Nella foto in alto: Piazza Federico II a Jesi. Foto Pasquale Episcopo.

Tra storia e mito la nascita di Federico II di Svevia nella città che chiamò “la nostra Betlemme”

Benvenuti alla rubrica storica dedicata a uno dei sovrani più influenti e affascinanti del Medioevo: Federico II di Svevia. A guidarci attraverso questa avventura storica sarà il nostro esperto collaboratore Pasquale Episcopo. Preparatevi a esplorare il fascino e la complessità di Federico II di Svevia, un monarca che ha sfidato gli stereotipi del suo tempo, unendo conoscenza, cultura e governabilità in un modo che ancora oggi affascina gli storici e gli appassionati di storia.

Una tenda non è una stalla. Se poi mancano mangiatoia, bue e asinello è ancor meno somigliante ad un presepe, suggestiva rappresentazione mistica della grotta in cui nacque Gesù.

Il 26 dicembre del 1194 a Jesi, nelle Marche, Costanza d’Altavilla, Imperatrice del Sacro Romano Impero partorì un maschietto a cui venne dato il nome di Federico, lo stesso del nonno paterno. Aveva 40 anni, Costanza, e dieci anni prima aveva sposato Enrico VI di Hohenstaufen, figlio di quel Federico I Barbarossa, imperatore del Sacro Romano Impero, la cui politica matrimoniale aveva mirato a unire l’Impero con il Regno di Sicilia. La cosa non fu particolarmente gradita ai papi contemporanei che temevano di rimanere accerchiati da e da sud. Ne nacque un conflitto tra poteri universali che con Federico II raggiunse il suo apogeo.

L’epoca degli Hohenstaufen è uno dei capitoli più affascinanti e straordinari della storia dell’umanità. In meno di due secoli ebbero luogo, in Europa, trasformazioni che portarono alla nascita degli stati nazionali, che misero a dura prova la contrapposizione tra etnie e fedi religiose, che diedero un forte impulso alla arte e all’architettura del vecchio continente.

Ma torniamo alla nascita di Federico II.

Secondo Wolfgang Stürner, autore di una monumentale biografia sullo Svevo ritenuta unanimemente come la più obiettiva e affidabile perché strettamente aderente alle fonti, il fatto che Federico II sia nato a Jesi è un problema aperto. Probabilmente ci saranno stati motivi di sicurezza e opportunità, ma non esistono fonti che ne parlino. Invece è del tutto infondata la leggenda che afferma che l’erede del trono del Regno di Sicilia e futuro sacro romano imperatore nacque in una tenda nella principale piazza cittadina, circostanza incompatibile con il rango ed anche con il carattere molto riservato della madre.

Costanza era figlia del fondatore del Regno di Sicilia Ruggero II d’Altavilla, dinastia normanna giunta in Italia nel XI secolo. Fino a trent’anni era rimasta nubile e forse fece, per alcuni anni, vita monastica.

La vita di Federico II è intrisa di leggende e di misteri. Ciò ha contribuito a rendere controversa e nel contempo affascinante la reputazione del personaggio storico. Verità storica e leggenda si intrecciano in un groviglio spesso difficile da dipanare.

Secondo Cosimo Damiano Fonseca, medievista e Accademico dei Lincei, la scelta di Jesi era stata dettata oltre che da ragioni legate al parto, da motivi di sicurezza legati al viaggio che l’avrebbe portata in Sicilia. Fonseca afferma che non esistono fonti certe che parlino della presenza al parto di quindici tra vescovi e cardinali.

Molte dicerie nacquero già subito dopo la nascita. Secondo alcune di queste dicerie, Costanza vista l’età, temeva di non poter più avere figli. Il padre Enrico tuttavia, in ansia per un erede, aveva consultato i medici i quali avevano promesso il loro aiuto e, servendosi di medicine, avevano provocato un graduale rigonfiamento del ventre di Costanza, ossia una specie di gravidanza apparente. Al momento della nascita, come era stato preordinato da lungo tempo, avevano quindi rapito un bambino appena nato e, portatolo di nascosto nel palazzo, questo era stato presentato come figlio legittimo della coppia imperiale.

