26° edizione dell Rassegna “Donne e Poesia”, unica nel genere è diventata negli anni “storica esperenziale” e premiata da istituzioni culturali. Il 16 settembre a Friedrichshafen

Il percorso poetico delle italiane che vivono in Germania e scrivono in lingua madre è stato possibile avviarlo con una ricerca della loro produzione e con l’impegno di laboratori di scrittura e, poi, collocare i testi dentro una rassegna come patrimonio da tramandare.

Unica nel genere è diventata negli anni “storica esperienziale” grazie alla fondatrice, la giornalista-scrittrice Marcella Continanza che attraverso varie voci nella tensione tra sentimenti di integrazione e identitari ha fatto raccontare l’italianità simbolizzata in poesia, e il logo, una donna che apre la porta, è l’emblema che è poi al centro del messaggio che la rassegna vincola.

Infatti la rassegna offre uno strumento di comunicazione e confronto con altre donne, servendosi della lettura pubblica negli incontri nella comunanza che fornisce un terreno comune.

Dopo Francoforte sul Meno dove è nata, la rassegna è stata ospitata dai vari Istituti italiani di cultura in Germania: Amburgo, Stoccarda, dal Consolato di Friburgo e dal Comites e Caritas di Colonia.

In Italia nelle rassegne di poesia di Perugia, Bari, Castellammare di Stabia. Ricordiamo anche i premi conferitale da istituzioni culturali come le Medaglie d’argento dell’allora Presidente della Repubblica Italiana Carlo Azeglio Ciampi, delle Pari opportunità e la targa del Comune di Napoli.

Quest’anno l’appuntamento è nello scenario della sede Graf Zeppelin Haus (Olga Str. 22) a Friedrichshafen, il 16 settembre ed è organizzato dall’Associazione culturale Italiana, presidente Giovanni D’Amicodatri, con il patrocinio dell’Istituto italiano di Cultura di Stoccarda. Ospiti di questa edizione autrici nuove come Anna Lucia D’Elia, Liliana Sanapo, Rosa D’Amico e altre già note come Anna Piccardi, Rosa Spitaleri, Giulia Mazzei, Elisabetta Abbondanza, Silvana Fiori.

Le loro liriche ci forniscono una mappa della nostra condizione umana: accostarsi alle loro emozioni, alle loro immagini verbali, ogni autrice ha un timbro diverso, un racconto personale, è come leggere una storia condivisa.

Vorrei citare il commento del giornalista-scrittore Roberto Giardina, che come corrispondente di testate italiane a Berlino, è stato spesso presente alla Rassegna a Francoforte “A scrivere sono donne che vivono la realtà dell’emigrazione e questa suonerà già male per gli addetti ai lavori che si occupano di poesia … le partecipanti sono poetesse, senza che occorra aggiungere altro. Il fatto che siano emigrate non ha alcun rapporto con i loro versi ma solo con la loro passione; vivono in un ambiente dove hanno scoperto il valore della lingua da difendere e da coltivare spesso con sacrificio”.

Di atto politico parlava il poeta Gianluigi Nespoli, “La rassegna promuove la valorizzazione di scrittura di donne, a volte autodidatte, soprattutto di quelle della prima generazione e diviene un’esperienza sulla parola testimone del tempo”.

Possono essere tanti o pochi i 26 anni della rassegna ma ha offerto una personale ed emozionante interpretazione del pensiero femminile in anni in cui internete era agli albori e anche per questo particolarmente coinvolgente.

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