia riguardo il ruolo del movimento delle donne nere, le connessioni tra la disuguaglianza di razza o di genere e classe (intersezionalità), l’individualismo capitalista, il movimento contro le carceri (Movimento per l’abolizione della prigione) e la violenza della polizia. Scrive contro G4S, il gruppo di “sicurezza” più grande e con record di profitti del mondo e sulla solidarietà tra paesi e confini per le lotte di resistenza del nostro tempo.

Dal movimento di liberazione dei neri americani al movimento antiapartheid sudafricano: Davis ripercorre importanti movimenti di liberazione storici, esamina ciò che hanno in comune e elabora il loro significato per gli attuali movimenti contro la violenza di stato – da Ferguson alla Palestina.

Attualmente Angela Davis continua l’attività di insegnamento e di militanza politica: nonostante i suoi 79 anni continua a sostenere che in una società razzista non basta non essere razzisti, bisogna essere antirazzisti e anti sessisti ed esamina le intersezioni e le connessioni delle lotte di liberazione contro l’oppressione, lo sfruttamento e la violenza intorno al nostro pianeta. Tutto ciò deve anche aiutarci a comprendere come la guerra, la violenza, l’odio verso i nostri fratelli deve venir meno grazie all’impegno di tutti.

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