Nei giorni scorsi siamo arrivati ad otto miliardi di esseri umani su questa terra. Quando frequentavo le elementari il maestro ci raccontava che eravamo due-tre miliardi. La popolazione mondiale si riferisce al numero totale di persone che vivono sul pianeta contemporaneamente. È determinato dalle nascite, dai decessi e dall’aspettativa di vita degli individui. L’annuncio è stato dato dall’ONU lo scorso luglio, nell’ambito delle commemorazioni del World Population Day.

“Quest’anno cade durante un anno storico, quando prevediamo la nascita dell’otto miliardesimo abitante della Terra. Questa è un’occasione per celebrare la nostra diversità, riconoscere l’umanità comune e meravigliarci dei progressi nella salute che hanno allungato l’aspettativa di vita ed hanno ridotto i tassi di mortalità materna e infantile”, ha dichiarato in quell’occasione il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres. L’Otto miliardesima inquilina del mondo (vogliamo pensare sia una bimba) è probabilmente africana o indiana, aree con il più alto indice demografico e dovrebbe morire – se fortunata – all’inizio del prossimo secolo, quando secondo le proiezioni saranno (non “saremo”!) di meno perché sarà iniziata una fase di discesa demografica.

Intanto oggi la terra è comunque in grado di sfamare tutti, anzi, quasi un terzo del cibo viene buttato mentre due miliardi di terrestri soffrono di gravi problemi alimentari e alcune centinaia di milioni sono letteralmente alla fame. Quello che è insostenibile è il cattivo uso delle risorse, a cominciare da quelle naturali. Questo anche perché l’1% della popolazione del globo ha la maggioranza delle ricchezze del pianeta e il 20% (noi) consuma l’80% delle risorse. Una terra sconquassata per colpa dell’animale-uomo, ovvero per colpa nostra. Se ci pensassimo un attimo forse avremmo un po’ più di cervello nell’organizzarci la vita e capiremmo che solo un po’ di pace reciproca ci permetterebbe (tutti) di vivere meglio. Infatti Guterres aggiunge che questa pietra miliare della crescita della popolazione è un promemoria della nostra responsabilità condivisa di prenderci cura del nostro pianeta e un momento per riflettere su ciò che non abbiamo ancora raggiunto in termini di impegni reciproci.

Le ultime proiezioni delle Nazioni Unite, basate su questo tasso di crescita, stimano che la popolazione mondiale potrebbe crescere fino a 8,5 miliardi nel 2030, 9,7 miliardi nel 2050 e 10,4 miliardi nel 2100. Allo stesso tempo, ci sarà un grande aumento demografico nei paesi in via di sviluppo. Secondo le Nazioni Unite, oltre la metà dell’aumento della popolazione previsto al 2050 si concentrerà in soli otto Paesi: Repubblica Democratica del Congo, Egitto, Etiopia, India, Nigeria, Pakistan, Filippine e Repubblica Unita di Tanzania.

Come parte di questo gigantesco aumento di popolazione, l’India dovrebbe superare la Cina come paese più popoloso del pianeta entro il 2023. Tuttavia, altre proiezioni prevedono un futuro leggermente diverso.

La popolazione mondiale crescerà nei prossimi decenni, raggiungendo un picco nel 2064 a circa 9,7 miliardi di persone, ma scenderà a 8,8 miliardi nel 2100. Se questo diventasse realtà, sarebbe la prima volta che la popolazione mondiale diminuisce da quando abbiamo dati, a metà del XIV secolo durante la peste nera. In entrambi gli scenari, ci sarebbe un’enorme crescita della popolazione nell’Africa subsahariana, oltre a una crescita molto più lenta in tutto il mondo arabo.

Un gruppo di sviluppatori, ricercatori e volontari di Worldometer, inoltre, ha progettato una piattaforma gratuita per visualizzare le statistiche di questo aumento della popolazione in tempo reale.

In esso, pertanto, possiamo trovare un conteggio della popolazione mondiale, le nascite e le morti del giorno, oltre all’attuale crescita demografica ed oltre alle informazioni generali dell’anno completo aggiornato secondo per secondo.

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