“Il 28 gennaio del 1966 – esattamente cinquant’anni fa – nel cielo di Brema si infrangevano per crudele destino le vite dei giovani nuotatori italiani Bruno Bianchi, Amedeo Chimisso, Sergio De Gregorio, Carmen Longo, Luciana Massenzi, Chiaffredo Rora, Daniela Samuele, dell’allenatore Paolo Costoli e del telecronista Nico Sapio mentre erano avviati ad una gioiosa competizione di sport. Il Comitato Olimpico Italiano e la Federazione Italiana Nuoto posero questa stele sul luogo del sacrificio per affidare il ricordo degli scomparsi alla fedele e fraterna amicizia degli sportivi di Germania”.
Recita così la stele nei pressi dell’aeroporto di Brema dove il 28 gennaio 1966 un aereo della Lufthansa partito da Francoforte – il Convair Metropolitan – precipitò in fase di atterraggio. Nessun superstite. Tra le 46 vittime vi era una selezione della Nazionale di Nuoto insieme al giornalista Nico Sapio – telecronista presso la sede RAI di Genova e voce del Nuoto Italiano nelle occasioni importanti – diretti al meeting di Brema, il più prestigioso appuntamento della stagione indoor che sarebbe stato trasmesso in eurovisione. La manifestazione si svolse comunque e nelle corsie che sarebbero dovute essere occupate dagli atleti italiani fu posto un drappo nero, sui blocchi un bouquet di fiori.
“Dio come ti amo” cantavano Domenico Modugno e Gigliola Cinquetti dal palcoscenico del teatro Ariston in contemporanea. Avrebbero vinto loro quell’edizione; ma mentre le case degli italiani erano rallegrate dalla musica, la televisione della Germania Ovest (il Muro di Berlino era stato eretto nel 1961) dava notizia ai tedeschi dell’incidente aereo avvenuto pochi minuti prima. Lo stesso luogo oggi ha accolto la delegazione italiana della Federazione Italiana Nuoto giunta in Germania per commemorare quel tragico evento e per ricordare la memoria della “meglio gioventù” del nuoto azzurro. Il presidente Paolo Barelli, il vice presidente Manuela Dalla Valle, il direttore tecnico della nazionale di nuoto Cesare Butini e il direttore sportivo Gianfranco Saini hanno partecipato commossi all’incontro organizzato insieme al Consolato Onorario italiano, alla presenza del Console Generale in Hannover Flavio Rodilosso, del presidente della federazione nuoto tedesca Christa Thiel, dei parenti delle vittime tedesche e della cittadinanza.
La stele commemorativa in Nordelander Strasse è a 6 Km dall’aeroporto, dove la funzione officiata dal responsabile della Missione Cattolica Italiana di Amburgo e dal Pastore Protestante di Stuhr hanno ricordato uno ad uno i nomi delle 46 vittime perite nell’incidente, ricordando inoltre come questi nostri giovani connazionali, ma tutte le vittime perite nell’incidente, ora godono della visione beatifica di Dio come Angeli su nel cielo.
E così anche il presidente Paolo Barelli: “Cinquant’anni fa abbiamo perso la meglio gioventù del nuoto italiano. Gli Angeli di Brema sono volati via troppo presto, troppo in fretta. Gli azzurri Bruno Bianchi, Amedeo Chimisso, Sergio De Gregorio, Carmen Longo, Luciana Massenzi, Chiaffredo “Dino” Rora, Daniela Samuele, l’allenatore Paolo Costoli e il telecronista RAI Nico Sapio scomparvero in una delle tragedie più crudeli della storia dello sport italiano; l’Italia del nuoto si stava formando attorno ad atleti eccezionali che avrebbero partecipato alle Olimpiadi di Città del Messico. Quella sciagura provocò un vuoto umano e sportivo difficile da colmare e che commuove e addolora a 50 anni di distanza. Ringrazio il Consolato italiano Onorario di Brema e il Console Generale di Hannover Flavio Rodilosso: attraverso la loro sensibilità e questa cerimonia, ci aiutano a ricordare meravigliosi atleti le cui bracciate sono state interrotte prematuramente. Non dobbiamo e non possiamo dimenticare! Da Brema gradualmente e faticosamente il nuoto italiano è ripartito sino ad arrivare alla Nazionale che ammiriamo alle Olimpiadi, ai campionati mondiali ed europei e che, insieme ai suoi grandi campioni, mantiene viva la memoria dei suoi angeli medaglia dopo medaglia”.
Allo struggente ricordo di Barelli si aggiungono le parole del Console Generale Rodilosso: “Prima di tutto i più sinceri ringraziamenti a tutti coloro, presenti e assenti, che con impegno hanno contribuito ad organizzare questa commemorazione. La sciagura aerea che ricordiamo in occasione del cinquantenario è stata per noi italiani un trauma molto più forte rispetto ad altri eventi dello stesso genere. Infatti, come per l’analoga tragedia di Superga del calcio, si spensero le vite di sette giovani della squadra nazionale di nuoto che erano venuti a rappresentare l’Italia, e quindi tutti noi, di un allenatore e del telecronista che avrebbe raccontato l’evento in eurovisione. Consideriamo anche il momento storico in cui accade la sciagura. L’Europa occidentale viveva una fase di grande ricostruzione, di affratellamento, di speranza in un futuro di pace di cui lo sport è uno dei pilastri. La tragedia raggelò gli entusiasmi e portò dolore per la scomparsa di una gioventù e dei loro accompagnatori. Nella tragedia non siamo stati soli. I 37 cittadini tedeschi scomparsi con la squadra italiana, anch’essi per lo più di giovane età, con il loro impegno nella vita quotidiana (lavoro, famiglia, sociale) costituivano il perno della vita dei loro cari e della società tedesca. Anche a loro va dunque il nostro pensiero e il nostro ricordo nella coscienza che, purtroppo, anche una tragedia può aiutare ad unire l’umanità”.