Nella foto: No alla violenza sui bambini ©Marcos Cola su Pixabay

GERMANIA – Pandemia e pandemonio. Aumento della violenza contro i minori nel periodo del Lockdown

L’uragano chiamato Covid sembra che stia perdendo forza. E come ogni catastrofe naturale (?) che si rispetti, lascia dietro di sé una scia di terrificante devastazione. Lasciando perdere la questione se il flagello-covid sia da ascrivere alla categoria „Cernobyl“ piuttosto che a quella „Krakatoa“, ultimamente risollevata dal presidente americano Biden, in questo articolo non vogliamo tentare un bilancio dei danni economici (pure enormi), ma solo di quelli psicologici. Naturalmente ci sono anche molti danni psicologici derivati dai danni economici: gente disperata perché trovatasi improvvisamente senza lavoro, senza più soldi per vivere, carriere brillanti improvvisamente interrotte, ecc. Come danni psicologici „primari“ potremmo chiamare quelli prodotti direttamente dalla pandemia stessa e dalle misure per arginarla. Proprio queste ultime sono state oggetto d’una critica serrata ed esasperata come poche. Per quel che riguarda gli adulti, essi si son visti ristretti in un ambito chiuso con perdita dei molteplici contatti umani diretti a cui erano abituati. Benché la tecnologia moderna con i suoi sistemi di comunicazione di massa, dal telefono a WhatsApp, compensasse in parte tale depauperazione, si è registrato un aumento preoccupante delle violenze domestiche. Ancora più triste la sorte di chi è spirato tutto intubato in un reparto d’isolamento, senza poter avere alcun conforto dai propri cari.

Ma tutto questo è ancora poco in confronto a quello che hanno dovuto soffrire i minorenni. Tenetevi forte.

L’incaricato federale per gli abusi sessuali (Unabhängiger Beauftragter für Fragen des sexuellen Kindermissbrauchs, UBSKM) Johannes-Wilhelm Röhrig ha chiesto la nomina di una commissione d’inchiesta perché, secondo lui, si è raggiunto un punto oltre il quale tutto il sistema potrebbe collassare. Sempre secondo lo stesso Röhrig, il rapporto ufficiale della PKS non deve essere frainteso come un rapporto riguardante i margini della società: „Violenza sessuale c’è dovunque, è la triste quotidianità ed ha luogo per lo più dove nessuno se l’aspetta: accanto a noi, nelle famiglie, nei vicini di casa, nelle associazioni sportive, nella rete“.

Mercoledì 26 maggio scorso, a Berlino, il sunnominato Röhring, assieme al presidente del Bundeskriminalamt (BKA) Holger Münch, ha presentato ufficialmente i dati della statistica criminale riguardanti gli atti di violenza contro bambini e adolescenti, secondo cui 115 vittime avevano meno di 6 anni al momento della morte. In altri 134 casi si è registrato un tentato omicidio d’un bambino. Con 4.918 casi di maltrattamento contro minorenni protetti (Schutzbefohlene) si è registrato un aumento del 10% rispetto al 2019. Secondo i dati ufficiali pubblicati in rete dal Bundeskriminalamt (BKA) nel corso del 2020 il numero di minorenni vittime di abusi è aumentato del 10%. E nello stesso tempo si è registrato un aumento del 53% riguardo la diffusione, il possesso e la produzione di pornografia infantile. Ancora peggio la va per quel che riguarda le azioni compiute dai minorenni stessi: secondo la Polizeiliche Kriminalstatistik (PKS) il numero dei bambini e adolescenti che hanno diffuso, scaricato, o prodotto, specialmente attraverso la rete, immagini di abusi, si è addirittura quintuplicato arrivando a 7.643 casi accertati.

Naturalmente questa è solo la classica punta dell’iceberg: la percentuale di delitti di cui la Polizia è all’oscuro è da considerarsi molte volte più grande. Così viene supposto fondatamente che per ogni classe scolastica in Germania almeno 1 o 2 scolari in media abbiano sofferto di violenze sessuali durante il 2020.

Inoltre, sempre secondo il rapporto del BKA, bisogna registrare un altro fenomeno assai preoccupante: si stanno organizzando in maniera sempre più professionale dei siti nella „rete oscura“ darknet in cui piccole comunità organizzate di pedofili si occultano dietro un linguaggio criptato.

