Mentre continuano le tensioni tra Spagna e Regno Unito su Gibilterra, la marina britannica ha inviato nel territorio conteso una flotta di navi da guerra, ma sostiene che il dispiegamento era deciso da tempo e non è collegato alla crisi, scrive il Financial Times.
Il governatore di Gibilterra Fabian Piccardo avrebbe richiesto nei giorni scorsi il rafforzamento del contingente navale dopo il peggioramento della crisi, dovuto al posizionamento di blocchi di cemento nelle acque circostanti il territorio per bloccare l’accesso ai pescherecci spagnoli.
Secondo il London Evening Standard "L’ultimo episodio di tensione è uno dei più gravi degli ultimi anni. Ma per quanto possano scaldarsi gli animi alle frontiere di Gibilterra nel sole di agosto, è improbabile che Spagna e Regno Unito, che collaborano strettamente in seno alla Nato e all’Onu, possano arrivare a un vero scontro".
Intanto l’Economist scrive che l’importanza strategica di Gibilterrà è ormai svanita e si chiede “perché non restituirla? "Una decina di anni fa il governo britannico aveva tentato di raggiungere un accordo per una sovranità condivisa, ma gli abitanti di Gibilterra avevano reagito con indignazione e la Spagna era interessata solo a fare un primo passo verso la restituzione del territorio ceduto con il trattato di Utrecht del 1713. Nel 2002 un referendum a Gibilterra era stato bocciato con il 98 per cento di voti. Questa è una disputa di cui non si vede la fine. […] L’ultimo scontro impedirà un accordo per almeno un’altra generazione".
Il quotidiano conservatore spagnolo Abc denuncia l’inaccettabile provocazione britannica e chiede “una soluzione a un problema che danneggia gli interessi nazionali, la sovranità e la dignità della Spagna”, riferendosi alle attività criminali a Gibilterra. Secondo il professor Ricardo García Cárcel il problema è che la Spagna non ha mai avuto una politica chiara in merito: "A tre secoli di distanza non è stato imparato niente sul vero significato del trattato di Utrecht: fragilità dello stato, divisioni settarie, mancanza di autostima nazionale".
Sempre su Abc Ramón Pérez-Maura scrive che "adesso i britannici più aperti confessano il loro disprezzo per quel covo di pirati, ma ammettono che il governo non può far niente senza il consenso dei “llanitos” (gli abitanti Gibilterra)".
Altri commentatori, come Luis Arroyo, sostengono che la questione potrebbe essere un diversivo, ma “ci vorrebbero dieci Gibilterra per bilanciare lo tsunami Barcenas”, lo scandalo di corruzione che ha investito il governo di Mariano Rajoy.