Il 6 luglio i deputati al PE hanno approvato dei piani per istituire un sistema di controllo delle frontiere dell’UE, riunendo l’agenzia per le frontiere dell’Unione Frontex e le autorità nazionali di gestione delle frontiere.
Le autorità nazionali continueranno a gestire i propri confini su base corrente potendo però ricorrere, qualora le loro frontiere esterne dell’UE si trovassero sotto pressione, all’aiuto dell’Agenzia europea della guardia costiera e di frontiera, per dispiegare rapidamente lungo tali frontiere squadre europee di guardie di frontiera. La proposta, una volta approvata dal Consiglio, potrebbe entrare in vigore il prossimo autunno.
L’on. Artis Pabriks, deputato lettone del gruppo PPE, incaricato di guidare i piani in seno al PPE, ha affermato: "Il regolamento sulla guardia costiera e di frontiera europea assicurerà maggiore sicurezza e una migliore gestione delle frontiere esterne dell’UE. Non si tratta di una soluzione miracolosa che può porre fine alla crisi migratoria cui l’UE si trova ora dinanzi o ripristinare pienamente la fiducia nello spazio Schengen, ma è un primo passo oltremodo necessario".  
Inoltre il Parlamento sta discutendo con il Consiglio per far sì che recarsi all’estero a fini terroristici costituisca reato in tutti i paesi dell’UE. Ciò includerebbe attività come impartire o ricevere formazione, incitare al terrorismo e finanziare attività terroristiche.  
Il Parlamento ha altresì negoziato con il Consiglio una proposta volta a far sì che i dettagli di tutti i cittadini dell’UE siano raffrontati ai dati contenuti nelle banche dati relative a documenti smarriti o rubati alle frontiere esterne aeree, marittime e terrestri.
Il sondaggio
Il sondaggio è stato effettuato tra il 9 e il 18 aprile 2016 intervistando 27 969 cittadini di tutti i paesi dell’UE. Il campione è stato scelto in maniera tale da essere rappresentativo dell’insieme della popolazione. A livello di Unione, gli intervistati che dichiarano di volere più protezione delle frontiere esterne da parte dell’UE sono il 71%, rispetto al 67% in Irlanda e al 67% nel Regno Unito. Cliccare qui per trovare i risultati relativi agli altri paesi.