Dal bel Paese si continua ad emigrare, italiani doc e italiani di altra orgine, come vengono definiti i cittadini che sono in possesso della nazionalità italiana ma sono originari di altri paesi. Nel 2015 sono emigrati in 117.000, nel 2016, 124.000, quanti sono emigrati nel 2017 lo sapremo fra 6 mesi.

In Italia la disoccupazione è leggermente diminuita grazie all’economia che sta faticosamente crescendo, ma grazie anche a coloro che hanno avuto il coraggio e la forza della disperazione di intraprendere la via dell’emigrazione nella speranza di trovare altrove un lavoro per dare un futuro migliore ai propri figli. Non solo i cervelli sono in fuga, intere famiglie con bambini e anziani genitori e nonni, levano le tende per piantarle dove trovano lavoro. Sono i nomadi dell’economia che cercano le oasi nel mondo della globalizzazione.

Questa realtà contribuisce alla ripresa economica di casa nostra. L’Italia paga meno indennità di disoccupazione, meno aiuti sociali alle famiglie disagiate, meno assistenza agli anziani, assistenza medica, degenza ospedaliera, farmaci ecc. Meno posti asilo e scuola.

Alla luce di questa costatazione abbiamo il diritto-dovere di chiedere, di insistere al governo che parte dei risparmi degli ammortizzatori sociali vengano spesi per ampliare i servizi consolari e scolastici all’estero. Se i nostri connazionali sono costretti a lasciare la patria per poter vivere dignitosamente, forniamo loro quei servizi che facilitano la loro integrazione e mantengono vivo il rapporto con le istituzioni italiane. È di questi giorni la notizia che in Italia nel 2016 le nascite sono calate di 12.000 rispetto al 2015. Dal 2008 al 2016 ci sono state 100.000 nascite in meno.

Personalmente noto che i ragazzi italiani, che frequentano i nostri corsi, vivono in famiglie con 3 o 4 figli. Questa è la prova che nei Paesi dove la politica per le famiglie è seria e concreta i genitori non si limitano al figlio unico. Sarebbe interessante conoscere la statistica degli italiani nati all’estero nello stesso periodo. In un futuro non molto lontano saranno i tedeschi, francesi, svizzeri, inglesi, belgi, olandesi ecc. di altra origine, a visitare l’Italia in cerca dei paesi d’origine dei loro genitori e nonni. Ci auguriamo che lo Stato Italiano tenga in considerazione gli italiani che nascono e crescono all’estero. Saranno loro a contribuire a fare dell’Europa economica, l’Europa dei Popoli

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