Nella foto: Alter Opern Frankfurt. Foto di ©Licia Linardi

Il canto lirico italiano diventa Patrimonio culturale immateriale dell’umanità

Nel pittoresco scenario di Kasane, Botswana, l’UNESCO ha recentemente arricchito la sua Lista Rappresentativa del Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità con l’inclusione di 45 forme uniche di conoscenza e abilità tramandate nel tempo. Questa selezione variegata riflette la diversità delle tradizioni che arricchiscono il tessuto culturale globale, comprendendo pratiche come la pittura delle rickshaw, il canto lirico italiano e il significativo rituale musulmano dell’Iftar, la rottura del digiuno.

Tra le novità di quest’anno, spiccano contributi significativi alla lista da parte della Germania, che ha visto riconosciuti come patrimonio immateriale dell’umanità l’ostetricia, la produzione manuale del vetro e l’antica arte dell’irrigazione tradizionale.

Un particolare focus è stato riservato al canto lirico italiano, celebrato come una forma di espressione artistica che va oltre la mera musicalità. Questa pratica, eseguita da individui di ogni genere, si distingue per essere una forma fisiologicamente controllata di canto. I suoi esecutori, divisi per gamma e timbro vocale in tenori, baritoni, bassi, soprani, mezzosoprani e contralti, offrono al pubblico una combinazione di musica, recitazione e regia. La maestria di questa arte è trasmessa oralmente da maestri a studenti, con esercizi vocali, l’introduzione graduale di repertori e stili musicali, e la partecipazione a recital, scuole di canto e workshop.

L’apice di questa pratica spesso si coniuga con festività e cerimonie locali, creando un legame profondo tra il canto lirico italiano e il contesto culturale più ampio. Questo connubio promuove la coesione collettiva e contribuisce alla memoria socioculturale, intrinsecamente connessa ad altri aspetti culturali come luoghi acustici e poesia. Non è solo un’arte, ma una forma di espressione che coinvolge anche professioni come la progettazione scenica, la sartoria dei costumi, la scenografia e il trucco.

Questa inclusione nell’elenco dell’UNESCO è la testimonianza del riconoscimento del valore culturale del canto lirico italiano a livello nazionale e internazionale.

Il Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità abbraccia una vasta gamma di tradizioni viventi, che spaziano dalla danza al teatro, dalla musica alle tradizioni orali, dal conoscere della natura alle tecniche artigianali. L’UNESCO ha dedicato gli ultimi 20 anni a proteggere, documentare e conservare queste ricche eredità culturali. Con la ratifica dell’accordo sulla Convenzione per la Salvaguardia del Patrimonio Culturale Immateriale nel 2003, 181 stati, inclusa la Germania dal 2013, hanno sottolineato l’importanza di preservare e valorizzare queste preziose tradizioni.

Il processo di selezione per l’inserimento nella Lista Rappresentativa del Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità è un’opportunità per gli stati di evidenziare e proteggere singoli elementi delle loro ricche eredità. Con circa 700 pratiche provenienti da tutto il mondo, tra cui il tango argentino, la medicina tradizionale cinese, il reggae giamaicano e la danza moderna tedesca, questa lista rappresenta un caleidoscopio delle molteplici forme in cui l’umanità ha plasmato la propria identità culturale nel corso dei secoli.