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ITALIA – Aumento della violenza sulle donne

Cerco notizie online, per vedere cosa stanno facendo per le donne in difficoltà. Leggo, mi informo. Una cosa è certa: le donne non sono solidali tra di loro. Mille volte mi sono chiesto perché? Le donne che subiscono ingiustizie sono sole a combattere situazioni drammatiche. Entro nel sito del Ministero dell’Interno della Repubblica Italiana e vi riporto quello che ho trovato scritto. “Anni di violenze fisiche e psicologiche, ricatti e minacce e un dolore che non trova spazio e spesso viene soffocato dalla vergogna. A ciò si aggiunge che non sempre le vittime trovano il coraggio di denunciare. Spesso è compito degli operatori di polizia saper riconoscere le situazioni più gravi e intervenire sostenendo ed aiutando la vittima.

Emerge chiaramente come la diminuzione generalizzata dei reati nell’anno della pandemia, abbia fatto registrare un calo anche dei “reati spia”, vale a dire tutti quei delitti che sono espressione di violenza fisica, sessuale, psicologica diretta contro una donna in quanto tale. Dai risultati è emerso che “6 milioni 788 mila donne hanno subito nel corso della propria vita una qualche forma di violenza fisica o sessuale, il 31,5% delle donne tra i 16 e i 70 anni: il 20,2% ha subito violenza fisica, il 21% violenza sessuale, il 5,4% forme più gravi di violenza sessuale come stupri e tentati stupri. Sono 652 mila le donne che hanno subito stupri e 746 mila le vittime di tentati stupri, e ancora le donne subiscono anche molte minacce (12,3%). Spesso sono spintonate o strattonate (11,5%), sono oggetto di schiaffi, calci, pugni e morsi (7,3%). Altre volte sono colpite con oggetti che possono fare male (6,1%). La violenza fisica è più frequente fra le straniere (25,7% contro 19,6%), mentre quella sessuale più tra le italiane (21,5% contro 16,2%). Le straniere sono molto più soggette a stupri e tentati stupri (7,7% contro 5,1%). Le donne moldave (37,3%), rumene (33,9%) e ucraine (33,2%) subiscono più violenze. Le donne straniere, contrariamente alle italiane, subiscono soprattutto violenze (fisiche o sessuali) da partner o ex partner (20,4% contro 12,9%) e meno da altri uomini (18,2% contro 25,3%).

Le donne straniere che hanno subìto violenze da un ex partner sono il 27,9%, ma per il 46,6% di queste, la relazione è finita prima dell’arrivo in Italia. Una flessione si è registrata soprattutto in corrispondenza del lockdown, cui ha fatto seguito un nuovo incremento a partire dall’estate, con l’allentamento delle misure restrittive adottate. L’obiettivo, quindi, è sempre quello di migliorare e perseverare nelle azioni di prevenzione e repressione. A tal proposito, dopo un periodo di sperimentazione, è operativo l’applicativo interforze, nato da un progetto elaborato dalla Direzione Centrale Anticrimine della polizia di Stato e dall’Arma dei Carabinieri, d’intesa con l’Ufficio per il coordinamento e la pianificazione delle forze di polizia. Attraverso la sua consultazione, gli operatori delle forze di polizia possono avere contezza di precedenti interventi.

Gli equipaggi chiamati ad intervenire possono utilizzare i tablet in dotazione, anche nelle fasi di primo intervento, per consultare e implementare le banche dati delle forze di polizia. Sul tema violenza di genere, inoltre, la polizia di Stato, ha di recente curato l’elaborazione di nuove linee guida per guidare l’operatore di polizia ed aiutarlo a riconoscere maggiormente le situazioni di pericolo in cui si trova la vittima. Nel contrasto del fenomeno un ruolo importante lo svolgono le squadre mobili delle questure, dotate di sezioni specializzate nelle indagini riguardanti i reati in danno di minori, violenze sessuali, abusi e maltrattamenti contro le donne, e dalle divisioni anticrimine che curano i procedimenti relativi agli “Ammonimenti del questore”, misura di prevenzione utile a garantire alla vittima una tutela rapida che anticipa un procedimento penale. Inoltre, per favorire maggiormente la prevenzione, da anni è attivo il progetto della polizia di Stato che, con l’impiego di personale altamente specializzato ed il supporto degli psicologi della polizia e dei centri antiviolenza distribuiti sul territorio, va incontro alle potenziali vittime aiutandole a superare la paura di denunciare.

Ulteriore sostegno alle vittime è rappresentato anche dall’app della polizia di Stato che lo scorso anno è stata implementata, prevedendo la possibilità di segnalare, anche in forma anonima, oltre ai reati legati alla droga e agli stupefacenti, anche quelli di violenza domestica. Riportare queste informazioni, mi sembra doveroso. Ci sono uomini che non riescono a stare fermi a guardare, ma devono cercare di dare una mano contro questa barbarie che quotidianamente si verifica in ogni parte del mondo. Le donne però dovrebbero superare, invidie, gelosie e siamo certi che presto avverrà questo cambiamento. Si legge sui quotidiani che più di una donna, aveva fatto più di un esposto, ma non viene creduta… e poi…accade che viene eliminata dall’uomo che non riesce a togliersi dalla mente la sua infanzia. Alla fine, due parole servono: prevenzione e coraggio.

Prevenzione: quando vediamo che con il ragazzo conosciuto a scuola, nel rapporto di coppia, nel rapporto familiare, con gli amici, in qualunque contesto qualcosa sta iniziando a non girare per il verso giusto, bisogna immediatamente agire. Far presente che quella frase, quella avance, quel modo di fare non rispetta né la persona né la donna che è ed è il primo passo per evitare brutte conseguenze: bisogna mettere dei paletti ogni volta che è possibile, perché la violenza contro le donne è un fenomeno che inizia piccolo e quotidiano, e va fermato proprio a questo livello.

Coraggio: se si è subita una violenza, bisogna ricordarsi un monito: “Un uomo che ci picchia non ci ama, o quantomeno ci ama male; bisogna quindi lasciarlo immediatamente perché, come minimo, sta fuori di testa e deve riflettere sulla sua vita, su dove sta andando e su quali sono le sue priorità, e chiedere scusa”.

Se la questione è seria bisogna subito rivolgersi ad un centro antiviolenza (ce ne sono in ogni città) perché da sole non è possibile uscirne.

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