Nuova puntata dell’appassionante serial

Finalmente: se il mese di settembre 2019 mai passerà nella storia dell’emigrazione, sarà per merito di questa iniziativa: A Vienna, a Palazzo Metternich che è la sede dell’Ambasciata d’Italia, è stata presentata ufficialmente la carta d’identità elettronica per gli italiani residenti all’estero, anche denominata CIE (si badi: con la E anziché la A). Ma niente pericolo: si tratta, per il momento, solo d’un esperimento limitato alle sedi di Nizza, Atene, e Vienna appunto. Fino a questa storica data, tutte le legittime richieste di avere una carta d’identità all’estero erano respinte con argomentazioni quanto mai generiche e pretestuose: che si sarebbe trattato di un “problema politico”, motivo per cui al povero connazionale, nella sua frustrazione, non restava che immaginarsi oscuri complotti nei sotterranei di Montecitorio e gattopardeschi inciuci fra le varie segreterie partitiche. A nostro avviso, invece, si trattava solo di banali problemi tecnici.

Naturalmente al grande evento erano presenti tutte le autorità ufficiali e di prammatica: l’ambasciatore italiano, quello austriaco, e i deputati per la circoscrizione estera della Lega, del PD, e del M5S. Venuti apposta dalla Farnesina, Nicandro Cascardi, direttore generale per l’informatica e le comunicazioni, e Luigi Maria Vignali, direttore generale per gli italiani all’estero e le politiche migratorie. Quest’ultimo ha spiegato perché l’introduzione del suddetto documento non potesse più venire procrastinata: “Non soltanto per il sempre maggiore flusso della nuova mobilità, ma anche perché ormai molto spesso tanti connazionali hanno difficoltà a vedersi riconosciuta la carta d’identità cartacea”. Alla buon’ora. Il superburocrate, inoltre, non ha escluso un’estensione della sperimentazione ad altri stati in un futuro prossimo. Ma quanto sarà “prossimo” questo futuro non lo ha specificato. Dal canto nostro, non possiamo escludere, visto la nostra pluriennale esperienza, che invece le cose tirino molto per le lunghe. Mentre i nostri emigrati continueranno a gemere, magari con melodico accompagnamento della musica di Puccini: “…E non ci pesa / La lunga attesa” (da “Madama Butterfly”).

Entro il 2019, comunque, le tre sedi pilota si prevede che saranno in grado di operare a pieno regime, e –così ci assicurano- entro il 2020 (l’anno o il decennio?) il progetto dovrebbe estendersi a tutta l’EU ed oltre. Il direttore dell’Istituto Poligrafico dello Stato Stefano Imperatori, esso pure presente all’evento, ha illustrato poi tutte le caratteristiche informatiche che arricchiscono le nuove carte d’identità: “La carta d’identità elettronica punta a tre diversi processi identificativi che si sovrappongono alla perfezione: in primis si tratta della classica identificazione fisica della persona, riscontrabile attraverso i dati personali e biometrici custoditi in assoluta sicurezza; a questa si aggiunge il contenuto digitale che permette ai suddetti dati di essere utilizzati per l’accesso ai servizi in rete; infine la possibilità di usufruirne in futuro anche per i cosiddetti servizi ad accesso veloce, come quelli relativi al trasporto pubblico o all’ingresso nei luoghi di lavoro”.

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