Wolfgang Stürner riporta che il monaco francescano Salimbene de Adam, nella sua cronaca scritta negli anni 80 del XIII secolo e riccamente abbellita con favole e aneddoti, sostenne che su Federico si era sparsa la voce secondo la quale egli era in verità il figlio di un macellaio di Jesi che l’imperatrice, all’epoca del matrimonio già molto attempata, aveva presentato come figlio proprio dopo una gravidanza simulata. Salimbene ritenne la diceria del tutto credibile, poiché Merlino (il leggendario mago) avrebbe annunciato la straordinaria e inattesa nascita del sovrano e perché il suocero Giovanni di Brienne, una volta in un attacco di ira, l’avrebbe oltraggiato apostrofandolo come figlio di un beccaio.


Federico a Jesi presumibilmente rimase solo alcuni giorni e non ci sarebbe più tornato. 45 anni dopo la nascita, nell’agosto 1239, da imperatore scrisse una lettera accorata ai suoi abitanti nella quale chiamò Jesi “la nostra Betlemme”.

La lettera fu scritta probabilmente da Pier della Vigna e contiene un nitido riferimento al Vangelo e la volontà dell’imperatore di paragonarsi esplicitamente a Cristo. Il fatto di essere nato il giorno successivo a quello di Natale e la leggenda della tenda (assimilabile ad un presepe ante Litteram, precursore della rappresentazione ideata poi da Francesco d’Assisi nel 1223) hanno contribuito a rafforzare nei secoli successivi analogie tra Federico II e Gesù Cristo. Tuttavia l’interpretazione della lettera nel suo contesto storico aiuta a capire le vere intenzioni di Federico. Eccone un altro estratto: “E tu Betlemme, città della Marca, non sei la più piccola tra le città della nostra stirpe. Da te infatti è uscito il principe dell’Impero romano chiamato a reggere e proteggere il tuo popolo e a non permettere che tu debba essere ancora sottoposta ad un governo nemico. Sorgi, dunque, prima genitrice e scuoti l’angusta oppressione”.

Gregorio IX aveva posto Jesi sotto la giurisdizione del “Patrimonium Sancti Petri” e Federico rivendicava che tornasse ad essere sotto il suo dominio. Scomunicato per la seconda volta, l’imperatore non tollerava più l’intrusione del papa in quella che era la “concezione medievale della sovranità come istituzione risalente direttamente a Dio e che nel sovrano individuava il rappresentante di Dio o di Cristo” (Stürner). Andava maturando in lui l’idea di annettere, almeno in parte, i territori del “Patrimonium” sottoposti al papa. Prima di attuare la sua strategia, decise di introdurre una notevole serie di nuove leggi per rafforzare l’ordinamento giuridico del Regno di Sicilia.

Federico durante la sua vita conferì privilegi a città come pure a intere comunità o a singoli cittadini. Lo storico Raffaele Molinelli (1921-2005), professore ordinario di Storia moderna e preside della Facoltà di Lettere e Filosofia del’Università di Urbino, ha compiuto una lunga e approfondita ricerca per stabilire se Federico abbia mai conferito, in forma scritta, un privilegio a Jesi quale città regale. Questo documento non è stato trovato. Alla fine lo studioso ha affermato che Federico II ha reso Jesi “città regale” per il solo fatto di esservi nato.

Federico II di Svevia, personaggio tra i più straordinari della storia, nacque certamente a Jesi, probabilmente non in una tenda e tanto meno in una stalla. Nei prossimi numeri racconteremo pezzi della sua vita e parleremo dei luoghi in cui visse lo “Stupor Mundi”.