Rudolf è il personaggio protagonista del bellissimo libro di Nuto Revelli “Il disperso di Marburg”.
Nuto, storico piemontese, ex partigiano, si è sempre occupato della Resistenza con importanti pubblicazioni. Un giorno viene a conoscenza, grazie a un vecchio amico, di un aneddoto; si tratta del “cavaliere solitario”, un militare appartenente ad un battaglione tedesco di stanza nel Cuneese e che fu catturato dai partigiani italiani nel Giugno del 1944.
Secondo il racconto, il soldato tedesco, nonostante i rischi per la presenza dei partigiani, usciva tutte le mattine a cavallo dalla sua caserma in provincia di Cuneo e girava per le campagne intrattenendosi con i bambini e offrendo sigari ai contadini. Un giorno il cavallo ritornò in caserma da solo, il “tedesco buono” non fu più ritrovato e fu dato dal suo battaglione per disperso. Nuto rimane coinvolto dal racconto: chi è il “cavaliere solitario”? Spinto dalla voglia di conoscenza e dalle insistenti richieste dei suoi amici, inizia a indagare sulla figura del militare. Per Nuto Revelli non esiste però un “tedesco buono”: lo ha sperimentato da soldato nella campagna di Russia e dal suo vissuto come comandante partigiano, per il quale “ogni tedesco ucciso voleva dire una pallottola ben spesa, un nemico in meno”. L’indagine si rivelerà lunga e difficile, sia presso gli archivi della Germania sia per il recupero delle fonti orali presso gli stessi abitanti che vissero nei luoghi dove si svolse la vicenda e da cui Revelli apprende che il militare fu anche ucciso.
Nella ricerca è aiutato da un gruppo di amici, tra cui il professor Christopf Schminck- Gustavus dell’università di Brema, fondamentali per il buon esito del lavoro.
Il percorso che Nuto Revelli compie per l’identificazione del protagonista, si rivela un percorso di “ripacificazione” personale dello stesso scrittore con il popolo tedesco: la stessa amicizia col professor Schminck-Gustavus ne è una conferma. Dopo anni di indagini finalmente il soldato ha un nome, un battaglione, una famiglia, un passato e quando “il nemico acquista una identità diventa un po´ meno nemico”. Revelli arriva quindi all’identificazione del “cavaliere solitario”: si tratta di Rudolf Knaut, nato il 18 Settembre 1920 a Marburg/Lahn, uno studente di soli 24 anni iscritto alla facoltà di Giurisprudenza di Marburg, una giovane vita travolta dalle vicende della guerra. La bellezza dell’opera di Revelli è quello di restituirci appieno una storia di una “vita sprecata”, come la definisce lo stesso autore. Con la sua ricerca il giovane Rudolf non rimane racchiuso nella folla anonima delle centinaia di giovani, dispersi e morti in guerra: Nuto ci restituisce una figura reale, una vita recisa in giovane eta´ che non ha potuto esprimersi pienamente. Più di qualsiasi trattato politico o riflessione filosofica, la storia di Rudolf Knaut magistralmente raccontata da Nuto Revelli, ci fa riflettere sulla crudeltà e sulla inutilità di tutte le guerre.
Osservando ancora oggi a Marburg la casa di colore verde di via Am Grün, si rivive e si tocca con mano la vicenda reale. La splendida cittadina universitaria sul Lahn, con i suoi campanili gotici e le sue viuzze strette… il castello che svetta imponente sulla città…chissà quante volte il giovane Rudolf lontano ha pensato alla sua Marburg. Una storia la sua, che purtroppo con le guerre infinite a cui ancora oggi assistiamo, vive la sua tragica attualità.