Anche la sovranità sanitaria ceduta all’EU?

„Per correr migliori acque alza le vele…“ ci verrebbe di imitare Dante dopo l’inferno del Covid; se non fosse che la navicella della vaccinazione di massa è stata varata tutta sbilenca e facente acqua da tutte le parti. Il più autorevole giornale svizzero, la Neue Zürcher Zeitung, mette in rilevo come la Germania sia inciampata alla partenza della campagna di vaccinazioni, mentre paesi esterni alla EU come la Gran Bretagna e Israele sono già da tempo decollati. Ufficialmente le vaccinazioni avrebbero dovuto cominciare il 27 dicembre scorso in comune partenza al via con gli altri stati dell’EU. Ma siccome il vaccino era stato fornito con un giorno di anticipo, in una casa di riposo della Sassonia-Anhalt si sono detti: ma perché aspettare fino a domani, visto che ogni giorno costa circa 400 morti ufficiali? Ed hanno incominciato a vaccinare seduta stante. Al ministro della salute tedesco Jens Spahn questo non è piaciuto affatto, perché così il paese avrebbe mancato di lealtà politica nei confronti dell’EU. A noi invece, semplici cittadini, non piace affatto che le vite delle persone vengano lasciate in balìa del virus in nome di concetti politici come la “lealtà all’EU”, e questo proprio dallo Stato che pretende di rappresentarle. Quindi quei medici della Sassonia-Anhalt avevano perfettamente ragione a seguire il giuramento di Ippocrate e non la ragion di stato.

Finalmente, il tanto atteso momento che doveva apportarci la libertà e la salute perdute, ha portato invece molta delusione per le attese accumulate nei penosi giorni del lockdown: troppa poca sostanza da iniettare e frustrazione nella coda, e uffici chiusi per mancanza (di vaccino? di personale? di fondi?). Delle 1,3 milioni di dosi fornite ai Länder, nella prima settimana ne sono state iniettate solo 240 mila. Tutto questo mentre in Italia il ministro Roberto Speranza proclamava solennemente il “Vaccine Day” quale giorno di grande successo per il governo italiano e l’EU. Sta di fatto che le agenzie sanitarie europee hanno tardato di due settimane rispetto ad altri paesi non-EU come l’Inghilterra e Israele, e considerata la mortalità media in Germania, due settimane di ritardo tattico per “lealtà politica” verso l’EU sono costate la vita a circa 6-7 mila persone costì residenti.

Anche l’approvazione e la messa in vendita del vaccino si sarebbe potuta svolgere più rapidamente se impostata su scala nazionale, ma è stata ritardata per motivi politici. Il ministro tedesco della salute Jens Spahn ha dichiarato che avrebbe “sentito come sleale” nei confronti dell’EU se si fosse occupato lui del procacciamento del vaccino per il popolo (che lo ha eletto anche a tal scopo). Il giornale tedesco Bild ha fatto uno dei suoi scoop pubblicando una lettera in cui quattro ministri (tedesco, francese, italiano e olandese) pregano umilmente la signora Ursula von der Leyen affinché lei e la commissione europea prendessero in mano il problema dell’approvvigionamento di vaccini per l’intera EU. Dietro questa iniziativa ci sarebbe stata, secondo il giornale citato, la ferma intenzione della cancelliera Merkel. Firmatario per il Governo Italiano della lettera è il ministro della salute Roberto Speranza, ex-PD, mentre il firmatario tedesco è il Gesundheitsminister Jens Spahn (CDU). Stando alla citata fonte, già allora i ministri competenti nutrivano fondati dubbi sulla capacità dell’EU di condurre l’operazione richiesta. Ma i governi italiano, tedesco, francese e olandese premevano tutti assieme affinché anche la sovranità sanitaria, oltre a quella monetaria, dovesse venir ceduta all’EU. Ed ecco il bel risultato.

Stando a quanto scrive il settimanale Der Spiegel, la ditta Biontech & Pfitzer aveva offerto la bellezza di 500 milioni di dosi per i 450 milioni di cittadini europei. Ma la Commissione Europea ha rifiutato limitandosi prenotarne solo 200 milioni. Sembra che abbia ceduto alle pressioni di alcuni paesi dell’Europa dell’Est per i quali il risparmio conta più della salute pubblica. Altri sospettano che sia stato il presidente francese Macron ad intromettersi per deviare i processi decisionali europei a favore dell’azienda francese Sanofi. Più tardi però la Commissione Europea si sarebbe un po’ pentita, elevando l’ordinazione alla Biontech a 300 milioni di dosi, e dimostrando così che anche nel campo non strettamente politico è incapace di assumere una posizione decisa. Lo Stato Ebraico, invece, non ha risparmiato sulla salute dei propri cittadini, e nelle prime settimane ne ha vaccinati più di un milione. Israele ha solo 1/10 della popolazione tedesca, e ciò malgrado ha ricevuto a Gennaio ben 5,6 milioni di dosi di Biontech, mentre alla Germania non ne arriveranno più di 3-4 milioni. Tutto merito della sua pretesa lealtà filoeuropea. Lo stesso giorno della pubblicazione della lettera, il ministro Spahn è corso ai ripari facendosi intervistare dalla ZDF. Senza mai citare la lettera in questione, ha sostenuto che tutto stesse andando per il meglio, che i ritardi lamentati, lui li aveva previsti già da prima, ed infine raccomandando di avere fiducia nel governo e nell’EU. Tutto va ben, madama la marchesa, secondo lui. Però la giornalista della TV di Stato non gli fatto una semplice domandina, e cioè perché nei paesi posti al di fuori della EU l’azione di vaccinazione stesse invece procedendo senza tutti quegli intoppi. Stando una notizia dello Spiegel, il ministro Spahn attualmente starebbe studiando la possibilità di procrastinare l’iniezione della seconda dose, in modo da poter usare quel poco di vaccino a disposizione per nuove le vaccinazioni immediate, come sta facendo Boris Johnson nel Regno Unito. Il ministero della salute di Berlino avrebbe pregato il Robert-Koch-Institut di investigare questa possibilità. A questo punto la Merkel è intervenuta di persona avocando a sé tutto il problema, per risolvere il quale si è rivolta perfino a Putin per ottenere da lui una collaborazione per la fornitura di dosi del suo vaccino Sputnik che si sta iniettando in Russia già dai primi di dicembre e con molto successo.

