Nella foto: Pasquale Marino. Foto di ©PM

Una storia che non solo illumina il nostro presente, ma rintraccia anche la presenza italiana nel Saarland sin dall’antichità

Mercoledì 7 settembre u.s., presso la Cancelleria di Stato di Saarbrücken, è stato presentato il 4 volume dei Quaderni francofortesi “Sulle tracce degli italiani nel Saarland”, volume che tratta storie e aneddoti sulla vita e le tradizioni della popolazione italiana nel Saarland. Il Quaderno è stato presentato alla presenza del capo della Cancelleria di Stato e plenipotenziario per gli Affari europei, il segretario di Stato David Lindemann e il Console generale a Francoforte sul Meno, Andrea Esteban Samà.

L’autore della ricerca Pasquale Marino, 65 anni, si è trasferito dall’Italia alla Saar all’età di 13 anni, da lungo tempo lavora presso l’ufficio consolare italiano di Saarbrücken e conduce il programma radiofonico “Mezz’ora italiana”. Marino ha dichiarato che “Chiunque abbia alle spalle una “biografia da migrante”, facilmente capirà che la ricerca delle proprie radici, degli italiani che prima di noi erano già qui, presto diventa un’esigenza irresistibile. Secondo Marino “È bello non sentirsi estranei e poter affermare: noi abbiamo un passato comune, la mia lingua è parlata da secoli in questa regione, da secoli facciamo affari gli uni con gli altri, da secoli leggiamo gli stessi libri, da secoli appendiamo alle pareti gli stessi quadri”.

“Pasquale Marino ha sempre lottato contro i cliché e gli stereotipi superficiali associati all’Italia e all’immigrazione italiana”, ha dichiarato il segretario di Stato David Lindemann, “Sulle orme degli italiani nel Saarland dimostra che la narrazione dei lavoratori stranieri giunti nel nostro Paese, a partire dal 1955, rappresenta un’abbreviazione della storia vera. Il vivace e variegato scambio di commercio, scienza, arte e cultura tra l’Italia e la nostra regione della Saar è vecchio di molti secoli e ha lasciato un segno duraturo nella nostra società e nella nostra storia. Le circa 25.000 persone di origine italiana nel Saarland rappresentano un grande patrimonio culturale di cui siamo orgogliosi. Dobbiamo a persone come Pasquale Marino la conservazione e la trasmissione di questa conoscenza”, ha concluso Lindemann.

Andrea Esteban Samà, console generale italiano a Francoforte ha affermato che “la presenza italiana in questa regione è una tradizione storica che ha lasciato orme e testimonianze di grandi artisti, letterati ed esponenti politici, ma anche di migliaia di lavoratori che hanno contribuito alla crescita e allo sviluppo di quella ospitale regione. Il libro vuol essere un ringraziamento a tutti i gli italiani che vivono nel Saarland” a proseguito il Console. “Ringrazio il mio collaboratore Pasquale Marino, per il suo costante ed assiduo lavoro di ricerca, e l’Associazione COASSCIT di Saarbrücken, per l’elaborazione storica della presenza italiana nel Saar. Senza il loro prezioso supporto – di ricerca e di redazione – questo “Quaderno Francofortese” non sarebbe mai nato”, ha concluso Samà.

Nel presentare il volume Pasquale Marino racconta come è nata l’idea di scrivere degli italiani del Saarland, “tutto è nato 30 anni fa, dove ho aiutato l’amico Rolando Pettinari a Saarbrücken a cambiare casa. A me fu affidato il compito di guidare il furgone preso in affitto e di portare la lavatrice al terzo piano. Durante una piccola pausa Pettinari prese da uno dei cartoni un articolo che aveva scritto per l’Università di Camerino dal titolo “La presenza degli italiani nel Saarland nel XVII secolo” e me lo regalò, consigliandomi di leggerlo. Poi mi fu affidato anche il compito di occuparmi del rifornimento di cibo per la squadra e, passando davanti alla vecchia chiesa della Kronenstraße con i cartoni della pizza in braccio, ho notato una targa con la frase “costruita nel 1725-1727 da Dominique Garosse, maestro artigiano italiano”. Ciò ha dato il via al mio entusiasmo per la ricerca di storie, aneddoti e fatti riguardanti gli italiani nella Saar e dintorni”.

