Questo ha portato ad una maggiore esposizione all’usura, che infatti è salita nel 2009 del 25,7%. I numeri sono terrificanti. Vuol dire che in Italia una famiglia su quattro non riesce a pagare i propri debiti e si rivolge ad usurai. Il livello medio del debito era nel 2008 (l’ultimo anno analizzato) di 19.630 euro per famiglia. Sul piano regionale, le disgrazie sono equamente ripartite. La regione con il più alto numero di famiglie indebitate è il Piemonte (394.000), al secondo posto viene la Sicilia (235.000).
A significare che, almeno nelle disgrazie, l’Italia è unita. In questo quadro, per rientrare dal debito pubblico, il governo nazionale si appresta a manovre aggiuntive, in ciò messo alle strette anche dall’Ue, la quale teme, dopo i casi di Grecia, Irlanda, Spagna e Portogallo, (il famoso quartetto dei Pigs -porci), che anche l’Italia entri in una spirale negativa. E questo rappresenterebbe la fine della moneta unica.
Benissimo, la manovra è necessaria, tuttavia cade su un terreno piuttosto sdrucciolevole. Le famiglie non hanno più le risorse che avevano un tempo e, d’altra parte, molti hanno l’impressione chei privileggi non siano toccati. All’Italia il record mondiale delle auto blu, il record mondiale della spesa per la pubblica amministrazione, il record mondiale per le spese negli appalti pubblici, gli stipendi più alti per parlamentari e alti funzionari di Stato. Un divo del giornalismo televisivo che scinde un contratto con la Rai si becca milioni di euro di buonuscita. Tutti soldi pubblici che vengono dal canone. Chi va al potere sull’onda della protesta, appena ci arriva aumenta i privilegi per sè, per i parenti e per gli amici. Un assessore di Anzio (un comune di cui nessuno conoscerebbe l’esistenza se non ci fosse stato lo sbarco americano) si porta a casa 120.000 euro all’anno tra stipendio e prebende. Della eliminazione delle provincie si parla da decenni, ma a parte le promesse roboanti, nessuno si muove davvero, perché sulle poltrone delle Provincie ci vanno gli amici e i parenti, tutti con profumatissimo stipendio. Al Ministero degli esteri, i tagli sono stati spalmati sui servizi e nessuno, ma proprio nessuno, a parte questo giornale, ha fatto presente che magari si poteva tagliare qualcosa anche delle indennità dei diplomatici.
Che invece sono aumentate. Si continuano a spremere limoni già spremuti, contando sul fatto che il cittadino italiano è buono, forse anche un po‘ coglione, e le brache le cala senza dire bèo. Intanto le sacche dei privilegi aumentano. Questo è un sistema che non può funzionare. Lo sanno anche le lobby dei gallinari, che rubano e arraffano quello che possono secondo il motto: "tutto e subito", perché, come diceva già il poeta, "chi vuol esser lieto, sia, di doman non c’è certezza".