La prima semplificazione per i turisti e tutti gli arrivi nel nostro Paese era già scattata a fine aprile quando il ministro Speranza aveva cancellato l’obbligo di compilare il «Passenger Locator Form» (Plf), il documento introdotto nell’estate del 2021 per regolare le partenze.

Il Plf doveva contenere tutte le informazioni necessarie per localizzare il viaggiatore in caso di eventuale contagio da Covid durante lo spostamento. Allora però il ministro Speranza aveva prorogato comunque fino al 31 maggio l’obbligo di possedere il green pass base che si ottiene con la vaccinazione ma anche con un tampone negativo.

Ora l’idea è di abolire dal 1° giugno anche questo ultimo adempimento, rinunciando a una nuova proroga, per favorire la ripresa del turismo che sta entrando in queste settimane nella piena stagione non solo con le città d’arte piene, ma anche con le prime località di villeggiatura che saranno presto prese d’assalto. Il certificato Covid digitale è ancora obbligatorio per entrare in Germania, Francia, Spagna, Portogallo. Ma la maggioranza dei Paesi Ue ha ormai eliminato le restrizioni anti-Covid. Per entrare in Danimarca, Norvegia, Svezia, Irlanda, Croazia, Slovenia, Austria, Grecia, Paesi Bassi, Repubblica Ceca, Slovacchia, Romania, Bulgaria, Estonia, Lettonia, Lituania, Islanda, Svizzera, Lussemburgo i viaggiatori non sono tenuti a fornire più prova della vaccinazione, della guarigione dal Covid o un test negativo.

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