Al 31 dicembre 2013 residenti in Italia 60.782.668 persone, di cui più di 4milioni e 900mila (8,1%) di cittadinanza straniera. Il dato emerge dal bilancio demografico nazionale 2013 dell’Istat.
Il calcolo della popolazione è stato riavviato a partire dal censimento del 2011, sommando alla popolazione legale del 9 ottobre 2011 il movimento anagrafico del periodo 9 ottobre-31 dicembre 2011 e successivamente quello degli anni 2012 e 2013.
Nel corso del 2013 l’incremento reale della popolazione, dovuto alla dinamica naturale e a quella migratoria, registra una crescita molto modesta, pari ad appena 30mila unità (+0,1%).
A seguito del censimento della popolazione residente, i comuni hanno svolto le operazioni di revisione delle anagrafi. Queste hanno determinato, nel bilancio dell’anno 2013, un saldo dovuto alle rettifiche di +1.067.373 unità (di cui 370.194 stranieri), pari al 97,3% dell’incremento di popolazione totale del 2013, e al 69,3% di quello relativo alla popolazione straniera. Nel complesso, quindi, la popolazione iscritta in anagrafe ha registrato un incremento pari a 1.097.441 unità (+1,8%).
Il movimento naturale della popolazione ha fatto registrare un saldo negativo di circa 86 mila unità. In particolare, sono stati registrati quasi 20 mila nati e circa 12 mila morti in meno rispetto all’anno precedente. Anche i nati stranieri diminuiscono per la prima volta (-2.189) rispetto all’anno precedente, pur rappresentando il 15% del totale dei nati.
Il movimento migratorio con l’estero ha fatto registrare, nel 2013 , un saldo positivo pari a circa 182 mila unità, in diminuzione rispetto agli anni precedenti. Aumenta l’emigrazione italiana, diminuisce l’immigrazione straniera.
Il movimento migratorio, sia interno sia dall’estero, in calo rispetto al 2012, è indirizzato prevalentemente verso le regioni del Nord e del Centro.
Sul sito web http://demo.istat.it , alla voce “Bilancio demografico” sono disponibili i dati del bilancio demografico per ciascun comune italiano
Aumenta l’emigrazione italiana, diminuisce l’immigrazione straniera nel nostro Paese. Lo rivela l’Istituto di Statistica Istat che ha pubblicato il bilancio demografico nazionale. Secondo i dati il movimento naturale della popolazione ha fatto registrare un saldo negativo di circa 86 mila unità. In particolare, sono stati registrati quasi 20 mila nati e circa 12 mila morti in meno rispetto all’anno precedente. Anche i nati stranieri diminuiscono per la prima volta (-2.189) rispetto all’anno precedente, pur rappresentando il 15% del totale dei nati.
Secondo l’Istat il movimento migratorio con l’estero ha fatto registrare, nel 2013 , un saldo positivo pari a circa 182 mila unità, in diminuzione rispetto agli anni precedenti. Le nascite di bambini stranieri si concentrano nelle regioni ove la presenza straniera è più spiccata. Nel Nord-est (21,9%) e nel Nord-ovest (21,6%) ogni cinque nati uno è cittadino straniero. Nelle regioni del Centro la percentuale è pari al 17,4% mentre nel Sud e nelle Isole è intorno al 5%. La regione che presenta l’incidenza più elevata di nati stranieri sul totale dei nati è l’Emilia Romagna, dove è straniero un nato ogni quattro (24,6%).
Nel 2013 – riferisce ancora l’Istituto di Statistica italiano – sono state iscritte in anagrafe 307.454 persone provenienti dall’estero, quasi tutte straniere (90,8%). Tuttavia, il numero di iscritti dall’estero è diminuito di circa 43 mila unità rispetto al 2012, proseguendo un trend già registrato negli ultimi due anni. Tale diminuzione si manifesta prevalentemente nella ripartizione centrale (-22,4%), seguita dal Nord-est e dal Nord-ovest (rispettivamente -10,7 e -9,9%). Le iscrizioni risultano distribuite nel corso di tutto il 2013, con una media di circa 25 mila nuovi iscritti ogni mese. Le iscrizioni sono da ascriversi in misura leggermente prevalente alle donne (51,8%), così come negli anni precedenti.
Tra gli iscritti, gli italiani che rientrano dopo un periodo di permanenza all’estero rappresentano meno del 10%, pari a poco più di 28 mila persone, con una lieve diminuzione rispetto agli anni precedenti. Se calano i rientri dall’estero, aumentano invece gli espatri di cittadini italiani: nel 2013 circa 82 mila italiani si sono trasferiti all’estero (14mila in più rispetto al 2012), il valore più alto registrato nel corso degli ultimi dieci anni. Anche il numero di stranieri che hanno lasciato il nostro Paese (pari a 43.640) è aumentato rispetto al 2012 di 5.422 unità. Tuttavia, la maggior parte degli stranieri che lasciano il nostro Paese sono conteggiati tra i cancellati per altri motivi. Complessivamente in Italia risiedono 60.782.668 persone, di cui più di 4milioni e 900mila (8,1%) di cittadinanza straniera.
Nel 2013, secondo le risultanze anagrafiche, sono state registrate le acquisizioni di cittadinanza italiana di 100.712 cittadini stranieri (circa 22 ogni mille), un valore in forte crescita rispetto all’anno precedente (+54%). Esso comprende le acquisizioni e i riconoscimenti della cittadinanza per matrimonio, naturalizzazione, trasmissione automatica al minore convivente da parte del genitore straniero divenuto cittadino italiano, per elezione da parte dei 18enni nati in Italia e ivi regolarmente residenti ininterrottamente dalla nascita, per ius sanguinis. Il dato è contenuto nel Bilancio Demografico Nazionale diffuso oggi dall’Istat.
Tra i nuovi cittadini italiani sono leggermente più numerose le donne (51,4% del totale), proprio perché i matrimoni misti, che rappresentano ancora una modalità abbastanza frequente di acquisizione della cittadinanza – spiega l’Istituto di Statistica – si celebrano prevalentemente fra donne straniere e uomini italiani. Con il passare del tempo, tuttavia, va crescendo l’importanza relativa delle altre modalità di acquisizione della cittadinanza italiana, legate invece alla durata della residenza.
A livello territoriale, le acquisizioni di cittadinanza italiana risultano più numerose nelle regioni ove maggiormente si concentra la presenza straniera: Lombardia (25,9% del totale), Veneto (14,5%), Emilia Romagna (14,1%). Se si considera il tasso per mille stranieri residenti, tuttavia, le regioni con i valori più elevati risultano il Trentino-Alto Adige (34,8%), le Marche (31,9%) e il Veneto (29,1%).