Martedì 15 marzo 2022 alle ore 19:00 l‘Istituto Italiano di Cultura di Amburgo invita ad un incontro con la giornalista Eliana Di Caro, autrice del libro „Le madri della Costituzione“, pubblicato ‎da Il Sole 24 Ore  nel giugno 2021.

L‘incontro con l‘autrice Eliana di Caro, sarà moderato da Paola Barbon, che curerà anche la traduzione in consecutiva italiano/tedesco.

L’incontro si svolge nell’ambito del cosiddetto modello 2G-Plus: la partecipazione è possibile solo con una prova di vaccinazione o di guarigione e una dichiarazione di test negativo. Il Booster (terza vaccinazione), esenta dal test. La partecipazione all‘evento è gratuita con prenotazione obbligatoria via e-mail a events@iic-hamburg.de

Il 10 marzo 1946, con Decreto luogotenenziale si stabiliva che i cittadini e le cittadine italiane che il giorno delle elezioni (2 giugno 1946) avessero compiuto il 25º anno di età, erano eleggibili all’assemblea costituente: una rivoluzione per l’Italia unita. Si temeva che le donne avrebbero disertato le urne, e che, se pure si fossero recate a votare, avrebbero espresso un voto „pasticciato“. Era quindi necessario istruirle. E ciò venne fatto da altre donne, che con molta pazienza istruivano quelle analfabete o anziane e timorose di sbagliare. Le reazioni sono state diverse. Le donne stesse a volte affermavano di voler continuare ad essere solo delle brave mamme, o brave sorelle o brave spose, altre invece avevano voglia di contribuire al cambiamento del Paese e iniziarono a partecipare alla vita politica.

Le donne si recarono in massa alle urne, con il vestito della festa, trepidanti. Le testimonianze che ci hanno consegnato quelle prime elettrici, esprimono tutte, oltre a una grande felicità, la scoperta del valore di se stesse. L’estensione del voto alle donne immise nella vita politica italiana una visione del mondo diversa, una psicologia, un’azione, che incideva con forza sulla vita quotidiana, sullo sviluppo del paese.

Il 2 giugno del 1946 gli italiani scelsero la Repubblica e il 25 giugno si insediò l’Assemblea Costituente, composta da 556 membri, 21 dei quali donne: nove comuniste, nove democristiane, due socialiste, una del Fronte dell’Uomo Qualunque. 21 donne entrarono nel novero dei cosiddetti «padri fondatori» della Costituzione italiana. Un’avanguardia esigua, il 3,7 per cento, ma fondamentale nella stesura della Carta: cinque di loro furono designate nella Commissione dei 75 (Maria Agamben Federici, Angela Gotelli, Nilde Iotti, Lina Merlin, Teresa Noce). La loro presenza, come espressione della componente femminile del popolo sovrano, era una novità assoluta, in quell’anno di novità e di svolta epocale in cui le italiane andarono per la prima volta alle urne per elezioni storiche (dopo il turno delle amministrative a marzo). Le ventuno elette erano differenti per generazione, estrazione sociale, formazione, professione, ideologia.  Quattordici erano laureate, geograficamente rappresentavano l’intera penisola. Contribuirono a rendere più democratica la costituzione della nuova Italia, conquistando alle donne la piena cittadinanza, senza più alcuna discriminazione. E spesso dovettero far fronte ai pregiudizi contro la donna, persistenti nei loro stessi colleghi di partito.

Il libro della giornalista Eliana Di Caro, “Le madri della Costituzione” racconta proprio le vite «vissute e convergenti di ciascuna delle 21 Costituenti, dando conto del loro lavoro come ad esempio, del dibattito sulla famiglia e della mediazione di Nilde Iotti per arrivare a una soluzione condivisa da parte comunista e democristiana. Oppure a Nadia Spano alla quale fu affidato il compito di celebrare, per la prima volta in Parlamento, l’8 marzo. 21 donne insomma che volevano realizzare con la parità tra cittadine e cittadini, la libertà e la dignità di ogni essere umano. Quando cessarono l’attività parlamentare molte onorarono il loro impegno civile spendendosi come sindache dei loro paesi e città, mettendo ancora una volta al servizio della comunità locale e nazionale la loro esperienza .

«Senza le loro battaglie, diversi articoli della Costituzione, compresi i principi fondamentali, non sarebbero gli stessi», afferma l’autrice del libro Eliana Di Caro, sottolineando il ruolo decisivo nel riconoscere i principi che sanciscono la parità nell’ambito della famiglia e del lavoro, e più in generale nel fare in modo che la società di questo Paese si aprisse alla modernità.“ Eliana Di Caro è nata a Matera, è giornalista al Sole 24 Ore dal 2000: dopo aver lavorato al mensile Ventiquattro e alla redazione Esteri del quotidiano, dal 2012 è al supplemento della Cultura “Domenica”, nel ruolo di vice caposervizio e curatrice delle sezioni di Storia ed Economia e società. È tra le autrici di Donne della Repubblica (il Mulino, 2016), Basilicata d’autore (Manni, 2017), Donne nel 68 (il Mulino, 2018), Donne al futuro (il Mulino, 2021). Ha pubblicato Andare per Matera e la Basilicata (il Mulino, 2019) e Le vittoriose (Il Sole 24 Ore, 2020). Scrive dei temi legati alle donne – dei loro diritti e dell’emancipazione femminile – e della terra lucana. Appassionata di tennis, ogni tanto recensisce qualche libro sull’argomento

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