Gaetano Patella nasce il 5/12/1940 a Bari e sin da subito viene in contatto con la lingua tedesca perché una parte della sua famiglia è austriaca. Questo fatto più avanti nella sua vita ne determinerà il percorso.
In Italia lavora per il “Banco di Napoli” e nel 1970, quando Gaetano Patella è appena trentenne, viene trasferito a Francoforte sul Meno nell’ufficio di rappresentanza della medesima. Non fu un passo preso alla leggera per un uomo di famiglia come lui, proprio perché figlio unico, sapeva che la sua lontananza avrebbe addolorato i genitori.
Il lavoro di banchiere nella rappresentanza del Banco di Napoli a Francoforte lo porta a vivere oltralpe, nel cuore della Germania Federale. Così conoscerà la realtà degli Italiani durante il boom economico tedesco. Francoforte Gaetano già la conosceva per via dei viaggi fatti durante i suoi studi: Aveva visto come questa importante città mercantile era stata ridotta dai bombardamenti alla fine della Seconda Guerra Mondiale. Al suo arrivo nel ’70 in tutta Germania molto era già stato in gran parte ricostruito, l’industria tedesca andava a gonfie vele. Adesso i tedeschi si godevano il loro miracolo economico.
È stata proprio la sua attività di banchiere, che gli ha fatto conoscere senza veli, né romanticismi la realtà dei nostri connazionali: quelle braccia che erano servite a ricostruire la Germania e a far volare la loro economia e la loro industria, i “Gastarbeiter” del contratto d’acquisizione di manodopera – “das Anwerbeabkommen” del 20/12/1955. “Ho visitato molti Italiani nelle aziende, alla Volkswagen di Wolfsburg per esempio. Io sono testimone di quanti Italiani nel 1975 vivevano qui in Germania. Mi si stringeva il cuore vedere quanti sacrifici facevano per risparmiare qualcosa per le loro famiglie in Italia. A volte la sera cenavano con pane e latte per risparmiare soldi. Sentivo di dover aiutare”, racconta Gaetano Patella.
Essi avevano dei bisogni che non trovavano riscontro nelle banche tedesche. Nel particolare si trattava di sostenerli nella trasferenza del denaro risparmiato con tanti sacrifici qui in Germania per le loro famiglie in Italia e di farlo al minor costo possibile.
Nell’arco degli anni 1950 – 1960 il 67% degli italiani emigrati in Germania arrivava dall’Italia meridionale e Patella conosceva bene le insufficenze strutturali delle loro terre d’origine, essendo lui stesso originario di Bari. “Aprimmo in Italia dei conti bancari appositamente per i risparmi degli immigrati, con il fine di invelocire le operazioni di trasferimento e per abbassare i costi delle operazioni. Poi mi adoperai nella consulenza, mirata ad appoggiare l’Italiano che volesse aprire un’attività oppure volesse costruire o comprare la proprio casa in Italia.”, dice Patella. “Divulgavo queste informazioni in lingua italiana attraverso le trasmissioni in lingua della radio WDR di Colonia e della Radio Luxembug. Una delle cause dell’emarginazione dei nostri connazionali era proprio data dalla lingua tedesca, che risulta essere un muro molto ostico e difficile da abbattere”.
Ma Patella, forte del suo bi-linguismo si prestava volentieri a fare da ponte tra le due comunità. “Sono fiero di aver contribuito alla realizzazione dei loro sogni”, afferma Gaetano. In Germania veniva inizialmente per una corta permanenza di sei mesi ma – come sarà successo a più di uno dei nostri lettori – i sei mesi in Germania poi si sono poi trasformati in una lunga vita piena di sorprese e soddisfazioni.
Privatamente la sua “conquista” risponde al nome di Christel, sua moglie. Ma come non parlare della sua seconda importantissima “conquista”, quella della Eintracht, la grande squadra di calcio di Francforte? Lo sport, Patella ce l’ha nel sangue – in Italia, da giovane, ha giocato a lungo basket con grande successo: sei anni nella serie A con il Cos Bari e poi a Bologna e a Roma.
Con il passare degli anni però il cuore batte a ritmo sostenuto per il calcio. Nel 1997 infatti diventa tesoriere dell’Eintracht. Una sensazione! Un italiano in una carica tanto delicata e prestigiosa non si era ancora avuto in Germania.
Non ci si deve dimenticare che l’Eintracht si trovava finanziariamente in una situazione a dir poco disastrosa e come se non bastasse anche la squadra non era messa meglio, se la vedevano di retrocedere nella terza divisione.
Quando Patella accetta questa carica probabilmente non c’era tedesco che non abbia scosso la testa e pensato: “Matto, non ne uscirà vivo”. “Questa città mi ha portato fortuna e con questa carica onoraria gliene vorrei ritornare”, diceva nelle interviste all’epoca Patella in riguardo alla sua decisione. “Il primo anno siamo riusciti a contrastare la retrocessione in terza divisione, il che non è stato per niente facile. Nel secondo anno si trattava di consolidare la nostra posizione in seconda divisione. Invece poi ci riuscì qualcosa di mai sentito prima. Con appena tre milioni di marchi (all’epoca) e con dei giocatori quasi sconosciuti siamo ritornati in seria A. Che grande cosa! Che eurofia a Francoforte in quegli anni!”, ricorda Patella.
Della prossima grande soddisfazione per Gaetano Patella vogliamo dare notizia con questo articolo: Il Presidente federale della Germania, Joachim Gauck, gli ha conferito la Croce al merito al nastro dell’ordine al merito della Repubblica federale di Germania* che gli verrà consegnata durante la cerimonia indetta dal Presidente dello Stato confederato dell’Assia questo prossimo 11.11.2014.