Si fa un gran parlare in questo periodo della Libia. Molti di noi sono rimasti senza parole quando anche l’Italia, insieme alle altre potenze della Nato ha attaccato la Libia. Ciò che leggiamo sui giornali non ci convince più. Abbiamo intervistato il giornalista Fulvio Grimaldi, che questa guerra l’ha vissuta da vicino.

Signor Grimaldi Lei era in Libia durante la rivoluzione. Ha vissuto i primi giorni della guerra. Ci racconti le Sue esperienze.
Ho vissuto la guerra già in fase avanzata, a fine aprile e a fine maggio e ho visto come le stragi di civili effettuate dagli ininterrotti bombardamenti Nato su Tripoli rispondessero alla perfezione al mandato Onu e Nato di “proteggere i civili”. Ho potuto constatare, viaggiando per la regione, come la popolazione sostenesse con entusiasmo e amore Gheddafi. Ho potuto vedere e ascoltare testimonianze delle terribili atrocità compiute dalle bande di mercenari della Nato a Bengasi e Misurata. Sono contenute tutte nel mio documentario “Maledetta Primavera”.

Come possiamo credere che siano vere le notizie sui massacri a Tripoli?
Basta vedere le verità che sono uscite fuori dopo le guerre a Serbia, Iraq, Afghanistan. Milioni di vittime accertate. Basta sapere che questi sono i mercenari che hanno fatto cose identiche in Iraq, Cecenia, Bosnia, Kosovo, Afghanistan. Basta leggere qualche giornale straniero, basta scoprire in internet fonti alternative. Basta vedere, come io faccio vedere nel mio film, la documentazione visiva.

Possibile che tutti i giornali dicano il falso?
Possibilissimo. Basta ricordare chi sono i proprietari dei grandi media: appartengono alle stesse sfere d’interesse di chi attacca, rapina e distrugge paesi: Murdoch, Cnn, Springer, Berlusconi…Gli altri gli vanno dietro perché se nò li strangolano negandogli pubblicità.

E allora a chi dobbiamo credere?
Innanzitutto agli esempi storici, alla smentita delle bugie circolate per la guerra all’Iraq, a molte fonti competenti e serie in internet che non dipendano dal potere, al buonsenso, alla logica, a testimoni non manovrati.

Tutti pensano: è un bene che Gheddafi abbia perso il potere. Aveva fatto ammazzare molta gente? Perché l’aveva fatta ammazzare?
La gente è convinta di quello che Lei dice solo nel Nord del mondo, dove imperversano con le loro bugie i media agli ordini dei poteri che conducono le guerre d’aggressione: Jugoslavia, Serbia, Afghanistan, Iraq, Somalia, Libia. Sempre la stessa musica: prima si prepara l’opinione pubblica con una valanga di calunnie sui governi da attaccare, in modo da fargli accettare guerre coloniali che impoveriscono gli stessi stati aggressori, poi si parte con i bombardamenti di coloro che non obbediscono. Abbiamo già visto tutto questo nell’’800. Nessuno ha mai portato dati affidabili su coloro che Gheddafi avrebbe fatto ammazzare. Di sicuro ha represso rivolte di fondamentalisti islamici, allora come oggi agli ordini di Cia, Mossad e dei monarchi del Golfo. In ogni caso ciascuno dei governi occidentali che stanno massacrando la Libia ha sulla coscienza più morti di Gheddafi.

Perché lo difende?
Difendo la verità contro uno tsunami di menzogne di un giornalismo asservito ai guerrafondai. Una verità che mi viene direttamente dalla storia degli ultimi vent’anni di imprese Nato e dall’esperienza diretta sul posto. Mi viene soprattutto dalla mia libertà. Difendo un uomo che ha costruito una nazione depredata dal colonialismo italiano e inglese, che dall’Onu è stata classificata nel 2007 la prima del continente africano per Indice di Sviluppo Umano: istruzione, sanità, casa, tutte gratis, lavoro, protezione di anziani e bambini, emancipazione femminile, ecc.. Nel gennaio di quest’anno l’Onu aveva deciso di assegnare alla Libia il premio per la Difesa dei Diritti Umani. Poi ha obbedito alla Nato.

Ma chi sono gli insorti? Cosa vogliono?
Eliminato a Bengasi un gruppo di persone che, influenzate dalle televisioni occidentali, chiedevano una società su quel modello, la rivolta è diventata un colpo di Stato contro il governo legittimo, preparato da molto tempo da Francia e Gran Bretagna con forze speciali sul posto e affidato a mercenari locali e di altri paesi arabi, perlopiù presi dalle fila di Al Qaida, integralisti islamici armati e finanziati dal Qatar e dalle altre dittature monarchiche del Golfo, amiche dell’Occidente. A Bengasi e Misurata questi mercenari hanno compiuto massacri spaventosi. Ora li stanno commettendo a Tripoli, agli ordini di ufficiali delle forze speciali occidentali.

L’Italia aveva con la Libia un rapporto amichevole. Perché allora questa decisione di guerra contro un “amico”?
L’Italia aveva tratto dalla Libia grandi vantaggi, commesse, investimenti libici, il 30% dei suoi idrocarburi. Non aveva nessun interesse a distruggere il governo libico. Ma l’Italia non ha sovranità nazionale, è un mercenario della Nato che deve obbedire alla cupola mafioso-finanziaria che pretende di governare il mondo.

Cosa può aspettarsi ora l’Italia?
Di essere estromessa dalla sua posizione di vantaggio in Libia, a favore di Francia, Regno Unito, Usa, Paesi del Golfo. Di racimolare qualche briciola del banchetto colonialista, grazie al suo contributo alla carneficina colonialista.

Cosa si aspetta Sarkozy da questa guerra?
Di mangiarsi una grande fetta di Libia, cosa prima negatagli da Gheddafi. Di essere rieletto allo chauvinismo della Grandeur. Di essere sostenuto dalla cupola criminale capitalista.

Sia i Socialisti che i Verdi in Germania hanno criticato il governo perché non ha voluto partecipare alla guerra in Libia. Perché questa decisione? È una tattica?
Anche in Italia le forze cosiddette di centrosinistra hanno criticato il centrodestra di Berlusconi per non essere andato alla guerra con sufficiente prontezza e convinzione. Si tratta della gara tra forze politiche del tutto omogenee per guadagnarsi il sostegno della cupola di cui dicevo prima. La non partecipazione della Merkel credo sia stata dettata dalla consapevolezza che anche questa guerra veda gli Usa agire per indebolire l’Europa (la guerra alla Libia sarà in perdita perché durerà anni e le verità che usciranno screditeranno pesantemente i governi partecipanti) e che l’opinione pubblica è fortemente contraria. Meglio che si dissanguino i rivali europei della Germania: Francia, Gran Bretagna e …Italia.

Se la Nato è in grado di costringere l’Italia a partecipare alla guerra. Perché non riesce a costringere la Germania?
Perché i rapporti di forza sono diversi. Noi contiamo nulla. E poi la Germania ricompensa per la mancata partecipazione armata con il forte impegno in Afghanistan.