Aumento degli abusi su minori

Secondo l’Europol durante il primo Lockdown il consumo di immagini di abusi sessuali è aumentato del 30%. Come se non bastasse, sia l’Europol che l’inglese Internet Watch Foundation (IWF) fanno presente che le trasmissioni in diretta, o Livestreaming, di violenze sessuali sui bambini nelle pareti domestiche sono sempre più richieste. Secondo l’IWF il 33% dei siti Web di pornografia infantile mostrano scene brutali di stupri o torture di minorenni, ed il 55% di essi hanno meno di 10 anni, ed il 2% sono perfino minori di 2 anni. Ancora peggio le cose sono andate negli Stati Uniti: secondo il National Center for Missing & Exploited Children (NCMEC) si è registrato nel corso dell’anno 2020 un aumento del 400% di casi sospetti. Per colpa della drastica riduzione di attività del tempo libero a causa del Lockdown e dell’Homescholing i bambini sono rimasti esposti maggiormente ai pericoli in Internet. Contemporaneamente, per gli stessi motivi, molti autori di reati erano più attivi in rete.

Sofferenza psicoligica

Ma anche senza aver sofferto degli obbrobriosi abusi sessuali, i minorenni hanno riportato dall’esperienza del Lockdown ferite psicologiche che non si sa quanto siano profonde, e quanto tempo impiegheranno a guarire, o se li segneranno per sempre. Molti giornali riferiscono del disagio che essi hanno avuto dall’essere privati del contatto con gli amici e con i compagni di scuola, di non potere più giocare asseme agli altri, di essere confinati sempre fra le quattro pareti dove si annoiano a morte. Proprio nell’età in cui i genitori, normalmente, sentenziano: „Der Junge muss an die frische Luft“. Una campagna particolarmente pungente è stata condotta dalla Bild Zeitung con titoli sensazionali del tipo: „Questo ha fatto ai nostri figli, questo governo senza figli!“. Quasi che la Bundesregierung avrebbe fatto meglio a lasciare esposti i minorenni al contagio, ricavandone poi gli stessi risultati che si sono visti in Brasile e negli Stati Uniti.

Secondo l’esperta di psicologia infantile Viviane Carolin Eberlein, citata da BR24, i bambini e gli adolescenti hanno raggiunto il limite, essi si sentono paralizzati, e i disturbi di ansia aumentano. „Si tratta di un miscuglio di ansia e depressione“ spiega, „che soprattutto tocca quelli che sono davanti a degli esami“. Che abbiano 6 o 16 anni, tutta la giovane generazione soffre psicologicamente per colpa del coronavirus, però in maniera diversificata da caso a caso. Dalle indagini di opinione risulta che oltre il 70% dei minorenni si sentono oppressi. Il rischio dell’emergere di disturbi psichici si è raddoppiato, ha dichiarato alla Bayerische Rundfunk Alexandra Schreiner-Hirsch del Kinderschutzbund bavarese, mentre appaiono classici sintomi dello stress: gli stessi bambini raccontano di essere irritabili e privi di forza, di avere difficoltà ad addormentarsi e di avere disturbi della concentrazione, mal di testa e mal di pancia. E nello stesso tempo gli tocca pure assistere all’intensificarsi delle liti fra mamma e papà. La reversibilità di questa situazione, se essi guariranno mai da questo stato è una questione aperta, e secondo gli esperti dipende da quanto a lungo questa tragica pandemia possa ancora protrarsi.

Vaccinazione dei minori

Un’altra grave incertezza che preoccupa le famiglie riguarda appunto la vaccinazione dei loro figli. Ultimamente l’agenzia europea EMA ha dato il permesso di vaccinare i ragazzi a partire dall’età di anni 12 ed a partire dal 7 giugno con il vaccino Biontech-Pfizer in quanto „buono e sopportabile“. La decisione spetta ai genitori, senza il cui consenso ai minorenni viene rifiutato perfino il tampone. Ma si tratta di una decisione difficilissima, perché i genitori, soprattutto quelli dotati di più forte senso di responsabilità non sanno decidersi se esporre la propria prole ai rischi del coronavirus o a quelli di un vaccino di cui si sente dire, secondo l’opinione di diversi esperti, che non vi sarebbero ancora dati sufficienti. Un ruolo importante gioca il desiderio della liberazione dal lungo incubo e del ritorno alla vita di un tempo, ma purtroppo vi si immischiano pure interessi politici che in immediata vicinanza delle elezioni politiche possono essere particolarmente impellenti. L’ottimo mensile di divulgazione scientifica Spektrum der Wissenschaft, germogliato dallo Scientific American, in un suo contributo su rete (www.Spektrum.de) stigmastizza:

„Se i giovani ricevano una vaccinazione con Biontech, moderna, o altri, lo si dovrebbe decidere secondo criteri scientifici e non sulla base di pressioni politiche o sociali“.

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