Sì, proprio così, sono già passati cinque anni dalle ultime elezioni politiche italiane del 2008 ed ora siamo di nuovo in campagna elettorale anche alle nostre latitudini dove, come ormai noto, voteremo per corrispondenza grazie alla legge sul voto all’estero del 2001. Cinque anni fa, nel nostro Collegio Europa della Circoscrizione Estero, furono eletti due senatori e cioè Nicola Di Girolamo (Pdl) e Claudio Micheloni (Pd), mentre alla Camera vennero eletti sei deputati: Gianni Farina, Laura Garavini, Franco Narducci (tutti e tre del Pd), Antonio Razzi (per l’IdV), Aldo Di Biagio e Guglielmo Picchi (entrambi del Pdl).
Di questi parlamentari il senatore Di Girolamo, con la sua indebita iscrizione all’Aire ed i suoi guai con la giustizia italiana, fu costretto a dimettersi quasi subito e sostituito dal senatore Fantetti. Mentre di Antonio Razzi, che molti di noi conosciamo personalmente per il suo trascorso in Svizzera, dopo le sue ben note vicende legate al suo passaggio dall’opposizione parlamentare al sostegno del governo Berlusconi, in emigrazione se ne sono perdute le tracce e le ultime notizie lo danno candidato per il Pdl nella lista per il Senato in Abruzzo.
A parte la tristezza e l’amarezza per questi episodi che, per l’eco avuto nei media nazionali, sono stati nocivi per il voto all’estero, i restanti parlamentari hanno trascorso quest’ultima legislatura senza infamia e senza lode, da peones come d’altra parte quasi tutti i parlamentari. Tuttavia, mentre non si ricordano interventi ed iniziative significative dei parlamentari, eletti nella Circoscrizione Estero, facenti parte della maggioranza che ha sostenuto il governo Berlusconi per quattro quinti della legislatura, quantomeno quelli del Partito democratico si sono distinti in più occasioni intervenendo nel dibattito parlamentare e nel proporre alcune leggi o emendamenti a sostegno delle attese degli italiani all’estero, sia pure con scarso successo purtroppo.
Adesso, dopo cinque anni, gli uscenti Aldo Di Biagio, Raffaele Fantetti, Gianni Farina, Laura Garavini, Claudio Micheloni, Franco Narducci e Guglielmo Picchi, ce li ritroviamo ricandidati nel Collegio Europa, magari sotto un simbolo diverso come nel caso di Di Biagio. Ma per tutti loro la rielezione non è scontata poiché in questa tornata elettorale la competizione tra le varie liste, e gli stessi candidati di una stessa lista, sarà durissima e piena di incognite dovendo innanzitutto superare l’esame a cui li sottoporranno gli elettori che avevano accordato loro la fiducia nel 2008.
A parte ciò la lotta sarà poi durissima per tutti, anche per i nuovi, per altri tre motivi. Primo, perché, pure nel Collegio Europa, in queste elezioni sono presenti più liste rispetto al passato e quindi ci sarà una maggiore dispersione di voti. Secondo, perché dopo cinque anni, anche nella Circoscrizione Estero, la struttura del corpo elettorale, per ragioni anagrafiche, è oggi composta da molti meno elettori “emigrati” e da molti più elettori di terza e quarta generazione, ovviamente meno interessati dei loro progenitori al voto “italiano” con conseguente possibile riduzione dei votanti. Ed infine la lotta per la conquista di un seggio sarà comunque più dura che nelle precedenti votazioni non fosse altro per il fatto che, dopo il censimento del 2011, il Collegio Europa ha perduto un seggio per la Camera dei Deputati, andato a vantaggio dell’America Meridionale, e quindi nel nostro continente se ne potranno eleggere cinque e non più sei come è stato nelle precedenti elezioni.
Ciò detto, ritengo opportuno lanciare un appello agli elettori del collegio Europa della Circoscrizione Estero affinché votino (e convincano a votare familiari, parenti ed amici) utilizzando il plico postale, con il materiale elettorale, che verrà loro consegnato in questi giorni. Si, si deve votare perché non farlo significa delegare gli altri di poter decidere anche per noi e quindi è importante non rinunciare a questo diritto democratico che i nostri genitori e nonni hanno conquistato faticosamente e ci hanno lasciato in eredità. Ed un secondo appello affinché non si facciano coinvolgere da questo clima galoppante dell’antipolitica al quale ci ha portato il berlusconismo, evitando, peraltro, di disperdere il voto tra partitini e movimenti gestiti a livello familiare dal solito “Salvatore della Patria” del momento come, purtroppo, è avvenuto spesso negli ultimi lustri di questa tragica Seconda Repubblica.