Nel mirino dell’importante settimanale di Amburgo, in un articolo online del 25 aprile, la cancelliera Merkel è titolata, per esempio, “Primo Pirata della Repubblica Federale”. “Primo Pirata” perché la politica della Cdu assomiglierebbe sempre più a quella del Piratenpartei: improvvisata, priva di prospettive e impegnata in un dibattito fine e a se stesso. Il confronto di Angela Merkel con il Piratenpartei è una provocazione che vuole mettere in risalto alcune peculiarità della Cancelliera che per gli uni sono difetti e per gli altri schizzi di genio politico. L’hanno detto e scritto un po’ tutti (anche noi) che la Cancelliera della Repubblica federale è una maestra della tattica e una catastrofe della strategia.
Sempre pronta a cambiare direzione, opinione e posizione secondo il vento politico del momento. Un vero pirata che governa il galeone, assecondando i marosi. L’ultimo esempio di repentina inversione di rotta è il ripristino delle frontiere nell’area Schengen. Tira il vento dell’invasione dei morti di fame e delinquenti di ogni risma nel paradiso terrestre chiamato Unione Europea? Bene, chiudiamo le porte perché l’elettorato spaventato è questo che vuole. Non tutti però sono disposti a restare sulla nave della Pirata Merkel. Si staglia all’orizzonte Il 2013, anno delle elezioni politiche in Germania ed è già aperta la corsa al profilo politico.
La Fdp, tuttora al governo con la Cdu, ha già ben inteso che l’unica possibilità di sopravvivere consta nella ridefinizione del proprio profilo politico anche in contrasto con il Partner Cdu. Lo abbiamo già visto nelle elezioni del Presidente della Repubblica con un candidato appoggiato dai Liberali contro la volontà della Cancelliera e con le posizioni contrastanti la richiusura delle frontiere. Ma la Fdp sembra non essere l’unico partito che intende definirsi nel contrasto. Anche Monaco di Baviera freme.
Horst Seehoferr ha subito chiarito la propria posizione, anche questa in contrasto con quella della cancelliera Merkel, sul “Betreuungsgeld” una sorta di aiuto finanziario per l’accudimento dei figli, dal quale il governo vorrebbe escludere i fruitori della pubblica assistenza. Anche la bavarese Csu sembra essere convinta di doversi distanziare dalla linea Merkel per tornare ai vecchi tempi della maggioranza assoluta in Baviera, il Bundesland più potente della Federazione. La speculazione su una crisi di governo è pertanto aperta.
Troppi i dissensi all’interno della compagine di governo: pensioni, le Quote Rosa, il salario minimo, tasse, il pagamento della quota per le prestazioni mediche, le agevolazioni per i pendolari, tutte posizioni controverse tra Cdu, Fdp e Csu. “Die Selbstblockade wird zum Regierungsprogramm” il blocco delle proprie azioni di governo è ormai il programma del governo stesso, cosi lo Spiegel con il suo stile caustico, tipico degli anseatici. Anche la Faz, però, il più centrista tra i giornali tedeschi, si chiede se questo governo riesca a tenere fino alle elezioni del 2013. Sinora la cancelliera Merkel ha fatto fronte a tutte le crisi interne, imponendo il suo stile rassicurante e, soprattutto, sostenuta dai dati che vedono l’economia tedesca sopra ogni sospetto di naufragio, in un’Europa che fa acqua da tutte le parti.
Ma è proprio dall’Europa che piano, piano soffia un vento diverso. Dalla Francia, è poco ma sicuro, giungeranno segnali diversi non più disposti a cementare il ruolo Leader di una Merkel, che ricorda sempre più quel tizio che affermava: peccato! Proprio ora che ho tolto l’abitudine di mangiare al mio cavallo, me lo ritrovo morto stecchito nella stalla! Eh sì, perché questa storia del risparmio forzato per soddisfare standard europei, che ormai solo la Germania riesce a rispettare, crea disagio e disappunto in tutta Europa. Nel frattempo è crollato anche il governo risparmiatore dell’Olanda e la coalizione di governo di stampo liberale ha dovuto fare spazio ai socialdemocratici della Slovacchia.
La Merkel rischia di restare sola sulla rotta del risparmio. Le preoccupazioni non sono campate in aria. ”Per la prima volta nella storia il collasso della Ue è diventato uno scenario realistico”, è stato il Presidente del Parlamento europeo, Martin Schulz, ad affermarlo in apertura del suo intervento davanti al Collegio dei Commissari dell’Unione. E una crisi europea è inevitabilmente anche una crisi di Angela Merkel. Ora bisogna solo stare a guardare chi riuscirà a trarre profitto dalla crisi della Cancelliera e del suo governo. La Spd, la socialdemocrazia tedesca? Al momento i socialdemocratici sembrano solo perdere tempo.
Il partito è guidato dalla troica Gabriel-Steinmaier-Steinbrück. Una formula che ricorda i tempi in cui la Spd scese in campo con i tre moschettieri Schröder, Lafontaine e Scharping per spodestare il colosso Kohl. Ne presero di santa ragione. Nel frattempo i socialdemocratici delle sezioni di partito sparse per la Germania sono stufi di aspettare e chiedono apertamente e finalmente il nome del candidato che dovrà affrontare a faccia a faccia la Merkel tra poco più di un anno. Nulla traspare dalle file dell’opposizione e, nel frattempo, ogni giorno senza un diretto oppositore politico è per la Cancelliera un giorno buono.