La signora C.A. di Bietigheim ha, in Patria, una sorella titola dell’usufrutto di un appartamento. La lettrice ci chiede se sia a suo carico L’Imposta Municipale Unica (IMU).

La prima rata IMU è scaduta a giugno. La stessa spetta al titolare dell’usufrutto; come risulta dal rogito notarile. Le spese di straordinaria manutenzione, invece, spettano al titolare della nuda proprietà.

La signora P.G.W. di Brühl ha, in Patria, una sorella, settantenne, sposata. Il marito è pensionato con un trattamento previdenziale di Euro 1200 mensili (netti). La lettrice ha saputo che la sorella, nullatenente, potrebbe chiedere l’assegno sociale INPS.

La pratica non può essere presentata. Infatti, l’assegno sociale è correlato al reddito famigliare che, per il corrente anno, è di Euro 11.900 (al lordo delle trattenute fiscali).

Il signor L.V. di Albstadt, che segue questa rubrica dal 1982, ci chiede da quando sia pubblicata.

Abbiamo iniziato nel gennaio del 1977. Quindi, la rubrica ha più di 42 anni di vita.

Il signor D.R. di Bonn ha, in Italia, un fratello ( classe 1957) invalido civile all’80%. Il lettore ci chiede se suo fratello può accedere alla pensione di vecchiaia col prossimo anno.

La possibilità ci sarebbe; anche se il fratello del nostro lettore avrebbe solo 63 anni. Però il grado d’invalidità dovrà essere confermato dalla commissione medica INPS. Il giudizio determinato per il riconoscimento dell’invalidità civile non può essere valutato.

Il signor D.M. di Dreieich ha, in Italia, un fratello (classe 1955) titolare di un assegno d’invalidità INPS. Lo stesso è stato più volte rinnovato. Il lettore ci chiede quando sarà “definitivo”.

La risposta è lapidaria: ”Mai”. L’INPS, in qualsiasi momento, può disporre una visita medica di controllo. L’accertamento è previsto per legge.

La signora P.L. di Hargesheim ha in Patria un parente (classe 1961) sordomuto che è lavoratore dipendente nel settore privato. La lettrice ci chiede quando potrebbe andare in pensione proprio a causa dell’accertata menomazione.

Secondo l’attuale normativa, il parente della lettrice potrebbe beneficiare di una maggiorazione contributiva per un massimo di cinque anni. Con queste condizioni, la pensione potrebbe essere riconosciuta dal 2020.

Il signor D.R. di Siegen ha, in Patria, un nipote con una rendita d’inabilità INAIL. Il lettore ci domanda se sia possibile chiedere all’INPS anche un assegno d’invalidità.

La pratica, date anche le poche notizie, non appare automatica. Ci sono, infatti, differenze normative tra rendite vitalizie INAIL e INPS.

Il signor E.C. di Eutin ha, in Patria, una nipote (classe 1959), insegnante di ruolo con gli anni d’università riscattati ai fini previdenziali. Il lettore ci chiede quando andrà a maturare il pensionamento.

A conti fatti, il diritto dovrebbe scattare nel 2021. Il calcolo della pensione sarà effettuato col metodo contributivo.

La signora D.M.O. di Furtwangen ha in Italia un fratello, pubblico dipendente che, per motivi di salute, è stato autorizzato a un lavoro part-time di 24 ore la settimana (contro le 36 ore di “norma”). La lettrice, preoccupata, ci chiede come sarà liquidata, a suo tempo, la pensione.

Dato che esiste una riduzione dei contributi previdenziali, per effetto del part-time, la pensione sarà “ridimensionata” solo per la parte contributiva della stessa. Non conoscendo l’età dell’interessato e gli anni di lavoro maturati, non possibile azzardate l’anno dell’effettivo pensionamento.

Il signor P.G. di Matzingen ha un fratello (classe 1954), dipendente in un complesso siderurgico in Italia. Il lettore ci chiede se potrà andare in pensione dal prossimo anno.

Le informazioni sono incomplete. Nella migliore delle ipotesi, la pensione potrebbe essere liquidata nel 2022. Cioè al compimento dei 68 anni d’età.

La signora M.C. di Villingen ha, in Italia, una sorella (classe 1953) invalida civile all’80%. La stessa, vedova, ha il solo reddito di reversibilità ed è proprietaria dell’alloggio dove vive. La lettrice ci chiede se è previsto l’assegno d’invalidità.

L’invalida in questione ha un reddito netto annuale di Euro 12.350. Secondo l’attuale normativa, il trattamento economico d’invalidità non spetta.

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