“Aver avuto la possibilità di scrivere questo quaderno è stata la realizzazione di un sogno. Con esso ho voluto combattere alcuni fastidiosi cliché che si hanno sugli italiani: ad esempio che gli italiani che sono venuti nel Saarland sono poveri, senza istruzione e hanno intenzione di andarsene presto” ha continuato Marino.

Pasquale Marino ammette che nel suo libro ci sono delle speculazioni, perché a lui piace teorizzare, cosa che i lettori noteranno subito quando sentiranno la frase “ci piace credere che…”.

Per esempio Marino racconta che “grandi quantità di lapislazzuli, una pietra di colore blu intenso utilizzata per la pittura, furono trasportate da Wallerfangen a Roma proprio nel periodo in cui Michelangelo stava dipingendo gli affreschi della Cappella Sistina, all’inizio del XVI secolo. È quindi molto probabile, conclude Marino, che il ricco blu degli affreschi sia un fenomeno di importo culturale del Saarland”.

Nel volume sono documentate anche le biografie dell’imprenditore edile italiano Antonio Garosse, che visse a Ottweiler, e della famiglia Cetto, giunta dall’Italia nel nord della Saar intorno al 1700. Johann Carl Anton Cetto fu sindaco di St. Wendel alla fine del XVIII secolo, dove in seguito gli venne intitolata anche una strada. Ma si narra anche del figlio Carl Philipp Cetto, che possedeva miniere di carbone a Leitersweiler e Dörrenbach, il quale partecipò alla festa patriottica di Hambach nel 1832 e nel 1848/1849 fu deputato di San Wendel nell’Assemblea Nazionale di Francoforte.

Nel Quaderno si trovano inoltre altri aneddoti e storie, come per esempio la nascita del primo programma radiofonico italiano in terra tedesca, presso la Saarländischer Rundfunk, dove l’allora Console a Saarbrücken, Zappavigna e il missionario italiano Micheloni chiesero al direttore Franz Mai di dare uno spazio radiofonico per gli italiani residenti nel Saarland. La loro argomentazione fu che “gli italiani del Saarland ascoltano Radio Praga dieci ore al giorno, direttamente dal blocco orientale, con una buona dose di pericoloso indottrinamento radiofonico”. E così il 21 ottobre del 1961 andò in onda la prima trasmissione radiofonica in lingua italiana. Nacque “La Mezz’Ora Italiana”. Ed è così che Franz Mai divenne definitivamente parte della storia italiana in Germania come primo direttore che volle un programma in lingua italiana.

La seconda parte del quarto Quaderno Francofortese racconta l’esperienza lanciata anni or sono dal COASSCIT/Saar, il Comitato per l’assistenza scolastica, del progetto “Tracce – Sulle tracce degli italiani nel Saarland” dove Rolando Pettinari, dirigente dell’associazione Coasscit/Saar, supervisiona il progetto. Il progetto tratta il “problema dell’identità delle giovani generazioni di italiani, in relazione alla storia di questo Paese”. Nell’ambito di questo progetto, gli alunni hanno potuto ripercorrere le tracce del barocco italiano a Saarbrücken, vi è stata anche una conferenza sul tema “Per quanto riguarda la memoria – la cantina del nonno, la credenza della nonna”, e radiodrammi di giovani sul tema “La storia degli italiani nel Saarland”.

Chi desidera ricevere il Quaderno “Sulle tracce degli italiani nel Saarland” può ordinarlo direttamente presso il Consolato Generale di Francoforte oppure scaricarlo dal sito web: www.consfrancoforte.esteri.it.

Fonte Saarbrücken Zeitung

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