Anche la Commissione Europea si è sentita in dovere di rispondere alle critiche tedesche, ed in particolar modo del Presidente del Consiglio della Baviera Markus Söder. Ma i suoi argomenti suonano alquanto difensivi , come sottolinea il noto quotidiano tedesco Frankfurter Allgemeine, e sfuggono alla domanda semplice e diretta: perché l’EU non ha accettato l’offerta della Biontech? I motivi sarebbero due: i rappresentanti della Commissione di Bruxelles non avevano molta fiducia nella novità del vaccino all’RNA di Biotech e Moderna, e non volevano mettere a rischio la loro carriera. Il secondo motivo è la grande differenza di prezzo: il prodotto di Moderna costa 18 € a dose, quello della Biotech-Pfizer 12 €, ed entrembi richiedono una doppia iniezione. Mentre invece il prodotto dell’Astra-Zeneca costa solo 1,76 € a dose e di dosi ne richiede una sola per paziente. Così calcolando i costi complessivi per 450 milioni di cittadini europei, il costo complessivo sarebbe di 16,2 miliardi di euro per Moderna e 792 milioni di euro per Astra-Zeneca. Però quest’ultima ha un’effettività dimostrata di solo 70%, mentre le altre due superano il 90%.

Nel frattempo nel Parlamento Europeo è cresciuta l’irritazione nei confronti del modo di procedere della Commissione, che fa di tutto per tenere segreti i dettagli dei contratti con le varie case farmaceutiche. La vicepresidentessa del Parlamento Europeo, Nicola Beer (FDP), ha minacciato di istituire una commissione d’inchiesta per chiarire i retroscena nascosti dei rapporti fra la Commissione e le case farmaceutiche. Ma già prima di Natale si sentiva aria di bruciato, a Bruxelles. Il 22 dicembre un parlamentare liberale aveva inviato delle lettere alla Commissione Europea con seguiti di quesiti sgradevoli, ed a tutt’oggi non ha ricevuto risposta. Invece il portavoce della Commissione Europea Eric Mamer si affanna a calmare le acque con dichiarazioni generiche.

Un sollievo alla situazione potrebbe essere l’approvazione da parte dell’agenzia europea EMA del prodotto della ditta americana Moderna, prevista per il 6 febbraio. Dopodiché dovrebbero essere immediatamente a disposizione 1,5 milioni di dosi, e per tutto il 2021 alla Germania sarebbero riservate ben 50 milioni di dosi. Si tratta del vaccino che già da un pezzo stanno iniettando negli Stati Uniti, ma anch’esso richiederà una seconda iniezione. E poi è in via di approvazione presso la EMA anche il vaccino prodotto dalla AstraZeneca dell’Università di Oxford che attualmente viene iniettato in Gran Bretagna. Ma anche il vaccino italiano della Reithera è in fase di sviluppo, purtroppo un po’ in ritardo rispetto ai concorrenti, ma con alcuni vantaggi rispetto ad essi. Antonello Folgore, presidente della ditta, ha annunciato la conclusione felice della prima delle tre fasi della sperimentazione del loro prodotto, che promette un’efficacia del 92,5% ed è stabile fra +2 e +8 °C, e quindi si può conservare in un normale frigorifero. È basato sul virus del raffreddore del gorilla e se ne potranno produrre 100 milioni di dosi all’anno.

Intanto un grazioso (per modo di dire) episodio si è registrato nella cittadina di Stralsund sul Mar Baltico e riportato dall’agenzia ANSA: un medico del luogo ha iniettato per svista delle dosi quintuple di vaccino a ben otto persone che facevano parte del personale sanitario di una casa di cura. Dopodiché il medico, che è stato denunciato per il reato di Körperverletzung (danni alla salute), si è lamentato che la campagna di vaccinazione era stata organizzata con i piedi dalle locali autorità. Immaginate, cari lettori, se un caso del genere fosse avvenuto in Italia, che cosa avrebbero detto i tedeschi…

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