Infatti, essa non è stata calibrata bene e, oggi, in seguito alla pressione sociale e dei mass media le forze politiche stanno tornando sui loro passi e si stanno interrogando sul come ricalibrare le aliquote di una tassa che per i più deboli è troppo pesante o per alcuni, come gli italiani all’estero, discriminante oltre che ingiusta.
Non a caso Anna Finocchiaro, presidente del gruppo del Pd al Senato, nel corso della puntata di Porta a Porta del 22 gennaio scorso ha rilevato: “Noi non facciamo promesse che non potremo mantenere, ma parliamo il linguaggio della serietà. Pensiamo ad una forte detrazione dell’Imu sulla prima casa, fino a 500 euro e più per chi ha figli, e poi ad una riduzione sugli immobili produttivi delle piccole e medie imprese. Inoltre, crediamo che i genitori che offrono l’abitazione ai figli in comodato gratuito non possano vedersela tassare come seconda casa”. Sempre la Finocchiaro, nella nota trasmissione Ballarò, ha ricordato che il Pd già da tempo si è impegnato per rimodulare l’Imu e ha ribadito quanto affermato fin dall’inizio Franco Narducci e da Claudio Micheloni, cioè che è ingiusta ed anticostituzionale soprattutto per gli italiani all’estero.
Infatti, se andiamo a ben vedere l’Imu è l’argomento più gettonato della campagna elettorale e tutti concordano nel dichiarare questa imposizione fiscale, tanto Pierluigi Bersani sostiene che sarebbe opportuno “alleggerire la prima casa per le situazioni di reddito più deboli, affiancando all’Imu un’imposta personale sui grandi patrimoni immobiliari“.  Il PdL usa invece l’argomento per attaccare il programma fiscale di Mario Monti accusandolo di non prevedere l’abolizione dell’Imu e di volere anche la patrimoniale. Ma agli italiani non può sfuggire un dato certo: proprio chi ha introdotto l’Imu nell’ambito della legge sul federalismo fiscale, oggi lancia proclami molto azzardati, cioè quello non solo di abolire completamente l’Imu ma addirittura di restituire, in contanti. Ma non finisce qui: si pensa di finanziare il tutto con qualche accordo fiscale con la Svizzera per il recupero dei capitali a garanzia di una eventuale copertura.
Berlusconi e Tremonti, però, non solo non hanno mosso un dito per avviare il negoziato con la Svizzera, ma con lo scudo fiscale hanno fatto sì che i capitali rientranti fossero tassati ad un 5%. Si vuole concedere un ulteriore “contentino” ad amici e parenti che hanno esportato capitali in Svizzera?
Peccato che quando è stata approvata in Parlamento, all’unanimità, la mozione di Franco Narducci che impegnava il Governo ad aprire il negoziato sulla tassazione dei capitali italiani depositati in Svizzera e a regolare le altre questioni pendenti (in primis i frontalieri), il Governo Berlusconi non ha mosso un dito, ignorando l’indirizzo dato dal Parlamento.
Tornando all’Imu, Narducci e Micheloni, dopo essersi spesi in Parlamento in favore di una Imu sostenibile e non discriminante nei confronti degli italiani all’estero – come testimoniano emendamenti e ordini del giorno presentati – hanno avviato una procedura giudiziaria presentando ricorso amministrativo al Tar di Campobasso, a metà novembre scorso e dunque ben prima della crisi di Governo, affinché potesse costituire un precedente utile anche ai connazionali all’estero (http://www.youtube.com/watch?v=i4WFNJdDZUA). Il ricorso fatto per perorare la causa di due connazionali emigrati riguarda il regolamento di un Comune che ha deliberato di tassare come “abitazione secondaria” la casa dei cittadini emigrati.
Mentre l’UE ha evidenziato le manchevolezze della normativa sull’Imu, con il ricorso al Tar di Campobasso vogliamo difendere i cittadini italiani residenti all’estero e iscritti all’Aire contro la discriminazione subita; infatti, essi, nella stragrande maggioranza dei casi, sono costretti dai regolamenti Imu emanati da Comuni italiani, a pagare l’imposta come abitazione secondaria, pur nella parità di condizioni dei cittadini italiani residenti in Italia.  In attesa della decisione, in occasione della prossima udienza di merito, che adotterà il Tar di Campobasso, è importante inviare un gran numero di denunce alla Commissione europea. Una denuncia gratuita, a disposizione di tutti, e che può essere indirizzata direttamente per email, o scaricata e inviata per posta, collegandosi al sito internet  www.e-avvocato.com.