Nella foto: Anthony Bivona. Foto concessa dalla famiglia Bivona

Riaperte le indagini sulla morte di Anthony Bivona, ragazzo catanese residente in Germania, trovato morto sulle scale del suo appartamento in circostanze non chiare

Quando si pensa alle storie dove qualcuno perde la vita, ci si concentra sulla persona, su quello che è stato e quello che non potrà più essere. Ma le persone più colpite sono coloro che restano, quelle che hanno amato e che al solo pensiero perdono il respiro perché quando ci muore un caro, anche un pezzo di noi se va e non torna più.

Il 28 dicembre ad Adrano, in provincia di Catania la salma di Anthony è stata riesumata. La famiglia aveva richiesto l’autopsia e la riapertura del caso in quanto dopo la sua morte, il 18 luglio in Germania, gli inquirenti tedeschi hanno deciso di classificarlo come suicidio e chiudere il caso. Solo dopo il servizio televisivo de “Le Iene” e il sollecito di alcuni parlamentari la polizia di Darmstadt, prima di Natale ha riaperto le indagini.

Ho parlato a lungo con la sorella di Anthony, ho trovato una donna determinata a scoprire la verità, stanca e addolorata. Mi raccontava che quella notte si parla solo di quello, si sogna solo quello, ci si pongono molte domande a cui non ci sono risposte e si cerca di fare di tutto per dar pace al ricordo, come fosse una promessa, l’ultimo gesto d’amore.

Altro punto importante e molto spesso scontato sono i soldi. Non si pensa a questo ma gli avvocati costano, riesumare il corpo costa, comprare due bare costa. I viaggi, le perizie, le traduzioni giurate, gli esperti e potrei andare avanti ancora. Quando il sistema chiude un caso dando una risoluzione ma il verdetto non rende giustizia se vuoi la verità devi cercarla e pagarla. L´amore per un figlio e un fratello stanno spingendo la famiglia oltre il limite, aiutati da molti grazie alla raccolta fondi che hanno messo su “Go Found Me” (https://www.gofundme.com/f/giustizia-e-verit-per-anthony-bivona?utm_medium=referral&utm_source=catania.meridionews.it&utm_campaign=comms_4srp+giustizia-e-verit-per-anthony-bivona) piano piano stanno riuscendo ad avvicinarsi sempre di più alla verità. Una verità che altre al dolore li sta consumando economicamente.

Ho chiesto all’avvocato della famiglia di farmi il punto della situazione, una visione distaccata e imparziale era doverosa per capire dove siamo e dove stiamo andando.

Contatto lo studio “Affari Legali” e parlo con l’avv. Alessandro Tedesco, chiedo immediatamente a che punto siamo.

Mi fredda subito dicendo che in Germania hanno riarchiviato il caso, secondo il PM tutte le prove raccolte portano al suicidio e per l’autopsia dobbiamo aspettare fino a 90 giorni ovvero marzo.

Ovviamente l’avvocato non ha accettato la chiusura e ha richiesto l’apertura delle indagini con un’istanza di 10 pagine dove raccoglie tutti i fatti che non tornano.

Bisogna aspettare.

Ci sono ancora delle incongruenze su ciò che è stato scoperto dalla polizia di Darmstadt e le prove raccolte “live” da Ismaele La Vardera durante il servizio delle Iene.

Come ad esempio il testimone chiave: nel video scopriamo che il signor Mohamed Alghatas scopre il corpo e prova a rianimarlo, dicendo che non esisteva nessuna corda appesa nella tromba delle scale. La polizia tedesca non lo ha neanche sentito come testimone e si attiene alla deposizione della ragazza del defunto dove racconta di essere stata svegliata dalle urla della signora Mohns che rientrando a casa ha trovato il corpo. Lei uscendo e vedendo Anthony impiccato rientra in casa a prendere un coltello, taglia la corda ed adagia il corpo. Bisogna dire che la ragazza ha già cambiato versione più volte incerta sugli orari e sul dove si trovasse realmente in quel momento, possono essere scuse o shock del momento. Le indagini dovrebbero chiarire questo punto. In più la signora Mohns non ha mai testimoniato, ha solo lasciato delle dichiarazioni al telefono.

Un altro punto incerto sono le registrazioni della telecamera che possono realmente dirci temporalmente chi c’era e se dopo è entrato qualcuno nel palazzo ma anche qui abbiamo due versioni. In primo viene detto che alla polizia non servivano e quindi sono state cancellate mentre ora si afferma che dopo 14 giorni vengono sovrascritte e che la famiglia Bivona le ha visionate. In effetti sono state viste ma da quando entrano i due ragazzi in casa, poi molto veloce fino a quando esce all´1.30 con la barella. Il dopo è fondamentale e capire quando entra la signora Mohns.

Molti punti oscuri ci sono in questa vicenda come le chiamate cancellate dal telefono di Anthony o alle foto della perizia scattate quella notte dove il telefonino non è presente in nessuna foto, ma la sorella quando arriva a casa lo trova sul comodino. Oppure alla dichiarazione della ragazza che racconta che delle persone stavano arrivando a casa, che c’entrava la droga, ma nessuno ha pensato di approfondire queste parole.

Parlando con gli interessati ho capito che nessuno vuole trovare per forza un colpevole, vogliono solo la verità. Avere delle risposte legittime per dar pace a Anthony e ai loro cuori.

Ora bisogna aspettare il responso dell’autopsia e si spera che per la terza volta anche la polizia di Darmstadt decida di riaprire le indagini.

Ci si augura che le risposte arrivino presto e che questo calvario per la famiglia si concluda in modo da poter solo piangere il loro caro.

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